In Corea i primi bus elettrici che prendono l’energia dalla strada

Con un cavo elettrico sotto il mantello stradale l'autobus riceve elettricità e trasporta i passeggeri in modo ecologico

In Corea del sud, nella città di Gumi, è stata inaugurata le prima linea di bus elettrici a induzione che prendono l’energia elettrica direttamente dalla strada. La tecnologia utilizzata si chiama OLEV, è potenzialmente rivoluzionaria, ma è ancora molto cara.

OLEV è la sigla di Online Electric Vehicle, un sistema basato su un cavo elettrico posizionato sotto il mantello stradale che tramite il fenomeno dell’induzione fornisce elettricità al bus, che la usa per fare strada e trasportare in modo assolutamente ecologico i cittadini.

Non c’è più bisogno di lunghe soste per la ricarica dei mezzi elettrici: l’autobus si ricarica mentre viaggia e, infatti, le batterie dei bus OLEV sono molto più piccole (circa un terzo) rispetto a quelle dei tradizionali mezzi elettrici.

I nuovi autobus, e l’infrastruttura necessaria a farli viaggiare, sono stati sviluppati dal Korea Advanced Institute of Science and Technology (KAIST), e implementati nella città coreana di Gumi in una linea con due bus che collegano la stazione dei treni con il distretto di In-dong per un totale di 24 km di tragitto che i mezzi possono percorrere in continuazione senza mai fermarsi per la ricarica delle batterie.

La Corea del sud è all’avanguardia nella tecnologia OLEV: in un parco giochi di Seoul sono già in funzione i tram OLEV mentre dentro il campus del KAIST ci sono dei bus navetta a induzione. Con la nuova linea di Gumi, in funzione dal 6 agosto, l’OLEV diventa per tutti.

Il cavo sotterraneo può fornire una potenza di 100 KW, cioè 136 cavalli, con una efficienza dell’85%. Tra il manto stradale e il bus c’è uno spazio di 17 cm e la trasmissione dell’energia è estremamente “smart“: viene attivato il sistema di induzione solo se la strada rileva la presenza di un mezzo OLEV, senza sprechi di stand by e senza inutili emissioni elettromagnetiche. I bus, ovviamente, sono ben schermati per evitare che i passeggeri siano esposti ai campi magnetici.

È facile capire come questa tecnologia possa rivoluzionare il trasporto pubblico nelle grandi città aiutandole a tagliare drasticamente le emissioni di CO2 e del particolato dovute al traffico. Il vero problema, però, è il prezzo: oltre ai costi dell’infrastruttura, infatti, ci sono quelli di ogni autobus OLEV che costa circa 700 milioni di won coreani, pari a oltre 400 mila euro. Ma la Corea ci crede lo stesso e, entro il 2015, la città di Gumi avrà altri dieci autobus elettrici a induzione.

Peppe Croce

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