Salmonella: cambiano le regole sui controlli, a rischio la vendita del 50% del pollo presente in Italia

Una circolare del ministero della Salute rischia di non rendere più vendibili circa il 50% dei prodotti avicoli in commercio. Si intende infatti eliminare dal mercato anche la carne di pollo o tacchino in cui si riscontrano salmonelle minori

I controlli che vengono effettuati regolarmente dai produttori e dalle autorità preposte scovano spesso casi di salmonella nei polli (è successo anche in questi giorni e ve ne abbiamo parlato proprio oggi). Ma si tratta solo di alcune tipologie di salmonella, altre considerate minori (“salmonelle non rilevanti”) sono invece tollerate. Una circolare del ministero della Salute, però, potrebbe cambiare tutto.

Il 15 febbraio scorso, il ministero della Salute ha diffuso una circolare in cui si parla dei rischi della vendita di polli e tacchini in cui siano state trovate tracce di salmonelle minori, che sarebbe più corretto definire “salmonelle non rilevanti”.

Per prima cosa dobbiamo capire la differenza nella classificazione delle varie salmonelle. Vi sono quelle maggiori o tifoidee (Salmonella Typhi e Salmonella Paratyphi) che causano effetti gravi ma non vengono quasi mai trasmesse dagli alimenti e salmonelle minori o non tifoidee, che causano effetti meno forti di tipo gastrointestinale e che vengono trasmesse soprattutto dagli alimenti.

Tra le salmonelle minori si distinguono:

  • Salmonelle rilevanti (Salmonella Enteritidis, Salmonella Typhimurium e Salmonella Typhimurium variante monofasica)
  • Salmonelle non rilevanti, tutti gli altri tipi

Attualmente i regolamenti europei prevedono limitazioni per le salmonelle rilevanti trovate nel pollo, che in questo caso deve essere smaltito. La presenza delle altre salmonelle è tollerata ma sull’etichetta deve essere espressamente presente la seguente frase “da consumarsi previa cottura” o “da consumarsi previa accurata cottura” o similari.

Questi microrganismi patogeni, infatti, se la carne non è ben cotta possono provocare vomito, diarrea, nausea, mal di testa, ecc.

Ora una nuova circolare del ministero della Salute, entrata in vigore il 15 febbraio 2022, suggerisce invece la necessità di smaltire, e quindi non immettere sul mercato, la carne che risulta positiva alle salmonelle non rilevanti, considerate comunque potenzialmente pericolose per la salute.

Nella circolare si legge:

Si rappresenta che il citato Regolamento (Regolamento CE 2073/2005 n.d.r), in modo inequivocabile, prevede l’assenza di Salmonella Thiphymurium e di Salmonella Enteritidis nelle carni fresche di pollame che devono pertanto essere escluse dal consumo alimentare. Per quanto attiene il riscontro di Salmonelle minori, diverse da Salmonella Tiphymurium e Salmonella Enteritidis, nelle carni fresche di pollame il Regolamento CE 2073/2005 non prevede un criterio. Ciò però non esclude che tale evento sia da considerare rilevante in quanto comunque si tratta di agenti patogeni in grado di causare malattia nell’uomo. Il 30% delle salmonellosi umane, come riportato sul sito web di codesto Istituto, sono sostenute da Salmonelle diverse da Salmonella tiphymurium e Salmonella enteritidis. Inoltre le Salmonelle minori possono essere spesso all’origine di fenomeni di resistenza agli antimicrobici e di diffusione di questo carattere ad altri sierotipi.

La circolare cita anche il parere della Commissione Ue che, viste le numerose allerte per salmonella nella carne di pollo e tacchino, “spinge” affinché nessuna tipologia di questo batterio sia presente nei prodotti alimentari.

In conclusione si specifica che:

Relativamente alla considerazione che Salmonella è purtroppo diffusa negli allevamenti di pollame, fermo restando che negli allevamenti avicoli è previsto il piano di sorveglianza per Salmonella, con l’obiettivo di ridurre la prevalenza all’1% nei riproduttori e nel pollame da carne ed al 2% per le galline ovaiole, si ritiene che questa considerazione non possa essere una giustificazione per il riscontro del patogeno nell’alimento di origine animale né per lasciare il prodotto contaminato al libero consumo.

Questa decisione però, secondo i produttori, rischia di togliere dalla vendita quasi il 50% del pollo e la vera incognita sarà capire come le Asl potranno occuparsi di questi controlli e che decisioni prenderanno in merito nel caso (non raro) in cui si troveranno di fronte a problemi di contaminazione da salmonelle non rilevanti.

Se la circolare verrà applicata in maniera stringente, ogni volta che verrà trovata carne avicola che contiene salmonelle minori, in teoria, questa dovrebbe essere sequestrata e i produttori e i distributori denunciati per aver immesso sul mercato carne non sicura per i consumatori.

QUI potete leggere la circolare completa.

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Fonte: Ministero della Salute

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