Espandi la tua consapevolezza e radicati nel presente praticando ogni giorno questo semplice esercizio suddiviso in 3 fasi

Questo semplice esercizio suddiviso in 3 fasi ti aiuterà, se praticato ogni giorno per qualche minuti, a espandere la tua consapevolezza

Se la tua mente vaga in continuazione e ti risulta estremamente difficile focalizzarti sul presente, a discapito della consapevolezza, questo esercizio potrebbe tornarti molto utile.

Lo ha suggerito il neuroscienziato e professore di psicologia Amishi Jha, Ph.D. nel corso del podcast mindbodygreen, secondo il quale questa semplice pratica in tre fasi, che prendono il nome di “Torcia”, “Proiettore” e “Giocoliere”, ci aiuta a prestare attenzione al respiro e a controllare i nostri sistemi di attenzione.

Bastano pochi minuti ogni giorno, a suo parere, per rafforzare progressivamente la concentrazione e ridurre la tendenza della mente a vagare. A tutto beneficio del nostro benessere. 

Vediamo come funzionano le tre fasi e come mettere in pratica l’esercizio nella quotidianità.

La torcia

Il primo passaggio è “La torcia”, che consiste fondamentalmente in una respirazione consapevole. In questa prima fase dobbiamo pensare all’attenzione come se fosse appunto una torcia, che dirigiamo volontariamente verso le sensazioni legate al respiro. 

Tutto ciò che bisogna fare, spiega Jha, è sedersi comodamente e chiudere gli occhi, quindi focalizzare l’attenzione sulle sensazioni che proviamo mentre respiriamo. Attenzione però, non dobbiamo controllare il respiro, soltanto osservarlo. 

Il proiettore

La seconda fase dell’esercizio prende il nome di “proiettore”, che Jha definisce l’opposto della torcia. In questo caso dobbiamo controllare dove si trova la nostra mente in un dato momento. Si tratta della capacità di attenzione, che ci permette di notare, e quindi di prendere consapevolezza, di quando la mente inizia a vagare lontano dalla torcia. 

Il giocoliere

L’ultima fase dell’esercizio proposto da Jha prende il nome di “giocoliere” e si riferisce alle nostre funzioni esecutive. Jha spiega che il lavoro dell’esecutivo è supervisionare i compiti, esattamente quello che deve fare il giocoliere quando si accorge che la mente sta vagando, riportandola al suo obiettivo. A livello pratico quindi, se vi accorgete che la mente è altrove, riportatela “al lavoro”.

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