In occasione degli Stati generali in corso a Villa Pamphilj, 100 parlamentari ripropongono al premier Conte il tema della regolamentazione della cannabis.

È ora di legalizzare la cannabis: è l’appello lanciato da 100 parlamentari che, in occasione degli Stati generali dell’economia in corso a Villa Pamphilj, ripropongono al premier Conte il tema della regolamentazione. Un beneficio per le casse dello Stato e un input per nuove filiere dell’economia, dicono, oltre alla possibilità di veder ridurre il mercato gestito dalla criminalità organizzata.
Già l’anno scorso il senatore Matteo Mantero aveva presentato un nuovo ddl, mai approvato. Ora, sulla scia di molti altri Stati nel mondo, dagli Stati Uniti alla Spagna passando per Canada ed Uruguay, si chiede nuovamente una nuova e più legale regolamentazione della produzione, della vendita e del consumo della cannabis.
L’iniziativa, il cui primo promotore è il deputato M5S Michele Sodano, è stata presentata non a caso agli Stati generali: la legalizzazione della cannabis potrebbe essere l’occasione per togliere enormi risorse economiche alle mafie, favorire la nascita di nuove filiere dell’economia verde e rimpinguare le casse pubbliche.
“Secondo gli studi del Prof. Marco Rossi dell’Università della Sapienza – si legge nella lettera – la regolamentazione della cannabis genererebbe un beneficio per le casse dello Stato” e non solo: a dover esser considerati sono anche i risparmi legati alla diminuzione dei reati, con il conseguente alleggerimento del lavoro dei tribunali e un generale miglioramento del sistema penitenziario, sia per gli operatori che per i detenuti”.
Inoltre, “Aumentare la produzione di cannabis medica garantirebbe ai pazienti il pieno godimento di un diritto costituzionale fondamentale come il diritto alla salute”.
Proprio sull’uso terapeutico della cannabis, l’Italia ne consente l’impiego fin dal 2007 per decine di patologie, permettendo a migliaia di persone di ottenere un comprovato miglioramento della propria condizione di salute (così come l’ONU ha recentemente ricordato agli Stati l’obbligo di aggiornare le proprie normative per consentire la ricerca scientifica per fini medici e terapeutici delle sostanze psicoattive), ma in Italia – continuano nella proposta – le restrizioni sulla coltivazione non permettono il soddisfacimento del fabbisogno nazionale di cannabis medica.
“Aumentarne la produzione garantirebbe ai pazienti il pieno godimento di un diritto costituzionale fondamentale come il diritto alla salute”.
I firmatari della lettera chiedono infine al Presidente del Consiglio di programmare un incontro con alcune delle principali Associazioni di categoria, quali Federcanapa, Assocanapagroup, Ancica Canapa industriale.
Il testo della lettera: Proposta di incontro agli Stai Generali per la legalizzazione della cannabis
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