Alzheimer: la lista di domande da porsi per non sottovalutare i sintomi (e scambiarli per semplice “vecchiaia”)

La ricerca ha dimostrato che i sintomi della demenza vengono spesso erroneamente attribuiti al solo fatto di invecchiare, ritardando il tempo necessario alle persone per ricevere una diagnosi corretta e tempestiva.

L’Alzheimer’s Society ha collaborato con il Royal College of GPs per aiutare le persone a identificare i sintomi della demenza e cercare supporto.

Lo studio ha rilevato che una persona su quattro con demenza manifesta sintomi per più di due anni prima della diagnosi.

Secondo i dati, infatti, i segni di demenza sono troppo spesso ignorati e confusi semplicemente con la vecchiaia.

Un sondaggio su 1.019 malati ha rilevato che scambiare i sintomi della demenza per vecchiaia (42%) è il motivo principale per cui le persone impiegano così tanto tempo per ottenere una diagnosi accurata.

Ora è stata creata una lista di controllo dei sintomi precoci di alzheimer a cui prestare attenzione con le domande da farsi o da fare per conto dei propri cari:

  • fai sempre la stessa domanda?
  • fai fatica a trovare le parole giuste o ripeti sempre domande e frasi?
  • Scordi spesso di pagare le bollette?
  • Tendi a perderti e ritrovarti in posti senza sapere come?
  • Hai problemi comportamentali o emotivi, come diventare aggressivi, ritirarsi e agire in modo inappropriato?
  • Tendi a mettere oggetti in luoghi insoliti?
  • Sei in grado di imparare nuovi compiti
  • Hai frequenti problemi nel trovare la parola giusta o tendi a riferirti regolarmente agli oggetti come “quella cosa”?

La nuova campagna dell’Alzheimer’s Society – “Non si chiama invecchiare, si chiama ammalarsi” – incoraggia le persone preoccupate per la propria memoria o quella dei propri cari a cercare sostegno.

La nuova lista di controllo sviluppata vuole essere uno strumento semplice, e gratuito, per aiutare i pazienti e le loro famiglie a diagnosticare per tempo e in modo preciso la malattia.

Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok |   Youtube

Fonte: Alzheimer’s Society

Sull’Alzheimer ti potrebbe interessare:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook