C’è mercurio nel tonno in scatola: ecco chi non dovrebbe mai consumarlo, secondo questo nuovo test

Quanto mercurio contiene il tonno in scatola? Un argomento che torna ciclicamente a far discutere, un po' in tutto il mondo, considerata la pericolosità di questo metallo pesante che si può trovare, anche se in piccole tracce, nel pesce (in particolare nelle specie di grande taglia come appunto il tonno). Ora un nuovo test di Consumer Reports l'ha trovato nelle maggiori marche vendute negli Usa

Economico e pratico da utilizzare, il tonno in scatola è uno dei prodotti più consumati in tutto il mondo e in alcuni casi, l’unica tipologia di pesce che le famiglie possono permettersi. Si trova ovunque anche al bar in panini e tramezzini, nelle mense, ecc.

Ma quanto è sicuro mangiare tonno? Su questo argomento si è parlato già molte volte: il problema principale che presenta è la possibile presenza di mercurio, che può essere tossico per gli adulti ed è particolarmente pericoloso per i bambini, i neonati e, soprattutto, le donne incinte. Il mercurio è infatti una nota neurotossina.

Leggi anche: C’è davvero mercurio nel tonno in scatola? Ecco cosa dicono gli studi

Ora a confermare che nel tonno in scatola si trovano tracce di mercurio è un nuovo test della rivista dei consumatori americani Consumer Reports che ha testato alcuni prodotti molto noti negli Usa. Si tratta del tonno BumbleBee, Chicken of the Sea, StarKist, Safe Catch e Wild Planet.

C’è da premettere che il mercurio si può trovare in diversi pesci ma sono in particolare quelli più grandi che ne contengono di più. Come scrive Consumer Reports:

Una regola empirica è che i pesci più grandi tendono ad avere livelli di mercurio più alti rispetto a quelli più piccoli, perché sono più in alto nella catena alimentare. Più pesci piccoli mangiano i pesci grandi, più mercurio si accumula nei loro corpi.

Il test ha esaminato complessivamente 10 prodotti. Si trattava di scatolette ricavate da Alalunga, un tonno grande che tende ad essere più costoso, e da tonni “light” (compreso lo skipjack), ovvero specie più piccole.

Gli esperti americani hanno testato tre campioni di ciascun prodotto, provenienti da lotti diversi, per un totale di 30 campioni. Tutti i prodotti a base di tonno erano confezionati in acqua (sgocciolata prima del test).

La rivista dei consumatori Usa specifica che, nonostante questi test rappresentino “un’istantanea” e non possano essere esaustivi dell’intero mercato, forniscono comunque informazioni utili per i consumatori che devono diventare consapevoli che mangiare tonno significa rischiare una certa esposizione al mercurio.

I risultati

Come scrive Consumer Reports:

Abbiamo riscontrato un’ampia gamma di livelli di mercurio tra i tipi di tonno e tra le diverse marche. Le varietà light e skipjack, ad esempio, contengono in media molto meno mercurio del tonno alalunga.

Da specie a specie, quindi, il quantitativo di mercurio nel pesce varia:

Un grande vantaggio è che l’alalunga ha molto più mercurio del tonno leggero o striato, indipendentemente dalla marca. Ciò non sorprende, dal momento che l’alalunga è più grande e vive più a lungo dei tonni che compongono il tonno leggero o il tonnetto striato. Ma la disparità era piuttosto ampia: i prodotti alalunga contenevano in media tre volte più mercurio rispetto agli altri.

Per tonno “leggero” negli Usa si intende il tonno pinna gialla (Thunnus albacares) o skipjack (Katsuwonus pelamis). Da tempo è noto agli scienzati che il tonno bianco contiene più mercurio delle specie “light” ma il recente test, con relativo sondaggio di Consumer Reports, ha scoperto che potrebbe essere una novità per il consumatore medio.

Circa la metà degli americani ha infatti affermato di non sapere che diverse varietà di tonno in scatola hanno diversi livelli di mercurio. E il 18% ha dichiarato di non sapere proprio che il tonno in scatola contiene mercurio.

Il problema di fondo che emerge dal test è che nessuno dei tonni alalunga analizzati aveva livelli sufficientemente bassi da consentire a un adulto di consumarne tre porzioni a settimana e solo uno aveva livelli che avrebbero consentito due porzioni settimanali. Il resto dei tonni alalunga, poi, aveva livelli accettabili per una sola porzione a settimana, e i bambini dovrebbero assolutamente evitare questa varietà di tonno.

Diversa la situazione del tonno “light”, pinna gialla o skipjack. In questo caso tutti i campioni (tranne uno) avevano livelli abbastanza bassi di mercurio da consentire un consumo di 3 porzioni a settimana (2 per i bambini).

Ciò che però giustamente sottolinea Consumer Reports è che la situazione per il consumatore è comunque imprevedibile:

Sebbene i livelli di mercurio nel tonno leggero tendano ad essere in media bassi, è chiaro dai dati di CR che possono esserci picchi imprevedibili della tossina nelle singole lattine. Dei 30 campioni totali, abbiamo trovato sei singoli picchi nel contenuto di mercurio che cambierebbero la raccomandazione della FDA sulla frequenza con cui qualcuno dovrebbe mangiare quel particolare tonno. Questo è il 20 percento dei campioni, o una lattina su cinque.

Variazioni definite dagli esperti “preoccupanti” e che ovviamente non possiamo conoscere semplicemente leggendo l’etichetta delle scatolette:

Ad esempio, poiché il tonno Wild Planet Skipjack è un tonno leggero, un consumatore potrebbe pensare che mangiare tre porzioni a settimana vada bene. Ma nei nostri test, abbiamo scoperto che due dei tre campioni di questo tonno avevano livelli di mercurio abbastanza alti da inserirlo nella categoria una volta alla settimana. E in tre campioni della categoria albacore (due campioni di Chicken of the Sea Albacore e un campione di StarKist Selects No Salt Added Albacore), il mercurio era abbastanza alto da non doverlo mangiare affatto.

Insomma, orientarsi non è propriamente semplice.

test tonno mercurio CR

@Consumer Reports

Chi dovrebbe evitare di mangiare tonno

Gli esperti americani concludono che, in base ai test attuali ma anche considerando i lavori precedenti, sono in particolare le donne incinte che dovrebbero evitare del tutto il tonno.

Questo perché mentre il tonno in scatola, in particolare quello ricavato dalle specie più piccole, ha livelli medi relativamente bassi di mercurio, le singole scatolette a volte possono avere livelli molto più alti.

James E. Rogers, PhD, direttore della ricerca e dei test sulla sicurezza alimentare presso Consumer Reports ha dichiarato:

Da lattina a lattina, i livelli di mercurio possono aumentare in modi imprevedibili che potrebbero mettere a repentaglio la salute di un feto.

Quindi Consumer Reports scrive:

Se sei incinta, evita del tutto il tonno in scatola. Puoi ottenere acidi grassi omega-3 da altri frutti di mare a basso contenuto di mercurio, come ostriche, salmone e sardine. Quelli sono particolarmente ricchi di omega-3, ma anche altri pesci a basso contenuto di mercurio – capesante, gamberetti, calamari e tilapia – ne forniscono alcuni. Oppure puoi ottenere quegli acidi grassi salutari da altri alimenti, tra cui uova arricchite di omega-3, semi di lino, noci e olio di soia.

Tutte le altre categorie di persone adulte dovrebbero limitarsi, secondo gli esperti americani, a 220-300 grammi di tonno delle varietà generalmente più povere di mercurio.

Nel caso dei bambini, le porzioni settimanali devono essere limitate in base all’età:

  • Da 1 a 3 anni: circa 55 grammi
  • Da 4 a 7 anni: circa 115 grammi
  • Da 8 a 10 anni:  circa 170 grammi
  • Da 11 anni: circa 220 grammi

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Fonte: Consumer Reports

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