Digiuno intermittente: non aiuta a dimagrire e può portare a una perdita muscolare. Lo studio che stravolge tutto

Una nuova ricerca è convinta che il digiuno intermittente sia sopravvalutato: non fa dimagrire ma perdere massa muscolare

Dopo una serie di ricerche che hanno messo in luce i vantaggi di praticare la dieta del digiuno intermittente, arriva ora uno studio che invece evidenzia alcuni punti critici. Secondo un team dell’Università della California San Francisco (UCSF), questo regime alimentare non facilita il dimagrimento e, in più, può portare ad una perdita muscolare.

Il digiuno intermittente, in cui è concesso mangiare solo in uno specifico lasso di tempo (in genere 8 ore al giorno), è negli ultimi tempi molto popolare, visti i diversi vantaggi per la salute che promette, tra cui migliorare il metabolismo, favorire la perdita di peso, aumentare l’energia e altro.

Recentemente però è stata pubblicata una ricerca che mette un po’ in discussione i benefici di questa pratica alimentare, ponendo l’attenzione piuttosto sugli svantaggi.

A condurla è stato Ethan Weiss, cardiologo dell’University of California, San Francisco, che ha pubblicato i risultati ottenuti sulla rivista Jama.

Lo studio, che è stato condotto per 12 settimane su 116 persone in sovrappeso, non ha rilevato alcuna differenza sostanziale nel dimagrimento delle persone che avevano limitato il consumo di cibo in uno specifico lasso di tempo (le 8 ore comprese tra mezzogiorno e le 20) rispetto a coloro che potevano mangiare regolarmente nel corso della giornata.

Il consumo limitato nel tempo era associato a una modesta diminuzione (1,17%) del peso che non era significativamente diversa dalla diminuzione ottenuta dal gruppo di controllo (0,75%).

Secondo lo studio, potrebbe poi esserci anche un potenziale svantaggio del digiuno intermittente. A una percentuale minore di partecipanti è stato chiesto dai ricercatori di recarsi in presenza per test più avanzati, incluso valutare cambiamenti nella massa grassa, massa magra, glucosio a digiuno e altro. Attraverso queste misurazioni, i ricercatori hanno scoperto che le persone che seguivano il digiuno  intermittente sembravano perdere più massa muscolare rispetto al gruppo di controllo. Weiss dice che il risultato non è definitivo, ma spera di condurre ulteriori studi per confermare anche questo dato.

Altra sorpresa: non c’era differenza significativa tra i gruppi relativamente ad indicatori della salute come pressione sanguigna, livelli di trigliceridi, colesterolo, glucosio o insulina.

Il dottore ha concluso che il digiuno intermittente non favorisce il dimagrimento e che le ricerche precedenti, avendo fatto riferimento ad esperimenti condotti principalmente su topi e non su persone, erano arrivate a conclusioni errate. In realtà molti studi, proprio come quello del professor Weiss, sono stati condotti selezionando un campione di volontari e arrivando a risultati opposti ai suoi.

Ha ragione comunque il medico americano ad avvertire che questo tipo di regime alimentare potrebbe non essere adatto a tutti e, anche per questo, non portare ai benefici sperati. Weiss sottolinea che sono necessari ulteriori studi per dimostrare se il digiuno intermittente è sicuro per le persone sopra i 60 anni o per quelle con disturbi cronici come il diabete o ancora per coloro che assumono farmaci.

Weiss suggerisce che l’effetto placebo potrebbe aver causato la perdita di peso in entrambi i gruppi: molte persone, quando vengono iscritte a uno studio nutrizionale, prestano maggiore attenzione a ciò che mangiano, il che significa che sono più propense a fare scelte alimentari sane.

Tuttavia, il medico americano non è ancora pronto ad eliminare del tutto dalle possibili scelte alimentari il digiuno intermittente: potrebbero esserci infatti dei benefici se praticato in altri momenti della giornata. Lo studio di Weiss ha esaminato i risultati dei partecipanti che eliminavano il cibo nelle prime ore del mattino ma non ha studiato ad esempio gli effetti di saltare i pasti nel tardo pomeriggio o in altri momenti della giornata.

Fonti: CBNC / Jama

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