Attenzione alle cozze dalla Grecia, allerta Escherichia Coli

Ci risiamo. Altre cozze contaminate dai batteri fecali. Il Rasff, il sistema di allerta europeo rapido per la sicurezza alimentare, ha lanciato un nuovo allarme indicando che le cozze commercializzate in Italia e provenienti dalla Grecia presenterebbero tracce di Escherichia Coli

Ci risiamo. Altre cozze contaminate dai batteri fecali. Il Rasff, il sistema di allerta europeo rapido per la sicurezza alimentare, ha lanciato un nuovo allarme indicando che le cozze commercializzate in Italia e provenienti dalla Grecia presenterebbero tracce di Escherichia Coli.

Secondo quanto evidenziato dalla nota n° 2018.2654 del Rasff, il rischio riguarda le cozze vive (Mytilus Galloprovincialis) importate nel nostro paese dalla Grecia. Stando alle analisi delle autorità comunitarie, in questo caso, sono presenti valori del batterio fecale dell’Escherichia Coli oltre i limiti di legge ossia le 1300 unità su 100 g (MPN-most probable number).

Abbiamo già avuto modo di scoprire, nostro malgrado, che non sempre vengono resi noti i marchi e i lotti delle cozze contaminate o a rischio richiamate dal mercato.

In base alle notizie in nostro possesso, sappiamo che l’allerta riguarda sia l’Italia che la Grecia, che il rischio secondo l’Europa è “serio”, che si tratta di cozze vive e che al loro interno è presente l’E Coli al di sopra di 1300 unità su 100 g.

cozze ecoli grecia

Quello dell’Escherichia coli è un ceppo di batteri comune nonché presente nel nostro intestino. Ne esistono diversi ma se presenti al di sopra di determinate soglie possono essere rischiosi per la salute. Nel caso in questione, il consumo di cozze contaminate potrebbe dare luogo a problemi gastrointestinali, diarrea o cistite.

In attesa di saperne di più sia da parte del Rasff che dal Ministero della salute italiano sui marchi e i lotti contaminati, vi possiamo solo invitare a leggere l’etichetta e a evitare tutte le cozze vive con provenienza Grecia.

LEGGI anche:

Francesca Mancuso

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook