Vino e birra saranno vietati in Europa? Come stanno davvero le cose

Secondo la risoluzione approvata dall'Europarlamento non esiste un livello sicuro di consumo di alcol, ma i produttori di vino insorgono

Da quando ieri è stata approvata una nuova risoluzione dall’Europarlamento c’è già chi teme l’introduzione di un divieto del consumo di alcol in Europa, persino di birra e vino, per prevenire i tumori. In realtà le cose non stanno esattamente come riportato, in maniera allarmistica, da alcuni quotidiani. Per capire la posizione dell’Ue in merito agli alcolici bisogna fare un passo indietro, chiarendo innanzitutto che si tratta di una risoluzione non vincolante, approvata dai deputati della commissione straordinaria contro il cancro (Beating Cancer Plan) del Parlamento Ue e che ha lo scopo di spingere gli Stati europei a intraprendere azioni più incisive nell’ambito della lotta al cancro. 

Cosa dice la risoluzione dell’Europarlamento sugli alcolici 

Nel documento pubblicato dall’Europarlamento si “ricorda che il consumo di alcol è un fattore di rischio per molti diversi tipi di cancro” e che non esiste “un livello sicuro di consumo di alcol”. Si richiede, quindi, l’adozione di una serie di misure volte a tutelare la salute dei cittadini europei, ovvero:

  • promozione di azioni per ridurre e prevenire i danni correlati all’alcol nel quadro di una strategia UE revisionata, una piano europeo per azzerare il consumo di alcol tra i minorenni
  • una migliore informazione ai consumatori grazie alle etichette delle bevande alcoliche (che, oltre agli ingredienti, dovranno includere avvertenze sui rischi connessi alla salute e informazioni nutrizionali basate su studi scientifici solidi per incoraggiare i consumatori a fare scelte alimentari consapevoli)
  • divieto di sponsorizzare alcolici negli eventi sportivi (in particolare in quelli in cui sono coinvolti minori)
  • maggiore trasparenza sull’informazione relativa alla cancerogenicità delle sostanze importate o prodotte in Europa

Inoltre, nella risoluzione – in cui si parla di lotta al tabagismo per prevenire i tumori – si invita la Commissione europea a presentare un piano d’azione che preveda dei valori limite di esposizione professionale per almeno 25 ulteriori sostanze entro il 2024.

I produttori di vino europei non ci stanno 

Nei giorni scorsi le associazioni europee dei produttori di vino avevano chiesto di modificare il documento dell’Europarlamento basato su uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet nel 2018 e criticato anche dalla stessa comunità scientifica.

Non prende in considerazione lo stile di vita, non presenta tutte le evidenze scientifiche esistenti e, di conseguenza, non può essere l’unica base per trarre conclusioni sul consumo di alcol e sul rischio di cancro – ha sottolineato in una nota la Ceev, la Confederazione europea del settore vino. –  Il tumore è una malattia multifattoriale e i fattori di rischio del cancro devono essere contestualizzati in base ai modelli culturali, dell’alimentazione e dello stile di vita. L’assunto che non ci sia “un livello sicuro” è fuorviante e semplicistico in quanto non tiene conto dei modelli di consumo e di altri fattori dello stile di vita. Ed è non solo fuorviante, ma anche controproducente, in quanto il consumo moderato di vino, in particolare nell’ambito della dieta mediterranea e di uno stile di vita sano, è associato a una maggiore longevità e alla prevenzione delle malattie. L’ipotesi del “livello non sicuro” si basa su un unico studio – lo studio Global Burden of Diseases (GBD) pubblicato da The Lancet nel 2018 – che è stato duramente criticato dalla comunità scientifica a causa dei suoi difetti analitici. Si tratta di uno studio modellistico basato su ipotesi e che non prende in considerazione lo stile di vita, non presenta tutte le evidenze scientifiche esistenti e, di conseguenza, non può essere l’unica base per trarre conclusioni sul consumo di alcol e sul rischio di cancro.

Per tutti questi motivi la Ceev ha chiesto al Parlamento europeo di evitare l’introduzione di tassazioni, restrizioni nelle comunicazioni pubblicitarie e di avvertenze legate alla salute.

Come europei, dovremmo essere orgogliosi della nostra cultura gastronomica, di cui il vino è una componente inscindibile. – conclude la Confederazione europea del settore vino. –  Promuovere questo stile di vita è di gran lunga preferibile a soluzioni normative semplicistiche e in definitiva inefficaci.

Come abbiamo visto, però, al momento nessuno in Europa ha parlato di messa al bando di bevande alcoliche popolarissime come birra e vino. Tra gennaio e febbraio del 2022, il documento approvato dal Beating Cancer Plan verrà sottoposto all’assemblea plenaria a Strasburgo per l’ok definitivo. Occorre ricordare che, in ogni caso, non si tratta di una direttiva, quindi non sarà vincolante.

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Fonte: Europarlamento

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