“L’Italia vuole censurare i prodotti vegetali”: associazioni si mobilitano contro il divieto di usare i termini ‘burger’ e ‘salsiccia’ negli alimenti veg

Mettere al bando i termini "burger", "bistecca" e "salsiccia" per identificare i prodotti a base vegetale? Ciò che prevede la nuova proposta di legge italiana non è affatto una strategia vincente. "Va contro la sensibilità e le scelte di cittadini e consumatori italiani ed è un tentativo palese di rallentare la crescita di questo mercato e di bloccare i piani europei per un sistema alimentare sostenibile" mette in guardia un gruppo di associazioni che hanno appena lanciato un appello Commissione Agricoltura della Camera dei deputati

Burger di ceci, salsicce di soia, cotoletta di legumi: sono diversi i prodotti vegetali che al giorno d’oggi possiamo trovare come alternativa più sostenibile ed etica alla carne nei supermercati. Ma queste diciture a cui siamo ormai abituati potrebbero sparire presto dalle confezioni. Di recente, infatti, la Presidenza della Commissione Agricoltura ha presentato una proposta di legge che intende vietare l’utilizzo di nomi tipici dei prodotti di carne, come burger, salsiccia, würstel, cotoletta per riferirsi ad alimenti a base di proteine vegetali.

“Usare tali denominazioni significa evocare, nell’immaginario del consumatore, alcuni concetti strettamente legati alla produzione zootecnica, quali: la metodologia di produzione fatta di impegno personale, manodopera e passione per l’allevamento animale, la tutela degli stessi e la salvaguardia di ambiente e paesaggio, oltre che le capacità e le conoscenze specialistiche richieste per la stagionatura dei salumi o la corretta lavorazione delle carni” evidenziano i legislatori.

Ma alcune delle più importanti associazioni europee che si occupano di tutela degli animali e dei diritti dei consumatori non ci stanno. Per queste si tratta di una mossa controproducente che causerà notevoli problemi alle aziende e che va contro i consumatori, i piani di sostenibilità e anche contro il voto con cui il Parlamento europeo ha già dichiarato di non volere simili restrizioni.

Perché la censura sarebbe controproducente: la posizione delle associazioni

In totale sono 34 le organizzazioni, fra cui Essere Animali, ENPA, Animal Equality, OIPA e Humane Society International che si stanno mobilitando contro questo tentativo di censura. Proprio oggi hanno inviato una lettera – promossa dall’associazione Essere Animali e sostenuta dalla European Alliance for Plant-based Foods – indirizzata alla Commissione Agricoltura della Camera dei deputati per chiedere di essere ascoltati in merito alle criticità della proposta di legge.

In Europa in realtà una proposta simile è già fallita, dopo che il Parlamento europeo ha rigettato l’iniziativa nell’ottobre 2020. La stessa sorte è toccata, pochi mesi più tardi, a un’altra proposta che mirava a vietare la dicitura “latte” per le bevande vegetali. Quindi, con questa nuova legge l’Italia andrebbe contro la tendenza e le indicazioni delle istituzioni europee.

“I prodotti a base vegetale sono sempre più consumati dai cittadini italiani, molti tra questi scelgono di variare la loro alimentazione per tutelare la propria salute e l’ambiente e per una maggiore sostenibilità del nostro sistema produttivo. Questa proposta va contro la sensibilità e le scelte di cittadini e consumatori italiani ed è un tentativo palese di rallentare la crescita di questo mercato e di bloccare i piani europei per un sistema alimentare sostenibile” sottolineano le associazioni che ha lanciato l’appello alla Commissione Agricoltura.

Cosa ne pensano gli italiani

Tra l’altro, la stragrande maggioranza degli italiani è a favore dell’utilizzo di termini come “burger” e “cotoletta” per i prodotti alimentari plant-based. Da un sondaggio pubblicato nel 2020 da Beuc (The European Consumer Organization) è emerso che l’88% degli italiani appoggia questa dicitura.

Come evidenziato dalla Commissione Europea nel recente report sulla sicurezza alimentare il cibo contribuisce per circa il 45% dell’impatto ambientale dei consumatori UE, e – includendo le emissioni relative alla produzione, trasporto e lavorazione dei mangimi – il settore zootecnico è responsabile per l’81-86% delle emissioni totali di gas serra dell’agricoltura.

Passare a diete basate maggiormente sulle proteine vegetali ri rivela quindi fondamentale in questo momento storico. Inoltre, i prodotti a base di proteine vegetali sono nutrienti e più salutari rispetto alla carne, in particolare quella rossa lavorata, dichiarata cancerogena dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Le alternative a base vegetale sono fondamentali per quella sostenibilità così necessaria allo sviluppo e alla tutela del nostro Pianeta, Italia compresa. Anche il nostro paese è sempre più colpito dalla crisi climatica e l’industria alimentare ha un peso ambientale importante. – conclude Claudio Pomo, responsabile sviluppo di Essere Animali – Per questo motivo non possiamo rimanere a guardare di fronte a un tentativo di indebolire un settore in crescita e importante per tutti noi. Coinvolgeremo e mobiliteremo i cittadini e tutti i consumatori per evitare che ciò accada.

Per fermare questa proposta di legge Essere Animali ha lanciato anche una petizione online, alla quale hanno già aderito oltre 24mila persone. Per firmare CLICCA QUI. 

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Fonte: Essere Animali 

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