L’Onu toglie la cannabis dalla tabella degli stupefacenti e la riconosce come sostanza terapeutica dopo 50 anni

La Cannabis a scopo medico è stata tolta dalla tabella degli stupefacenti pericolosi e l'Onu ne riconosce la valenza terapeutica

La Commissione sugli stupefacenti (CND) dell’ONU ha deciso di togliere la cannabis dall’elenco delle sostanze più pericolose, una decisione storica che apre la strada alle nuove ricerche mediche scientifiche su questa sostanza.

La  CND ha espresso il proprio parere sulla cannabis, ricollocandola all’interno delle quattro tabelle che classificano piante e derivati psicoattivi, in base alla loro pericolosità.

Da ieri, la cannabis non si trova più nella IV tabella in cui compaiono gli oppioidi pericolosi e altamente dipendenti, tra cui eroina e cocaina, ma è passata nella tabella I. Ciò significa che rimane soggetta a tutti i livelli di controllo della Convenzione ma, di fatto, visto che non è più considerata uno stupefacente pericoloso, viene spianata la strada alla ricerca scientifica.

Considerando i risultati già ottenuti dagli studi sulla cannabis medica, questa è un’ottima notizia. L’Onu stesso ha riconosciuto il valore terapeutico di questa sostanza, confermato da evidenze scientifiche che hanno mostrato come possa essere utile nel trattamento del morbo di Parkinson, la sclerosi,  il cancro, il dolore cronico e altro.

L’Europa (Italia compresa) ha votato in maniera compatta per ottenere questo risultato, contraria alla decisione è stata la sola Ungheria. Il voto della Commissione per gli stupefacenti, che ha sede a Vienna e comprende 53 Stati membri, ha preso in considerazione una serie di raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità sulla riclassificazione della cannabis e dei suoi derivati. L’Oms già dal 2019  ne aveva suggerito la rimozione dalle sostanze pericolose.

@CND

E ora, finalmente, la raccomandazione è stata ascoltata: dato che la cannabis ha proprietà terapeutiche non può essere inserita tra le sostanze dannose, sarebbe una contraddizione in termini.

Il voto non significa che verranno allentati i controlli internazionali, anche perché i singoli governi avranno ancora giurisdizione su come classificare la cannabis. Considerando però che molti stati prenderanno la  posizione dell’Onu come guida, si tratta di un momento importante per possibili futuri cambiamenti e per gli sforzi di legalizzazione in tutto il mondo.

Potremmo essere insomma ad un momento di vera svolta per il futuro di questa sostanza.

Fonti: CNDNew York Times

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