Candida Auris: il fungo super-resistente ai farmaci, come i batteri

Allarme Candida Auris negli Stati Uniti: quasi tutti i ceppi finora isolati sono risultati resistenti ai medicinali specifici antifungini.

Infezioni fungine. Un fungo che può essere letale ed è resistente ai farmaci: è questo la cosiddetta “Candida Auris”, di cui quasi tutti i ceppi finora isolati sono risultati resistenti ai medicinali specifici antifungini.

Non ci sono, quindi, soltanto i “super-batteri” a destare preoccupazione. Se, infatti, è ormai conclamata l’esistenza di batteri super-resistenti agli antibiotici, dovuta all’abuso di farmaci nelle cure mediche e all’impiego eccessivo di antibiotici negli allevamenti, adesso a far scattare un nuovo allarme negli Stati Uniti è anche la presenza di una grave infezione fungina che, in determinati casi, può rivelarsi letale.

LEGGI anche: BATTERI RESISTENTI AGLI ANTIBIOTICI: UN PERICOLO INVISIBILE PER I NEONATI

Cos’è la Candida Auris

Secondo quanto si legge dallo studio pubblicato su Bmj, la Candida Auris è un’infezione fungina che è stata isolata nel 2009 in Giappone ma, nel corso degli anni, si è diffusa in numerose nazioni, come Corea del Sud, Regno Unito, India, Kuwait e un ceppo di Candida Auris è stato identificato negli Stati Uniti nel 2013.

Secondo i Centri statunitensi per il Controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) si contano 13 casi di infezione grave da Candida Auris, di cui quattro mortali. I pazienti colpiti si trovavano già in gravi condizioni, ma i ricercatori sono preoccupati perché hanno notato che questa forma si sta diffondendo gravemente negli Stati Uniti.

LEGGI anche: ANTIBIOTICI NATURALI: 10 CIBI ED ERBE, VERI E PROPRI FARMACI

Perché la Candida Auris preoccupa

Perché quasi tutti i ceppi isolati sono risultati resistenti al fluconazolo, più della metà al voriconazolo, un terzo alla amfotericina B e molti alle echinocandine. Dai Ccd dichiarano che i test per ora disponibili non sono in grado di distinguere la Candida Auris da altre specie di Candida. Quello che è certo è che i pazienti si infettano dopo molte settimane di permanenza in ospedale, per cui da Ccd raccomandano una profonda disinfezione delle attrezzature e la segnalazione dei casi sospetti.

L’allarme è limitato negli Stati Uniti. Qui in Italia per ora dormiamo sonni tranquilli.

Germana Carillo

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook