Schweeb: la monorotaia a pedali eco friendly e che piace a Google

“La 'solita' monorotaia”, si dirà. E invece non proprio. Il principio è lo stesso, ovvero il trasporto di persone attraverso un percorso sospeso rispetto alla strada. Solo che, anziché interi vagoni a propulsione elettrica, per le cabine Schweeb si tratta di “capsule individuali”, e che si muovono con la forza muscolare: i viaggiatori (o meglio: aero – pedalatori), infatti, muovono le cabine con l'energia cinetica per mezzo dei pedali.

La ‘solita’ monorotaia”, si dirà. E invece non proprio. Il principio è lo stesso, ovvero il trasporto di persone attraverso un percorso sospeso rispetto alla strada. Solo che, anziché interi vagoni a propulsione elettrica, per le cabine Schweeb si tratta di “capsule individuali”, e che si muovono con la forza muscolare: i viaggiatori (o meglio: aero – pedalatori), infatti, muovono le cabine con l’energia cinetica per mezzo dei pedali.

L’inventore di questo metodo di trasporto decisamente anticonvenzionale (oltre che completamente eco friendly) è Geoff Barnett, un ciclista di Melbourne, per alcuni anni residente a Tokyo. E che l’idea non sia, poi, così bizzarra come sembrerebbe, se si osservano alcune immagini del prototipo, lo conferma il fatto che il progetto ha ricevuto un premio di 1,05 milioni di dollari da Google nell’ambito del Project 10 to the 100, una iniziativa nata con l’obiettivo di recepire nuove soluzioni eco sostenibili per migliorare la qualità della vita sulla Terra, e che ha attirato la partecipazione di ben 150mila concorrenti da 170 Paesi.

Il progetto Schweeb è risultato fra i migliori nella categoria Driving Innovation in public transport, e ora fa bella mostra di sé in un tratto di 200 metri situato nei pressi di Rotorua, in Nuova Zelanda.

Schweeb (parola che, in tedesco, significa “fluttuare”), secondo il suo inventore è una forma alternativa di trasporto, che permette a ciascuna cabina, agganciata sulla sua sommità ad una monorotaia, di muoversi “in quota” a una velocità di 45 km/h, semplicemente per mezzo di pedali che vengono azionati dall’interno dai viaggiatori stessi (sistemati in posizione semi – sdraiata) e che sono collegati alla “trave” superiore da un sistema di pignoni che vi scorrono all’interno.

In più, le cabine Schweeb sono equipaggiate con cambi di velocità a sette rapporti. La particolare posizione dei pedalatori, sostiene l’inventore di questo sistema, aiuta a diminuire lo sforzo muscolare

Con questi presupposti, sarà possibile anche per noi vedere, un giorno, un impianto Schweeb a Roma o a Milano?

Piergiorgio Pescarolo

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