Caffè: quanto ne bevi è una questione di geni?

Caffè e dna: un gene chiamato Pdss2 avrebbe tra gli altri anche il compito di influenzare il consumo individuale di caffeina.

Caffè e geni. Se consumi più o meno caffè in un giorno dipende dal tuo Dna. Un gene che risponde al nome di Pdss2, infatti, avrebbe tra gli altri anche il compito di influenzare il consumo individuale di caffeina.

La conferma arriverebbe da uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports condotto dall’Università di Trieste e in collaborazione con quella scozzese di Edimburgo, secondo cui sarebbe merito di una variante di Pdss2 se per “carburare” ad alcuni bastano uno o due caffè al giorno. Chi non lo ha, invece, ha bisogno di berne di più per poter restare lucide durante tutto l’arco della giornata.

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La ricerca: gli studiosi hanno preso in esame il genoma di 1.297 cittadini italiani. In particolare, 370 abitavano a Carlantino, in provincia di Foggia, e gli altri 843 risiedevano in 6 località del Friuli Venezia Giulia. Tutti i partecipanti hanno dovuto rispondere ad alcune domande, tra cui una sul numero di tazzine di caffè consumate ogni giorno. Le risposte sono state poi confrontate con il Dna di ciascun volontario e gli studiosi hanno scoperto che le persone dotate della variante genetica di Pdss2 tendevano a consumare meno caffè, rispetto alle altre. In media, ne assumevano circa una tazzina in meno al giorno.

In una seconda fase, lo stesso studio è stato condotto su 1.731 abitanti dei Paesi Bassi e anche in questo caso è emerso che la variante genetica condizionava il consumo di caffè, anche se la differenza relativa al numero di tazzine consumate quotidianamente è stata leggermente inferiore. Ma gli esperti ipotizzano che questo risultato possa essere dovuto al tipo di caffè utilizzato nelle due nazioni: in Italia, infatti, si consumano tazzine di espresso, in Olanda si usano tazze più grandi, che contengono quantità maggiori di caffeina.

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Lo studio è una conferma all’ipotesi che “la nostra guida nel consumo di caffè potrebbe essere scritta nei genispiega Nicola Pirastu che ha coordinato lo studio – Abbiamo comunque bisogno di fare studi più ampi per confermare la scoperta e anche per chiarire il legame biologico tra PDSS2 e il consumo di caffè”.

Dai risultati, insomma, emerge che la mutazione del gene Pdss2 porterebbe a bere meno caffè perché ridurrebbe la capacità delle cellule di metabolizzare la caffeina.
Sul caffè, in generale, se ne dicono di cotte e di crude. Fa bene, fa male, rilassa, provoca tumore, non provoca tumore, crea dipendenza… Ora sarebbero i geni a dirci se e quante consumarne, ma voi imparate in ogni caso a darvi una regolata!

Germana Carillo

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