Mamme in bici: un corso per donne straniere a cui è sempre stato proibito pedalare (VIDEO)

Non è mai troppo tardi per imparare ad andare in bicicletta: ne è una prova l'iniziativa Mamme in bici, un corso che insegna a pedalare e a spostarsi su due ruote a delle donne che non hanno mai avuto la possibilità di a farlo. Le allieve, infatti, sono immigrate arrivate in Italia da poco, provenienti soprattutto dal Nord Africa, che nei loro Paesi di origine si vedevano preclusa la possibilità di spostarsi in bici perché “sconveniente”, “vergognoso” o, addirittura, “vietato”.

Non è mai troppo tardi per imparare ad andare in bicicletta: ne è una prova l’iniziativa Mamme in bici, un corso che insegna a pedalare e a spostarsi su due ruote a delle donne che non hanno mai avuto la possibilità di a farlo. Le allieve, infatti, sono immigrate arrivate in Italia da poco, provenienti soprattutto dal Nord Africa, che nei loro Paesi di origine si vedevano preclusa la possibilità di spostarsi in bici perché “sconveniente”, “vergognoso” o, addirittura, “vietato”.

Cosa c’è di più naturale di una bella passeggiata in bici, vi chiederete voi. Eppure, quella che a noi sembra un’abitudine comune, irrinunciabile e scontata, per qualcun altro può rappresentare una violazione delle regole, un privilegio o una conquista.

Abituati come siamo a considerare la bicicletta un mezzo di trasporto adatto a chiunque, a prescindere da età e sesso, ci stupisce pensare che, in alcuni Paesi del mondo, una donna che voglia pedalare si esponga ad insulti e ingiurie, fino a mettere a rischio la propria incolumità fisica. Eppure, a ben vedere, anche in Occidente accadeva qualcosa di simile, poco più di un secolo fa: la libertà di andare in bicicletta è stata una conquista ottenuta dagli sforzi e dalla volontà di ferro delle nostre nonne e bisnonne.

In alcuni Paesi islamici, una donna in bicicletta viola il comune senso del pudore, in quanto, pedalando seduta su un sellino, mette in mostra il suo corpo e assume atteggiamenti ritenuti “provocanti”. Più in generale, è possibile che la bici venga condannata per l’autonomia che potrebbe regalare ad una donna: una situazione del tutto analoga a quella che, in Arabia Saudita, fa sì che alle donne sia vietato guidare un’auto.

Ed è così che milioni di bambine, ragazze e donne si vedono preclusa la possibilità di accedere ad un mezzo di trasporto pratico, sostenibile ed economico, che potrebbe aiutarle in numerose situazioni della quotidianità e che, nel momento in cui emigrano nei Paesi occidentali, potrebbe anche favorirne l’integrazione sociale e culturale.

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È questo il punto di vista che ha portato al lancio di Mamme in Bici, un corso di bicicletta gratuito che ha aperto i battenti lo scorso gennaio a Milano e che, al momento, viene frequentato da diciotto mamme provenienti da Paesi diversi, tutte desiderose di acquisire una maggiore indipendenza e di muoversi meglio in città, rompendo un tabù.

Il corso, che si protrarrà fino al mese di maggio, è ideato e coordinato da Cyclopride Italia Aps, con la collaborazione dell’associazione Mamme a scuola, e si tiene ogni settimana nei locali dell’Istituto Comprensivo Scolastico “L. Cadorna”. Il calendario delle lezioni propone sia contenuti teorici che pratici sui diversi aspetti della mobilità ciclistica, dalla storia del costume fino al codice della strada e alle nozioni di base per eseguire piccole riparazioni. E, ovviamente, passo dopo passo, si impara a pedalare.

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Oltre ad aver ottenuto il patrocinio del Comune di Milano, il corso è sostenuto da donazioni spontanee e dal lavoro volontario di cinque operatrici. E, a conclusione del ciclo di lezioni, tutte le partecipanti riceveranno in dono una bicicletta completa di accessori, in modo che le nozioni apprese “a scuola” non vadano perse e che la bici possa diventare, per loro, un mezzo di trasporto “normale”, da utilizzare all’occorrenza, senza più paure, remore o inibizioni.

Al fine di favorire la prosecuzione del progetto per il prossimo anno e permettere che venga replicato in altre città italiane, lo scorso 8 marzo Cyclopride ha anche lanciato un crowdfunding appositamente dedicato.

Lisa Vagnozzi
Photo Credits: Mamme in bici

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