Coronavirus, i consigli del pediatra: ‘Mamme non correte in pronto soccorso per un raffreddore’

Il Coronavirus è arrivato anche in Italia. Scatta l’allarme e aumenta la paura. Ma il panico non serve, e può peggiorare la situazione

Il Coronavirus è arrivato anche in Italia, con un incremento di casi nel Nord Italia nelle regioni Lombardia e Veneto, registrando il primo morto a Padova. Scatta l’allarme e aumenta la paura, soprattutto di genitori preoccupati per i loro bambini. Sono tantissimi quelli che corrono al Pronto soccorso per un semplice raffreddore (che in questo periodo ci può stare), ma secondo gli esperti ciò potrebbe essere ancora più pericoloso, aumentando il rischio di esposizione a patogeni per i più piccoli.

Per saperne di più e avere consigli su come comportarci, abbiamo intervistato Antonio Di Mauro, pediatra della ASL BAT, che, con la Società Italiana di Pediatria, invita a mantenere la calma e a seguire procedure corrette, perché di mezzo c’è appunto la sicurezza dei nostri bambini.

La diffusione del Coronavirus (COVID-19), costantemente monitorato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è partita dalla Cina e in particolare dalla provincia di Hubei, con i primi casi, cresciuti poi esponenzialmente, concentrati nella città di Wuhan. Dopo diversi contagi registrati anche in zone più lontane dal focolaio iniziale, il virus è arrivato in Europa e, notizia molto recente, anche in Italia su persone che non erano state fisicamente nelle zone più colpite.

Ma cosa possiamo fare? Cosa sappiamo davvero su questo agente patogeno e come dobbiamo comportarci se sospettiamo che il nostro bambino sia stato contagiato?

“Il Coronavirus si manifesta con gli stessi sintomi di influenza e sindromi parainfluenzali – spiega Di Mauro –  quindi con febbre, difficoltà respiratorie, congiuntivite”.

Quindi, non siamo in grado all’inizio di capire se abbiamo veramente contratto il virus che ci fa così tanta paura. Ma sappiamo, almeno in teoria, ipotizzare di essere a rischio (se, per esempio, siamo stati a stretto contatto con qualcuno di recente rientro da zone colpite, essenzialmente la Cina).

In questi casi “non si devono portare i bimbi al Pronto Soccorso, né presso gli ambulatori, ma chiamare il 1500, numero che è stato predisposto dalle autorità sanitarie ad hoc, e seguire le procedure che ci verranno comunicate dal personale competente”.

Si rischia infatti di peggiorare le cose: se infatti, malauguratamente, noi o i nostri figli sono stati contagiati, andare presso ospedali o ambulatori diffonde il virus, ma soprattutto, qualora, molto più probabilmente, è l’influenza stagionale ad aver colpito, si rischia di esporre noi e i bambini con qualcuno di contagiato andando in luoghi chiusi con persone potenzialmente infette.

“Il personale sanitario – spiega ancora il pediatra – se riterrà che le descrizioni su sintomatologia e potenziali contatti siano sospetti, verrà direttamente a casa di chi ha chiamato, con tamponi e test direttamente in abitazione, in modo da evitare pericolose diffusioni.

“È veramente molto rischioso recarsi in Pronto Soccorso o negli ambulatori: il Coronavirus, infatti, si diffonde con le stesse modalità di trasmissione note, quindi più facilmente in luoghi chiusi e quelli tipicamente frequentati da persone malate sono particolarmente pericolosi”.

La paura, anche se comprensibile, non paga, e può fare danni. Anche perché, purtroppo, sono ancora diversi i dati incerti su un agente patogeno ancora in corso e per il quale non esiste alcun vaccino e nessuna terapia se non di supporto.

È inutile poi nascondere che questo virus è aggressivo, ma la risposta all’infezione varia da persona a persona, sulla base della propria condizione di salute generale precedente all’infezione, per cui si sono registrati casi molto gravi, ma anche guarigioni senza particolari difficoltà. Come ci conferma il pediatra, infatti, il tempo di incubazione è ancora incerto, anche se 14 giorni sembrano essere ragionevoli come misura precauzionale. E il primo contagio italiano il Lombardia (il 38enne tuttora in prognosi riservata) potrebbe essere avvenuto da un soggetto asintomatico.

È quindi particolarmente importante essere cauti e seguire tutte le norme e i consigli che vengono dagli esperti, che includono, ovviamente, anche quelle igieniche che dovrebbero essere usate sempre (lavarsi frequentemente le mani, starnutire sui gomiti).

“Ma soprattutto, è inutile e molto pericoloso somministrare antibiotici che non hanno effetto sui virus e possono remare contro – tuona Di Mauro – Molte persone mi chiedono se per sicurezza non è meglio dare ai bambini antibiotici a copertura, se non lo fanno direttamente senza chiedere. Comportamento assolutamente sbagliato!”.

Ma quindi, siamo veramente a rischio di un’epidemia anche in Italia, dobbiamo preoccuparci per i nostri bambini?

Dipenderà dal comportamento delle persone” conclude il pediatra.

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Altre fonti di riferimento: Organizzazione Mondiale della Sanità

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Roberta De Carolis ha una laurea e un dottorato in Chimica, e ha conseguito un Master in comunicazione scientifica. Giornalista pubblicista, scrive per GreenMe dal 2010.
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