Il principio della rana bollita: quando lo spirito di adattamento diventa una gabbia pericolosa

Avete mai sentito parlare del principio della rana bollita? Ecco di cosa si tratta e perché è importante affrontare i cambiamenti negativi prima che sia troppo tardi

Se la capacità di adattarsi ai cambiamenti, e il fatto di non lasciarsi abbattere dalle difficoltà della vita imparando ad affrontarle, è considerato un atteggiamento positivo, che prende il nome di resilienza, accettare passivamente le situazioni spiacevoli è invece deleterio.

Cosa che capita più spesso di quanto crediamo perché i cambiamenti (anche negativi) che si verificano gradualmente, tendono a sfuggire alla nostra coscienza e a non suscitare la nostra resistenza. Si tratta del cosiddetto “principio della rana bollita“, ispirato a una storia che ha per protagonista proprio una rana, di cui parla anche il filosofo Noam Chomsky.

La storia racconta di una rana intenta a nuotare in un pentolone riempito di acqua fredda. Sotto al pentolone c’è un fuoco che arde e che riscalda man mano l’acqua. La rana percependo il piacevole calore continua a nuotare tranquilla, ma nel frattempo l’acqua si scalda sempre di più.

La rana resiste finché l’acqua non diventa troppo calda, ma a quel punto è già indebolita, e non riuscendo a reagire continua a rimanere nell’acqua. Così facendo finisce per morire bollita. Cosa che non sarebbe successa se fosse stata gettata in acqua bollente, in questo caso infatti l’animale sarebbe saltato subito fuori dal pentolone.

Questa metafora serve a sottolineare che gli esseri umano tendono spesso ad accettare situazioni negative fino a lasciarsene progressivamente risucchiare, senza nemmeno provare a cambiarle pian piano, perlomeno fino al tragico risveglio.

Succede, per esempio, quando pur essendo insoddisfatti del nostro lavoro, continuiamo a farlo senza apportare alcun cambiamento, ma subendolo passivamente. Stessa cosa in amore, amicizia o in tutti i vari ambiti in cui ignoriamo i primi segnali di allarme fino a ritrovarci totalmente immersi nel dolore e nell’insoddisfazione… per abitudine.

Il principio potrebbe essere alla base anche della nostra indifferenza nei confronti del cambiamento climatico, come hanno fatto notare diversi studiosi. Difatti anche se gli scienziati ci avvertono da molto tempo, tendiamo a non prenderli troppo sul serio e sta già cominciando a essere “troppo tardi”.

In definitiva la storia della rana ci suggerisce che se la capacità di adattamento in alcune circostanze può rivelarsi positiva, quando si trasforma in passiva accettazione di situazioni sgradevoli può invece essere letale. E che è meglio, quindi, “saltare” prima che sia troppo tardi.

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