più frutta nelle bibite: il governo blocca la norma sui succhi

E' rinviata a data da destinarsi l'entrata in vigore della norma che stabilisce l'aumento del 20% di succo di frutta nelle bibite. A denunciare il dietrofront del governo è la Coldiretti, la quale ha fatto sapere che il decreto legge sulla miniriforma della Sanità è stato rinviato, perché al vaglio delle autorità europee.

È rinviata a data da destinarsi l’entrata in vigore della norma che stabilisce l’aumento del 20% di succo di frutta nelle bibite. A denunciare il dietrofront del governo è la Coldiretti, la quale ha fatto sapere che il decreto legge sulla miniriforma della Sanità è stato rinviato, perché al vaglio delle autorità europee.

La necessità di subordinare la norma alla procedura comunitaria – ha detto il presidente della Coldiretti Sergio Marini – è una pura invenzione. Evidentemente cambiano i governi, ma non cambia il modo con cui vengono presi in giro cittadini ed agricoltori facendo leggi utili, ma avendo già trovato il cavillo per non applicarle mai. Siamo certi che – ha continuato Marini – nella fase di conversione del decreto, il Parlamento saprà ridare una reale efficacia alla norma, fissando una data certa per l’entrata in vigore“.

Una novità attesa dai 23 milioni di consumatori di bevande gassate che, con l’aumento della percentuale di succo, potrebbero ritrovarsi nel bicchiere 200 milioni di chili di frutta in più all’anno!

Il provvedimento, infatti, raddoppia sostanzialmente il contenuto di frutta presente nelle bibite fissato fino ad ora da una legge nazionale ormai datata, per la quale le bevande al gusto di agrumi possono essere colorate a condizione che esse – ha precisato la Coldiretti – contengano appena il 12% di succo di agrumi. Spesso senza che i consumatori lo sappiano!

Con questa norma invece, la quantità di succo naturale aumenterebbe e questo consentirebbe di avere sul mercato bevande più sane e di qualità.

Consumare più frutta significa ridurre le malattie collegate direttamente all’obesità che sono responsabili – ha precisato la Coldiretti, sulla base dei dati della Commissione europea – del 7% dei costi sanitari dell’Unione europea, questo perché l’aumento di peso è un importante fattore di rischio per molte malattie come i problemi cardiocircolatori, il diabete, l’ipertensione, l’infarto e certi tipi di cancro“.

Originariamente, il decreto di legge sulle bibite sarebbe dovuto entrare in vigore dal 1° gennaio 2013, poi il ripensamento e il rinvio all’esito della comunità europea.

Ora non resta che aspettare. Nel frattempo, continuiamo a scegliere frullati e succhi fai-da-te.

Verdiana Amorosi

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