L’illusione ottica che mostra come la depressione può cambiare il modo in cui vediamo fisicamente il mondo

Grazie ad un test visivo un nuovo studio ha scoperto che le persone depresse vedono il mondo che li circonda in modo diverso

Che la depressione possa creare una serie di problemi collaterali nella vita delle persone è cosa ormai risaputa, ma un nuovo studio mostra ora come riesca anche a cambiare il modo di vedere il mondo, non in senso metaforico ma proprio fisico.

Una nuova ricerca condotta da un team dell’Università di Helsinki e pubblicata sul Journal of Psychiatry and Neuroscience, suggerisce che le persone che stanno attraversando un momento di depressione vedono il mondo che li circonda in modo diverso.

I ricercatori hanno effettuato lo studio con lo scopo di analizzare come la corteccia cerebrale, responsabile della ricezione di messaggi dai cinque sensi, gestisca un’illusione ottica, sottoponendo ad un test visivo 111 persone che stavano vivendo episodi depressivi e 29 persone che non conoscevano invece la depressione.

test visivo depressione

@J Psychiatry Neurosci 2021;46(2)

Il test visivo soprariportato inserisce zone di luminosità e contrasto identiche su sfondi diversi. Ciò che rende l’illusione ottica un test così valido è che sfida gli occhi e il cervello a dare un senso a ciò che viene visto e a bilanciare luminosità e contrasto.

“La sorpresa è stata che i pazienti depressi percepivano il contrasto delle immagini mostrate in modo diverso dagli individui non depressi”, ha dichiarato lo psicologo Viljami Salmela, dell’Università di Helsinki in Finlandia.

Si è notato in pratica che il cervello delle persone depresse era più probabile che si concentrasse sulla parte di contrasto dell’illusione.

Nel loro articolo i ricercatori spiegano che:

“Poiché la soppressione del contrasto è specifica dell’orientamento e si basa sull’elaborazione corticale, i nostri risultati suggeriscono che le persone che soffrono di un episodio depressivo maggiore hanno un’elaborazione retinica normale ma una normalizzazione del contrasto corticale alterata. Inoltre, la soppressione del contrasto è stata ridotta in modo simile nei pazienti con MDD unipolare [disturbo depressivo maggiore], disturbo bipolare e disturbo borderline di personalità”.

Come hanno spiegato gli autori, è possibile che un segnale di contrasto più debole venga trasmesso dalla retina alla corteccia nelle persone con depressione, anche se saranno necessarie ulteriori ricerche per capire esattamente cosa avviene nelle informazioni inviate dagli occhi e/o nel modo in cui vengono elaborate dal cervello.

Risultati simili sono stati osservati anche in persone con schizofrenia e disturbo bipolare, suggerendo che questo tipo di cambiamento nel modo in cui gli occhi e il cervello percepiscono il mondo esterno potrebbe essere comune a diversi disturbi psicologici.

Il team spera che una migliore comprensione di come vengono elaborate le informazioni visive nel cervello delle persone depresse possa aiutare a trovare nuovi trattamenti.

Anche questo studio, però, presenta alcuni limiti: il team ha utilizzato le segnalazioni fornite dai partecipanti su quanto vedevano piuttosto che le scansioni cerebrali. È anche possibile che i farmaci per la depressione possano influenzare alcuni dei cambiamenti notati nell’elaborazione visiva.

È quindi più che mai necessario approfondire con nuove ricerche per confermare tale teoria. 

Fonte: University of Helsinki / Journal of Psychiatry and Neuroscience

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