Le piante del sole: Elicriso, Calendula e Iperico

Elicriso, Calendula e Iperico, riparano i danni del sole e sono sue simili.

In occasione del solstizio d’estate, torno a parlarvi della mia grande passione: di come la sapienza degli Antichi sia attuale e confermata dalla scienza ufficiale, anche se poco riconosciuta. Ho iniziato tanto tempo fa ormai, con il mio articolo sulle Segnature a raccontare di erboristeria e botanica in modo particolare, oggi ringraziamo tre alleati vegetali che ci avvisano dell’arrivo dell’Estate: Hypericum perforatum, Calendula officinalis, Helichrysum italicum. La corolla gialla e arancio di questi fori, il fatto che fioriscano in piena estate e che aiutino il nostro corpo a riparare i danni provocati dai raggi ultravioletti o dal calore del fuoco, li hanno da sempre fatti associare al sole.

Fino alla fine del Sedicesimo Secolo, “le somiglianze” simboliche tra le piante e gli altri elementi naturali hanno giocato un ruolo fondamentale nella farmacopea occidentale. La Dottrina delle Segnature era applicata per comprendere quale erba fosse utile per curare una particolare patologia che affliggesse il corpo umano.

Dopo Ippocrate, autore delle teorie dei contrari (contraria contrariis curantur) e dei simili (similia similibus curentur), sviluppati poi da Hanemann, il padre dell’omeopatia, Paracelso studiò a fondo l’energia vitale presente in tutti gli organismi, necessaria per mantenerli in salute ed armonia con l’energia vitale . Il principio al quale Paracelso si attiene è quello della analogia, arrivando alla conclusione che “il simile cura il simile”.

Questa dottrina è stata bollata come stregonesca o magica e totalmente infondata dalla medicina ufficiale. Ma nel silenzio generale, sempre più delle antiche conoscenze è confermato dalla ricerca scientifica stessa, che però non riconosce il merito ai grandi conoscitori della natura del passato, anzi, si autoproclama universale scrigno della conoscenza affidabile.

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La Calendula (Calendula officinalis)

Rappresentava per gli antichi il Sole splendente e poteva essere utilizzata per curare le patologie delle zone indicate come “dove non batte il sole” e quelle causate dal sole.

I fiori della Calendula seguono il corso del sole: essi si aprono all’alba e si chiudono al tramonto. Nicholas Culpepper (1616-1654), botanico e medico generico dedito all’astrologia, assicurava che la Calendula poteva essere un rimedio per fortificare il cuore. Nel suo “Vade-Mecum Botanicum” (1694) anche Samuel Müller menzionava un gran numero di malattie per le quali si supponeva che la Calendula potesse fungere da rimedio. Al giorno d’oggi è principalmente utilizzata per cicatrizzare le ferite, come componente di unguenti, essenze, gel ed oli per applicazione esterna. È una tra le migliori erbe curative per le ferite e, considerate le sue proprietà antinfiammatorie e lenitive, è utilizzata anche per il trattamento di piaghe sulle gambe. Nella cura della pelle è usata in particolare per ferite, irritazioni, ipersensibilità e infiammazioni. Influenza profondamente il metabolismo cutaneo, regola la circolazione del sangue e migliora il tono della cute. Capezzoli infiammati, bruciature, escoriazioni e scottature sono anch’essi trattati con questa pianta.

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L’Iperico (Hypericum perforatum)

L’iperico nel Medioevo era un rimedio popolare per la pazzia ed è infatti una delle piante medicinali europee più valide per i problemi nervosi: gli erboristi l’hanno usata a lungo come tonico per l’ansia, la tensione, l’insonnia, la depressione, in particolare quella associata alla menopausa, quando allevia i sintomi del cambiamento ormonale e fortifica l’organismo.

Già Paracelso parlava delle proprietà cicatrizzanti, antisettiche e depurative di questa pianta e vedeva nella superficie delle foglie, simile ai pori della pelle, il segno che la pianta potesse essere usata per trattare ogni tipo di inestetismo e per favorire la depurazione attraverso i pori della pelle. Infatti, l’Erba di S. Giovanni, stimola la circolazione del sangue e favorisce i processi nutritivi e riparatori della sfera neuro-sensoriale. Con le sue proprietà rilassanti, calmanti e curative, regala sollievo non solo alla pelle arrossata, screpolata ed irritata ma anche alle lievi scottature. Massaggi con l’olio rosso aiutano ad alleviare nevriti, reumatismi, lombalgia e distorsioni. Aiuta a curare i danni del sole, ma mai esporsi al sole dopo averlo messo sulla pelle: la pelle reagisce con maggior forza all’esposizione solare dopo aver fatto uso di quest’erba e potrebbe macchiarsi ed irritarsi: si chiama fotosensibilizzazione.

L’Erba di S. Giovanni può essere riconosciuta immediatamente dai caratteristici “puntini”: tenendo foglie e fiori in contro luce, si scorgeranno infatti numerose piccole ghiandole traslucide, contenenti un fluido di oli essenziali e resina. Strofinando poi i fiori giallo-dorati tra le dita, esse si macchieranno di un rosso sangue e questo straordinario cambio di colore è dovuto al fatto che la luce e l’ossigeno frantumano componenti dell’Iperico.

La tradizione vuole che questa pianta possedesse i massimi poteri curativi durante la Festa di S. Giovanni (24 giugno), tre giorni dopo la notte di mezza estate, nel momento della fioritura, quando era impregnata del pieno potere del sole estivo. In quella data la luce ha infatti raggiunto il suo climax e il sole sposa la terra.

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Elicriso (Helichrysum italicum)

l nome “elicriso” deriva dal greco “helios chrysos”, che significa sole d’oro. È una delle erbe da sempre bruciata durante i solstizi e nelle culture orientale, occidentale e meridionale il suo fumo sacro è utilizzato da millenni per invocare la protezione degli antenati e nelle cerimonie dedicate alla luce . L’olio di elicriso è conosciuto come “immortelle” e “eterno”: è usato principalmente per scopi cosmetici e medicinali. Aiuta la pelle a rimanere morbida, liscia e idratata, impedendole di disidratarsi e di screpolarsi e diverse tribù africane utilizzano l’elicriso principalmente per scopi medicinali, come la guarigione delle ferite e il trattamento della febbre, dei disturbi al petto, delle piaghe e della tosse, per citarne alcuni. La scienza moderna ora conferma ciò che le popolazioni tradizionali sapevano da secoli: l’olio essenziale contenuto nella pianta di elicriso contiene proprietà speciali, che lo rendono antiossidante, antibatterico, antifungino e anti-infiammatorio: alcuni dei suoi usi più popolari sono per il trattamento di ferite, infezioni, problemi digestivi, supporto del sistema nervoso e della salute del cuore e guarigione delle condizioni respiratorie.

Ricorda di raccogliere le piante spontanee con rispetto, senza abusare delle risorse solo perché gratuite. Prendi solo ciò che puoi utilizzare e che riconosci. Rispetta la natura.

Buon solstizio!

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