11 persone ogni giorno in Italia scoprono di essere sieropositive con la possibilità quindi di sviluppare la vera e propria malattia: l’Aids. Ancora peggiore la situazione che riguarda la diffusione di epatite C.

Hiv, se ne parla sempre meno. Sarà scomparso? Certamente no, anzi. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, attualmente, ben 11 persone ogni giorno in Italia scoprono di essere sieropositive con la possibilità quindi di sviluppare la vera e propria malattia: l’Aids. Ancora peggiore la situazione che riguarda la diffusione di epatite C e le sue conseguenze.
Le diagnosi di infezione da Hiv sono, solo nel nostro paese, 4mila l’anno. In Europa ci guadagniamo così il secondo posto, prima di noi solo il Portogallo. Il problema è che, oltre alla malattia, quello che vivono le persone sieropositive sono situazioni di grande sofferenza emotiva e, purtroppo, ancora tanta emarginazione sociale.
Non è un caso che 4 sieropositivi su 10 nascondono la loro situazione alla famiglia e il 5% addirittura non ne fa parola neppure con il partner.
Alla base di tutto ciò ci sono ancora problemi di ignoranza e sottovalutazione del problema dovuti al fatto che ormai se ne parla troppo poco e tante persone sono convinte che sia un pericolo che non riguarda più l’Europa, e più in generale l’Occidente. Purtroppo lo scenario è ben diverso, anche se passa sotto silenzio: secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità, in Europa le infezioni da Hiv non sono poi così tanto diminuite rispetto a 30 anni fa quando il fenomeno era sulla cresta dell’onda.
“Dal 2005 le nuove diagnosi sono più che raddoppiate in molti Paesi Ue, segno che la risposta al virus non è stata efficace nell’ultimo decennio” ha dichiarato Andrea Ammon, direttore del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc).
L’idea è ancora quella che ad ammalarsi siano soprattutto gay e tossicodipendenti ma la realtà è ben altra. Dal 1985 al 2014 i dati testimoniano che l’84,1% delle nuove diagnosi è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, il 43,2% dei quali tra persone eterosessuali. 25-29 anni la fascia più colpita negli ultimi due anni e quasi 1 su 3 dei nuovi contagiati (il 27%) è un immigrato.
Per arginare la situazione, sembra finalmente essere pronto un piano sanitario nazionale realizzato dal ministero che promette di migliorare l’informazione sulle caratteristiche dell’Hiv, controllare che i finanziamenti alle Regioni vengano utilizzati effettivamente per individuare misure contro la diffusione del virus, rendere accessibili, anonimi e gratuiti a tutti i test per individuare la presenza dell’Hiv e infine lavorare sui trattamenti preventivi per diminuire i contagi con l’obiettivo di azzerarli.
EPATITE C
Per quanto riguarda l’epatite C sembra che questa malattia uccida oggi in Italia più dell’Aids e se ne parla ancora meno.
Stando agli ultimi dati, le morti per il virus Hcv (che causa l’epatite) sono 7 volte di più di quelle causate dall’Hiv. In Europa ci sono 15 milioni di persone contagiate, più di un terzo di esse si è effettivamente ammalata ma soltanto il 20% riceve le cure adeguate a fronteggiare l’avanzata dell’epatite C e quindi può vedere aumentata l’aspettativa di vita.
E in Italia? sono circa 300mila le persone malate e solo il 20% ha accesso alle necessarie cure mediche. Questo è dovuto principalmente al fatto che i farmaci antivirali utilizzati contro l’epatite hanno costi davvero proibitivi. C’è da dire però che nel 25% dei casi si assiste ad una presenza in contemporanea sia di Hiv che di Hcv. I pazienti in queste condizioni, putroppo, molte volte vengono curati con i farmaci antivirali per il primo problema ma non per il secondo.
Ricordiamo che l’epatite C è una malattia molto grave che colpisce in particolare il fegato ma che ha ripercussioni molto serie anche sui reni e altri organi del corpo, si pensa per questo possa favorire anche la comparsa di altri disturbi.
Francesca Biagioli
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