Sempre più passi avanti si fanno nel campo della salute anche grazie all’intelligenza artificiale. E’ il caso di questo nuovo guanto hi-tech che si è mostrato in grado di riconoscere i primi segnali di Parkinson molti anni prima della comparsa della vera e propria malattia. Una scoperta tutta italiana.
Sempre più passi avanti si fanno nel campo della salute anche grazie all’intelligenza artificiale. È il caso di questo nuovo guanto hi-tech che si è mostrato in grado di riconoscere i primi segnali di Parkinson molti anni prima della comparsa della vera e propria malattia. Una scoperta tutta italiana.
Si tratta di un tecnologia che non è per nulla invasiva e che in futuro potrà essere estremamente utile ad individuare con largo anticipo la presenza di morbo di Parkinson con tutti i vantaggi che una diagnosi assai precoce offre, primo fra tutti la possibilità di iniziare subito una terapia.
Il guanto hi-tech, chiamato SensHand, è nato in Italia da un gruppo di ricerca dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa coordinato dal professor Filippo Cavallo il cui studio è stato condotto presso l’Ospedale delle Apuane di Massa e Carrara.
Il dispositivo si è mostrato in grado di misurare e analizzare i movimenti delle mani e delle braccia in modo da individuare i primi segnali della presenza della malattia che, come sappiamo, sono tremori, movimenti lenti e rigidità muscolari. Inizialmente tutti questi sintomi sono impercettibili ma non per il guanto hi-tech che può essere indossato appunto per individuarli con largo anticipo rispetto alla comparsa della malattia (si parla di addirittura 5-7 anni).
Al momento Senshand è stato sperimentato su 90 persone: 30 individui sani, 30 con iposmia idiopatica (ovvero la riduzione dell’olfatto, tipico sintomo non motorio del Parkinson) e 30 con Parkinson.
Il guanto è stato in grado di identificare i segnali precoci della malattia combinando le informazioni ricavate grazie al lavoro dei suoi sensori e incrociando i dati con un test relativo all’olfatto dei pazienti.
I risultati dell’esperimento sono stati pubblicati su Parkinsonism & Related Disorders.
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Francesca Biagioli