La salute in una tazza di caffè: 3 pro e 3 contro

Che sia nero e bollente oppure intiepidito e “schiarito” con del latte, il caffè, con il suo profumo denso e con il suo inconfondibile aroma, accompagna e scandisce le nostre giornate, dalla colazione, agli incontri di lavoro, alla pausa pranzo, alle chiacchierate con amici e colleghi. Una tazzina al momento giusto ci aiuta a carburare meglio, ad essere più attenti e ci tiene svegli e vigili per affrontare al meglio impegni particolarmente noiosi o faticosi. Più che un’abitudine alimentare, per molti di noi è un vero e proprio rito.

Che sia nero e bollente oppure intiepidito e “schiarito” con del latte, il caffè, con il suo profumo denso e con il suo inconfondibile aroma, accompagna e scandisce le nostre giornate, dalla colazione, agli incontri di lavoro, alla pausa pranzo, alle chiacchierate con amici e colleghi. Una tazzina al momento giusto ci aiuta a carburare meglio, ad essere più attenti e ci tiene svegli e vigili per affrontare al meglio impegni particolarmente noiosi o faticosi. Più che un’abitudine alimentare, per molti di noi è un vero e proprio rito.

Tra le bevande più diffuse e amate al mondo, il caffè è un infuso ottenuto dai semi torrefatti e macinati di alcune specie di alberi e arbusti tropicali, appartenenti al genere Coffea. Dal punto di vista chimico, è una miscela di carboidrati, lipidi, aminoacidi, vitamine, alcaloidi (in particolare, caffeina) e composti fenolici. La caffeina è un’antagonista dell’adenosina, inibitore del sistema nervoso centrale, ed ha un effetto stimolante sull’organismo: 50 ml di caffè espresso, che corrispondono all’incirca ad una tazzina, ne contengono una quantità che varia dai 50 mg (nel caso di un caffè ristretto da bar) ai 80 mg (nel caso di un caffè preparato con la moka di casa).

Per le sue caratteristiche eccitanti, il caffè viene generalmente sconsigliato a coloro che soffrono di particolari patologie, ad esempio nel caso di disturbi cardiovascolari e di ipertensione, ma nella maggior parte dei casi non viene considerato “pericoloso” per la salute: piuttosto, medici ed esperti sembrano invitare ad un consumo moderato, che non superi una determinata soglia giornaliera.

Vediamo quindi nel dettaglio alcuni pro e contro legati al consumo del caffè, senza pretendere di essere esaustivi e ricordando che, in presenza di disturbi, malesseri o di particolari situazioni e condizioni psico-fisiche (come una gravidanza o l’allattamento), è buona norma rivolgersi ad un medico.

Pro

Il caffè riduce il rischio di diabete

Uno studio americano condotto nel 2005 suggerisce che bere caffè in quantità piuttosto elevate contribuisca a diminuire il rischio di insorgenza del diabete mellito (detto anche diabete di tipo 2): l’assunzione di almeno 6 tazzine al giorno diminuirebbe il rischio di diabete di tipo 2 in modo particolarmente significativo, con percentuali che raggiungono il 54% per gli uomini e il 29% per le donne. Tuttavia, non bisogna dimenticare che l’abuso di caffè, come di gran parte degli alimenti e delle bevande, può comportare dei rischi per l’organismo. Per questo, un consumo smodato potrebbe anche risultare utile alla prevenzione del diabete, ma, nello stesso tempo, potrebbe favorire l’insorgere o l’acuirsi di altri disturbi e patologie: meglio non rischiare, quindi, e assumere caffè con moderazione.

Il caffè combatte i radicali liberi

I chicchi di caffè contengono sostanze antiossidanti utili a prevenire diversi tipi di malattie e di disturbi e capaci di difendere le cellule dell’organismo dall’azione dei radicali liberi. Tra queste sostanze troviamo, ad esempio, l’acido clorogenico, che ha una potentissima azione antiossidante (in parte diminuita – ahinoi – dai processi digestivi): 50 ml di caffè ne possono contenerne una quantità che va dai 18 ai 90 mg.

Il caffè contribuisce a migliorare memoria e capacità cognitive

Alcuni esperimenti scientifici registrano che, se messi di fronte ad un test di apprendimento, i volontari che assumono caffè al mattino offrono performance migliori rispetto a quelli che non ne bevono. Essendo uno stimolante, infatti, il caffè può aiutare a tenere desta l’attenzione (si spiegano così gli effetti benefici della tazzina che ci concediamo dopo il pranzo, per affrontare le ore di lavoro pomeridiane) e, mano a mano che si invecchia, contribuisce a tenere in allenamento le nostre facoltà cognitive. Tanto da far ipotizzare agli studiosi che la caffeina possa avere degli effetti positivi nella prevenzione dell’Alzheimer.

Contro

Il caffè può contribuire al peggioramento dell’osteoporosi

Assumere caffè in dosi elevate, al di sopra delle 2 tazzine al giorno, può causare una riduzione nell’assorbimento del calcio da parte dell’organismo ed un aumento del rischio di fratture, in modo particolare nelle donne dopo la menopausa. Sarebbe quindi buona norma, superata una certa età, prevenire il rischio di mancato assorbimento del calcio non bevendo mai quantità di caffè superiori alle 2 tazzine al giorno e, possibilmente, macchiandolo con del latte.

Il caffè fa venire le rughe

Nonostante la presenza di composti fenolici antiossidanti, bere troppo caffè può contribuire alla comparsa delle tanto odiate e temute rughe. Per questo, è consigliabile assumerlo con moderazione e prevenire questo sgradevolissimo “effetto collaterale” avendo cura di mantenere la pelle idratata, bevendo molta acqua e seguendo una dieta ricca di legumi, frutta e verdura.

Il caffè che si trova comunemente in commercio può contenere pesticidi

La coltivazione delle piante di caffè è spesso contrassegnata dall’uso massiccio di agenti chimici e pesticidi: tutte sostanze che preferiremmo non ingerire e non mandare in circolo nel nostro organismo. Per scongiurare questo rischio è preferibile scegliere del caffè biologico, magari proveniente dal commercio equo e solidale. Se si consuma abitualmente del decaffeinato, poi, bisogna accertarsi che nel processo di rimozione della caffeina, che ha luogo prima della tostatura dei chicchi, vengano usati esclusivamente solventi naturali e non sostanze chimiche.

Lisa Vagnozzi

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