Ogni adulto in Irlanda dovrebbe assumere integratori di vitamina D, lo raccomanda il Parlamento

Secondo un nuovo rapporto del comitato sanitario dell'Oireachtas, ogni adulto in Irlanda dovrebbe assumere vitamina D, anche contro il covid

Ogni persona adulta in Irlanda dovrebbe assumere integratori di vitamina D. A dirlo un rapporto che raccomanda di utilizzare questa sostanza urgentemente anche in relazione alla pandemia, in quanto una carenza è legata a peggiori esiti di salute per i pazienti Covid.

Si torna a parlare dei vantaggi della vitamina D nei confronti del nuovo coronavirus e, dopo il Regno Unito, stavolta a raccomandare di utilizzarla è l’Irlanda. Secondo un nuovo rapporto del comitato sanitario dell’Oireachtas, Parlamento della Repubblica d’Irlanda, ogni adulto dovrebbe iniziare ad assumere integratori di vitamina D dato che vi sono generali livelli allarmanti di carenza di questa sostanza.

Bassi livelli di vitamina D sono stati più volte collegati a peggiori esiti di salute in relazione al Covid-19, ed è per questo che il problema deve essere affrontato con urgenza, secondo il rapporto.

Le persone anziane, in sovrappeso e alcune minoranze etniche sono più a rischio di carenza ma il rapporto riporta anche che il 47% delle persone di età compresa tra 18 e 39 anni è carente di questa vitamina e il 35% di coloro che hanno 50-59 anni. Percentuali che aumentano se si considerano gli ultraottantenni (65%) e i residenti delle case di cura (67%).

Si ritiene che sia la mancanza di luce solare, così come l’orario di lavoro lungo, a contribuire a questa carenza diffusa in Irlanda.

Il rapporto delinea poi una serie di misure di salute pubblica che devono essere prese per aumentare i livelli di vitamina D tra la popolazione e tra queste vi è proprio il consiglio di assumere integratori.

Nello specifico, l’integrazione di vitamina D per l’intera popolazione adulta dovrebbe essere di 20-25 microgrammi al giorno e dosi più elevate dovrebbero essere raccomandate per i gruppi vulnerabili sotto controllo medico.

Secondo il rapporto, poi, dovrebbe essere considerato anche di abbassare il costo degli integratori di vitamina D. Un obiettivo da raggiungere attraverso una riduzione o l’eliminazione dell’aliquota IVA sul supplemento.

Accogliendo favorevolmente la pubblicazione del rapporto, il presidente del comitato sanitario Seán Crowe, ha dichiarato:

“Mentre emergiamo dalla pandemia Covid-19, studi internazionali e l’esperienza della Finlandia in particolare, mostrano quanto sia efficace l’integrazione quotidiana di vitamina D quando è implementata come parte di una politica di salute pubblica rafforzata. Questa integrazione rappresenta un mezzo sicuro, pratico ed efficace per proteggere la salute umana. Lo Stato ha bisogno di rivedere le misure preventive che avrebbero potuto portare a minori mortalità e minore morbilità. A tale riguardo, il ruolo della vitamina D deve essere affrontato come parte di una politica di sanità pubblica rafforzata per proteggere la popolazione dalle infezioni respiratorie e da altre malattie”

Fonte: Oireachtas

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook