A Perugia apre la stanza della rabbia per sfogare stress e ansia

A Perugia apre la stanza della rabbia per sfogare stress e ansia, è la prima in Umbria, ma nel mondo non è certo l'unica data la sua popolarità.

La stanza della rabbia, chiamata rage room, sta diventando sempre più popolare in tutto il mondo e comincia a prendere piede anche in Italia. Tempo fa ne era stata aperta una a San Lazzaro di Savena, a due passi da Bologna, e ora arriva a Perugia, la prima in Umbria. La logica è sempre la stessa: si prende una mazza e si rompe tutto.

Come premesso, nel mondo non è certo la prima, in Giappone per esempio è molto diffusa ed è proprio qui, fra l’altro, che ha preso vita per aiutare dipendenti e imprenditori a scaricare stress e tensioni. Ma anche nel resto d’Europa e in America piace parecchio. E non mancano iniziative simili, come i sacchi da boxe sparsi per le strade di Manhattan in occasione della New York City Design Week 2019, che servivano a scaricare le energie negative.

In quel di Perugia a proporla è stato l’imprenditore Alessandro Mariotti che sul sito “quei5minuti” spiega gli obiettivi del suo progetto:

“L’idea nasce nel 2017 dopo un servizio che introduceva al mondo direttamente dal Giappone, la stanza della rabbia per sfogare tutte le energie ed emozioni represse dal lavoro e dalla vita frenetica.”

Ma non solo 5 minuti, la sessione “di sfogo” può durare anche 10 o 20 minuti e prevede l’utilizzo di 2 armi a scelta e protezioni, con la possibilità di impiegare un numero variabile di oggetti di varie dimensioni, fra cui piatti, bottiglie, sedie, oggetti elettronici se non addirittura armadi e tavoli, tutto all’insegna del riciclo.

Si possono anche richiedere oggetti extra pagando qualcosa di più sul prezzo base che varia dai 15 ai 40 euro.

Prima di iniziare bisogna leggere il regolamento, si indossano appositi abiti, scarpe, maschera e guanti protettivi, quindi si firma un modulo e si parte! Talvolta la stanza viene riservata per occasioni più ludiche, come addii al celibato e persino compleanni.

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Laura De Rosa

Fonte e Photo Credit: quei5minuti

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