Leggere è la migliore difesa contro questa malattia che colpisce sempre più persone sopra i 50 anni (e non è l’ignoranza)

Un recente studio ha analizzato come attività ricreative, tra cui la lettura, siano in grado di ostacolare l'insorgere di malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer, perché rinforzano le capacità cognitive del cervello

Una nuova ricerca mostra che potremmo essere in grado di aumentare la resilienza del nostro cervello al declino cognitivo attraverso una serie di attività, come la lettura.

Lo studio pubblicato sulla rivista Neurology suggerisce che la lettura frequente può rafforzare la riserva cognitiva, e potenzialmente mitigare l’impatto dell’insorgenza precoce di malattie neurologiche, come l’Alzheimer.

La ricerca si è concentrata sull’analisi delle azioni fisiche e mentali, e se queste sono in grado di aiutare con la riserva cognitiva, ossia l’efficienza della mente nell’usare le proprie risorse per affrontare determinati compiti.

La ricerca ha suggerito che esperienze come l’istruzione e l’occupazione, insieme alle attività ricreative, in età avanzata possono aumentarla.

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Lo studio

I ricercatori dell’Università della California, a San Diego, hanno lavorato con quasi 800 persone con età media di 76 anni, che hanno eseguito scansioni cerebrali e test di memoria.

Hanno chiesto specificamente ai partecipanti di annotare se hanno svolto tre tipi di attività nell’ultimo anno: leggere (riviste, giornali o libri), andare a lezione e giocare (giochi da tavolo, carte o tombola). È stato assegnato loro un punto per ogni attività.

I partecipanti hanno ottenuto una media di 1,4 punti per l’attività mentale.

L’autrice dello studio Judy Pa ha affermato di aver scoperto che ogni attività mentale corrispondeva in media a 13 anni in meno di invecchiamento: 17 per gli uomini e 10 per le donne.

Sebbene questa ricerca non dimostri che la riserva cognitiva possa mitigare l’Alzheimer, suggerisce che qualsiasi attività in grado di migliorare le capacità cognitive può essere benefica nel rallentare e ostacolare l’insorgere della malattia.

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Fonte: The Lancet

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