Salviamo il lago di Bracciano: nessuno ne parla più, ma è ancora emergenza

Lago di Bracciano: più di 1 metro e mezzo sotto il livello "di guardia" e l'estate alle porte. Stop alle captazioni, ma un ricorso che potrebbe farle riprendere. La pioggia degli ultimi mesi non è decisamente bastata e, anche se l'attenzione mediatica appare calata, l'emergenza è tutt'altro che finita

Lago di Bracciano: più di 1 metro e mezzo sotto il livello “di guardia” e l’estate alle porte. Stop alle captazioni, ma un ricorso che potrebbe farle riprendere. La pioggia degli ultimi mesi non è decisamente bastata e, anche se l’attenzione mediatica appare calata, l’emergenza è tutt’altro che finita.

Lo specchio d’acqua fa parte del Parco Bracciano e Martignano e include una biodiversità, che, in termini di flora, è la maggiore di tutti i laghi Europei, con 17 specie al suo interno, ovvero 1/3 di tutte le specie esistenti a livello Europeo.

Un patrimonio da molto tempo in crisi, a causa di un abbassamento del livello delle acque dovuto sì a cause naturali, tra cui una siccità inattesa nella scorsa primavera-estate, ma anche umane, sopratutto le captazioni di Acea, che nella passata estate sono arrivate anche al livello di 1300 litri al secondo, ben al di sopra della “capacità di resistenza” dello specchio d’acqua.

Il Lago di Bracciano, infatti, non ha affluenti, e può quindi ricaricarsi solo con le piogge, che, come sappiamo, l’anno scorso sono scarseggiate a tal punto da spingere la Regione Lazio a chiedere lo stato di calamità naturale per siccità, con rischio di razionamento dell’acqua anche per la città di Roma.

Situazione di crisi che ha portato, dopo alcune proroghe, ad imporre ad Acea, denunciata per disastro ambientale colposo, lo stop alle captazioni e il 29 dicembre 2017 ad una delibera che obbliga la società a chiedere l’autorizzazione della Regione per eventuali captazioni in futuro, cessandole comunque “allorquando il livello dell’acqua scende sotto la quota minima di m 161,90 s.l.m. Soglia dalla quale, purtroppo, siamo attualmente molto lontani.

Ma nonostante la situazione sia anche ora tutt’altro che serena, Acea ha presentato il 23 febbraio scorso un ricorso al Tribunale Superiore Delle Acque Pubbliche chiedendo il ripristino delle condizioni della concessione avuta nel ’90, che non le imponeva l’ottenimento di alcuna autorizzazione ai prelievi (la risposta è attesa entro il mese di aprile).

Ma cosa sta accadendo ora? Ci sono azioni concrete in atto per salvare il lago? Per saperne di più, abbiamo intervistato Luca Falconi, ricercatore presso Enea, che ha recentemente firmato un Accordo di Collaborazione con il Parco Bracciano e Martignano in difesa del lago.

Un’emergenza tutt’altro che finita e l’incubo delle captazioni Acea

“Non si può dire che l’emergenza sia finita, perché il livello del lago è attualmente a -154,5 cm, misura del 3 aprile, rispetto alla soglia di 163,04 metri sul livello del mare, considerata il livello ottimale. Ne siamo dunque ben al di sotto. E abbiamo di fronte a noi tutta la fase estiva, nella quale si ha un naturale abbassamento del livello del lago. Ci aspettiamo quindi, anche per quest’anno, un peggioramento della situazione. Ad inizio 2017 il lago era a -103 cm, ma è presumibile che a fine 2018 non si riuscirà ad arrivare nemmeno a quella cifra”.

bracciano livello lagoDati ACEA/ENEA – Elaborazione ENEA – Riferimento: 163,04 m s.l.m.

La nostra intervista inizia così, con la denuncia di una situazione gravissima, con possibilità concreta di peggioramento, a dispetto di un’attenzione mediatica che sembra calata, nonostante l’assenza di captazioni e a fronte di mesi decisamente più piovosi. Perché un sistema complesso come il Lago di Bracciano ha bisogno anche di molto altro.

“Un’altra criticità viene dalle precipitazioni – continua Falconi – A gennaio queste sono state ampiamente sotto la media, mentre febbraio e marzo in media. Speriamo in aprile e maggio, perché nei mesi estivi ci si aspetta una minore piovosità, con calo del lago, conseguente anche all’evapotraspirazione al massimo”.

bracciano pioggeDati Regione Lazio, Centro Funzionale Regionale – Stazione di Bracciano – Elaborazione Regione Lazio

“Inoltre il pericolo è che si interrompa questa fase di non derivazione da parte di Acea (ovvero di non captazione, N.d.R.). Attualmente infatti la Regione ha imposto il blocco delle captazioni, ma a febbraio la società ha presentato un ricorso contro la delibera regionale, la cui risposta dovrebbe arrivare entro il mese di aprile. Nel caso di vittoria, Acea potrebbe riaprire le derivazioni, in modo particolare nella fase estiva, e quindi contribuire ulteriormente all’abbassamento”.

Una possibilità di cui, a onor del vero, Acea sostiene di non voler usufruire. In una nota infatti, la società scrive infatti testualmente: “Per quanto riguarda poi il ricorso presentato da Acea […], la società ribadisce che si tratta di un passaggio meramente tecnico che attiene alla titolarità delle concessioni. Non ha quindi nulla a che vedere con la volontà di ripresa delle captazioni. Queste, infatti, sono ormai considerate esclusivamente come una condizione di assoluta emergenza. Ad esempio, in caso di rottura temporanea di altri importanti acquedotti come il Peschiera‐Capore o il Marcio”. La società riferisce di aver lavorato per ridurre le dispersioni idriche in modo da evitare di usare il lago come risorsa.

La paura però è grande, anche considerato l’effetto che le captazioni hanno avuto sul disastro registrato nel 2017.

“Sulla base dei dati forniti dalla stessa Acea e dell’abbassamento registrato nel 2017 – ci spiega a questo proposito Falconi – possiamo calcolare il contributo delle captazioni: nell’anno solare 2017 c’è stato un calo complessivo di 80 cm e Acea ha dichiarato di aver prelevato 21 milioni di metri cubi, che corrispondono a circa 38 cm, ovvero quasi il 50% del decremento registrato l’anno scorso”.

bracciano captazioni aceaDati del Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale (DICEA) dell’Università di Roma La Sapienza- Elaborazione ENEA

“Un contributo sostanziale, che, se Acea vincesse il ricorso, potrebbe ripresentarsi. Acea infatti, con il ricorso, chiede di non essere più soggetta ad autorizzazione preventiva della Regione per riprendere la captazioni. Ovvero vuole che sia ripristinato l’approccio previsto nella concessione del ’90, che prevede che la società possa captare dal lago senza chiedere autorizzazioni”.

Cosa si sta facendo ora e cosa si farà in futuro

bracciano spiaggia fangosa

Dunque dobbiamo sperare in una primavera piovosa (più difficile che lo sia l’estate), e possiamo sperare che Acea non riprenda a prelevare. Ma oltre a preghiere e scongiuri, si può fare qualcosa di concreto?

“A novembre scorso l’Enea ha sottoscritto un Accordo di Collaborazione con il Parco Naturale Regionale di Bracciano – Martignano per l’avvio di attività di monitoraggio, protezione e valorizzazione del territorio del parco. Attualmente ne sono state avviate alcune, nell’attesa dell’arrivo di finanziamenti in grado di consentire lo sviluppo di altre più cospicue”.

“Abbiamo già realizzato l’installazione di una stazione di misura nel lago di Martignano, che rileverà evaporazione e livello dello specchio d’acqua. É stata dunque montata una stadia, ovvero un pannello centimetrato, equivalente a quelle presenti del lago di Bracciano, dotata di un sensore che misura in continuo e trasmette i dati sul livello del lago in remoto. Questo ci permetterà di misurare l’escursione del lago di Martignano”.

“Abbiamo inoltre installato una vasca evaporimetrica per la misura dell’evaporazione e la sensoristica normale di una stazione meteo climatica (temperatura, aria, vento, umidità, pressione, etc.). Questo piccolo progetto ha l’obbiettivo di verificare se il lago di Martignano può essere usato come riferimento per stimare l’evaporazione del lago di Bracciano. Questo perché il lago di Martignano è analogo a quello di Bracciano, ma non ha un sistema di captazioni significativo, quindi con un andamento abbastanza naturale”.

“In futuro vorremmo sviluppare un progetto di monitoraggio dei parametri idrogeologici del lago, in modo da fornire al Parco uno strumento che permetta di valutare in anticipo, sulla base di dati storici, l’oscillazione del lago in funzione di scenari climatici attesi”.

I falsi miti

bracciano ricorso acea

Nell’ultimo anno si è detto molto sulla situazione del lago di Bracciano: che lo specchio d’acqua rischiava il prosciugamento, che Acea considerava indispensabili le sue acque per la città di Roma, salvo poi dichiarare che ne rappresentava appena l’8% del fabbisogno, e persino che i concessionari delle spiagge lacustri erano favorevoli al ritiro delle acque, che avrebbe lasciato loro arene più ampie. Ma cosa di questo è vero? Anche su questo ci ha risposto il ricercatore Enea.

“Sembra che la percezione, soprattutto della cittadinanza romana, sia di un problema ormai superato e comunque sottostimato, mettendo in relazione il dato di abbassamento del lago con il dato di profondità (che è 170 metri). Ma il problema non è il volume di acqua: nell’anno solare 2017, infatti, la perdita in volume è stata dello 0,72% rispetto al volume complessivo del lago, una percentuale irrisoria.

“Il rischio non è che il lago di prosciughi fino a zero, ma che ritirandosi, scopra ampie superfici di fondale, già habitat di vegetazione che agiscono da filtro sull’acqua, che in questo modo rischia di perdere di qualità. Quella qualità che piace molto ad Acea”.

“Tra l’altro non è nemmeno vero che il ritiro delle acque abbia lasciato spazi alle spiagge, favorendo i concessionari degli stabilimenti del lago, perché le aree scoperte sono fondamentalmente fangose, e attraversare un’area fangosa per arrivare all’acqua è particolarmente spiacevole. Quindi anche il turismo ne ha abbondantemente risentito, anche perché il battello che fa il servizio sul lago è ancora fermo, in quanto in fondale è troppo basso”.

Ma nulla è perduto. “Al momento attuale danni a diversi habitat del lago sono testimoniati da diversi studiosi dell’ecosistema lacustre. Tuttavia questo non implica che possano essere definiti irreversibili: è ancora oggetto di studio”.

Per approfondimenti sulla vicenda Lago di Bracciano leggi anche:

Il lago e i suoi abitanti, dunque, possono ancora essere salvati. Ma l’attenzione non deve calare per nessun motivo. Aiutateci a parlare della situazione. Il lago ha bisogno di tutti noi.

Redazione greenMe.it

Foto di copertina: marcolavagnini / 123RF Archivio Fotografico

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