Non mangiate le cozze vive! Allarme rosso contaminazione in tutta Italia

Cozze contaminate in tutta Italia dal batterio dell'Escherichia Coli. A lanciare l'allarme è il Rasff, il sistema di allerta europeo rapido per la sicurezza alimentare, che ha messo in guardia sui possibili rischi connessi al consumo dei molluschi refrigerati

Cozze contaminate in tutta Italia dal batterio dell’Escherichia Coli. A lanciare l’allarme è il Rasff, il sistema di allerta europeo rapido per la sicurezza alimentare, che ha messo in guardia sui possibili rischi connessi al consumo dei molluschi refrigerati.

Supermercati e pescherie in questi giorni stanno facendo i conti con questo maxi richiamo, che riguarda anche l’Austria, a causa delle cozze esportate dal nostro paese.

Secondo quanto riportato dalla nota n° 2018.2575 del Rasff, il rischio riguarda le cozze vive refrigerate, contaminate dal batterio fecale dell’Escherichia Coli ben oltre le 1300 unità su 100 g (MPN-most probable number).

Purtroppo, come spesso accade in questi casi, non sono stati resi noti né i marchi né i lotti delle cozze contaminate o a rischio, ritirate dal mercato. Tutto ciò che sappiamo è che l’allerta riguarda tutto il paese, che il rischio secondo l’Europa è “serio”, che si tratta di cozze refrigerate vive e che al loro interno è presente l’E Coli.

Quest’ultimo è un ceppo di batteri presente normalmente nel nostro intestino e in quello degli animali. Tuttavia, oltre ai ceppi considerati innocui o addirittura utili per il corretto funzionamento del nostro corpo, ce ne sono degli altri patogeni o che lo diventano in determinate condizioni, se presenti al di sopra di determinate soglie.

richiamo cozze settembre

In questi casi, il consumo di alimenti in cui è presente il batterio al di sopra dei limiti consentiti esporrebbe a problemi gastrointestinali, diarrea o infezioni del tratto urinario (cistiti).

Era già accaduto a marzo di quest’anno, quando il Rasff aveva ritirato le cozze vive per la presenza del medesimo batterio.

A questo punto, possiamo solo consigliarvi di evitare il consumo di quelle refrigerate vive, almeno fino a quando non si conosceranno lotti e marchi.

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Francesca Mancuso

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