Bevande senza zucchero più dannose per la salute (e la dieta)

Le bevande senza zucchero, commercialmente identificate come "light" o "diet", non sono affatto dietetiche e rischiano di compromettere la salute.

Le bevande senza zucchero, commercialmente identificate come “light” o “diet“, non sono affatto dietetiche e rischiano di compromettere la salute.

A confermare ciò che si pensava da tempo, in ambito scientifico e non, è una ricerca dell’Università del Texas, dove emergono i possibili effetti nocivi delle bevande light.

Secondo lo studio infatti, un consumo minimo, ma regolare di queste bibite prive di zucchero, ricche di anidriDe carbonica e varie sostanze aggiunte, danneggerebbe i reni, i denti e – più in generale – creerebbe danni al metabolismo, favorendo di conseguenza l’aumento di peso.

Ma c’è di più: “se si è sovrappeso – ha spiegato Sharon Fowler, una delle ricercatrici che da tempo si occupa della questionee si bevono bibite gassate “diet”, c’è un rischio ancora maggiore di guadagnare chili. Ne basta una al giorno per avere un aumento cinque volte maggiore della circonferenza dell’addome in 10 anni rispetto a chi non ne beve affatto“.

E la causa è in un particolare processo metabolico: il nostro organismo associa al sapore dolce di cibi e bevande una certa quantità di calorie da bruciare. Ma se poi l’apporto calorico reale non corrisponde a quello atteso (perché le bevande sono prive di zucchero) il corpo se ne accorgerà e tenderà a non bruciare le calorie preventivate.

Il problema è che continuerà a farlo, per una sorta di assuefazione metabolica, anche quando mangeremo o berremo qualcosa di realmente dolce e calorico.
In pratica, il consumo di bevande light abitua l’organismo a non bruciare calorie, alterando così il metabolismo.

Senza contare che per sostituire lo zucchero queste bevande utilizzano dolcificanti artificiali come aspartame e saccarina i cui problemi per la salute sono ormai evidenziati da diverse ricerche.

Ma i cibi dannosi all’organismo, pubblicizzati invece come salutari, non si limitano alla sfera delle bevande diet: tutti gli alimenti etichettati come “ricchi di fibre”, “arricchiti di vitamine” e “a basso contenuto di grassi” sono un mero specchietto per le allodole, che sembrano avere dei vantaggi sull’immediato, ma sono in realtà dannosi nel lungo periodo.

Questo fenomeno era già stato evidenziato da una nutrizionista, Katherine Tallmadge, intervistata dal Washington Post, che aveva messo al bando tutte le linee di prodotti pubblicizzati come “salutari”, ma di fatto alterati in qualche modo.

Tra le bevande poco sane troviamo anche le acque aromatizzate e arricchite di vitamine o sali minerali, o le barrette energetiche, che sono piene di zuccheri e con una percentuale molto bassa di vitamine.

Ma soprattutto, la domanda è: abbiamo davvero bisogno di queste vitamine addizionali? Se lavorassimo in mare per mesi e mesi forse sì, ma potendo mangiare quotidianamente frutta e verdura, probabilmente no! A meno che non ci venga detto da un medico specialista.

Ma il pericolo è anche in quegli alimenti, come snack o patatine, etichettati e pubblicizzati come “non fritti”. Secondo alcuni studi infatti, questi cibi sono realizzati normalmente con cereali raffinati, amidi e altri ingredienti non ben definiti e contengono comunque un alto numero di calorie e sale.

Insomma, ancora una volta, è preferibile bere acqua del rubinetto (dove non c’è l’arsenico naturalmente) o succhi di frutta naturali e preparare degli spuntini a base di frutta, verdura o cereali. E per i più golosi, l’ideale è una fetta di dolce preparato in casa, possibilmente con ingredienti freschi, poco raffinati, biologici e a chilometri zero.

Verdiana Amorosi

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