Solventi chimici di uso comune tra le cause del Parkinson

I solventi chimici industriali, come la trielina – come tutti ben sappiamo - sono tossici e particolarmente nocivi per la salute, perché favoriscono l’insorgenza di malattie gravi, quali i tumori. Ma, stando agli ultimi studi scientifici, la trielina e molti altri solventi di uso comune determinano (o almeno contribuiscono fortemente ) anche la comparsa del morbo di Parkinson.

I solventi chimici industriali, come la trielina – come tutti ben sappiamo – sono tossici e particolarmente nocivi per la salute, perché favoriscono l’insorgenza di malattie gravi, quali i tumori. Ma, stando agli ultimi studi scientifici, la trielina e molti altri solventi di uso comune determinano (o almeno contribuiscono fortemente ) anche la comparsa del morbo di Parkinson.

A rivelare questa inquietante realtà è uno studio scientifico incrociato effettuato negli Stati Uniti, Canada, Argentina e Germania.

La ricerca – condotta su 99 coppie di gemelli – ha messo in luce come proprio una costante esposizione alla TCE tricloroetilene, ovvero la comune trielina – provochi un rischio di 6 volte superiore alla norma di ammalarsi di Parkinson.

L’esperimento è stato illuminante, perché – delle coppie di gemelli partecipanti allo studio – uno dei due era un paziente parkinsoniano (a differenza dell’altro assolutamente sano); lo stesso che nel corso della vita era stato esposto alla TCE.

Ma c’è di più: tra le sostanze accomunate alla trielina per dannosità troviamo anche composti chimici tossici abbastanza diffusi, come il percloroetilene (PERC, che si trova negli sgrassatori, anche casalinghi, e nei lavaggi a secco) e il tetracloruro di carbonio (cc14, presente nelle miscele refrigeranti). Queste sostanze vengono utilizzate spesso contro le macchie e i residui di adesivi.

Si sono invece rivelate sostanze neutre per l’insorgenza del Parkinson il toluene, lo xilene e l’n-esano.

Riteniamo che vi sia uno scarto temporale fino a 40 anni tra l’esposizione al solvente e l’inizio della malattia“ – ha detto il coordinatore dello studio internazionale, pubblicato sulla rivista Annals of Neurology.

Ma c’è un modo per difendersi dall’esposizione da queste sostanze pericolose per la salute e migliorare la qualità dell’aria che respiriamo? Sicuramente quello di non utilizzare solventi chimici resta il consiglio migliore, ma anche alcune comuni piante da appartamento, come il ficus, il crisantemo, l’aloe, la dracena e l’azalea, che non solo assorbono anidride carbonica rilasciando ossigeno, ma riescono anche a neutralizzare sostanze organiche volatili nocive (VOC) tra cui la stessa TCE grazie a degli enzimi metilotrofi.

Insomma, nel dubbio è meglio evitare l’esposizione a sostanze dannose, ma se proprio non possiamo farne a meno mettiamoci una bella pianta da interni vicino!

Verdiana Amorosi

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