Troppo glifosato nel caffè Nespresso e Nescafè importato dal Brasile. Nestlè promette più controlli

Dai test effettuati sui chicchi di caffé importati da Nestlé sono stati rilevati livelli di glifosato troppo vicini ai limiti consentiti dalla legge

In seguito a controlli effettuati sui chicchi di caffè provenienti dal Brasile e dall’Indonesia e utilizzati da Nestlè sono stati rilevati livelli di glifosato al di sopra della media e molto vicini ai limiti consentiti dalla legge.

Il glifosato, noto e controverso pesticida utilizzato in agricoltura, ha dimostrato di poter comportare importanti rischi per la salute umana poiché può danneggiare il fegato, influire sulla riproduzione e portare alla formazione di tumori.

Tracce di glifosato vengono spesso riscontrate all’interno degli alimenti e le preoccupazioni legate al a questo composto chimico hanno portato molti paesi a decidere di mettere al bando l’uso di pesticidi che lo contengono.

Il governo di Jair Bolsonaro ha invece dato il via libera all’uso di 152 nuovi pesticidi in agricoltura e la lunga lista include anche i prodotti a base di glifosato. Questo, oltre a provocare una vera e propria strage tra le api con 500 decessi tra gli impollinatori in soli tre mesi, ha determinato l’aumento dei residui di erbicidi e insetticidi presenti negli alimenti, tra cui i chicchi di caffè.

L’eliminazione delle restrizioni sull’uso dei pesticidi da parte di Bolsonaro ha dunque aumentato la presenza di glifosato nei chicchi di caffé importati dal Brasile, comportando problemi nei Paesi la cui normativa impone limiti più bassi.

Dopo i controlli sui chicchi utilizzati per produrre il caffè Nespresso e Nescafé, Nestlé ha fatto sapere che prenderà nuove misure per garantire la riduzione dei livelli di glifosato nei chicchi di caffè verde che acquista, collaborando con gli produttori per aiutarli a migliorare le pratiche agricole e aumentando i controlli sul caffè che acquista da fornitori esteri.

“Monitoriamo attivamente i residui chimici, incluso il glifosato, nel caffè verde che acquistiamo.
Questo programma di monitoraggio ha dimostrato che stiamo rafforzando i controlli in collaborazione con i fornitori per garantire che il nostro caffè verde continui a soddisfare le normative in tutto il mondo”, ha dichiarato la famosa torrefazione in una nota.

I maggiori controlli riguarderanno soprattutto il caffè venduto nei Paesi in cui i limiti di legge sul glifosato sono più severi, tra cui quelli dell’Unione Europea, compresa l’Italia.

Si tratta comunque di una misura temporanea che verrà abbandonata se e quando i controlli sui chicchi di caffè mostreranno quantità di glifosato comprese nei limiti consentiti dalla normativa.

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Tatiana Maselli

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