10 lezioni da imparare sulla bici dalle città europee

Cosa possiamo imparare dagli esempi delle altre città più a misura di bicicletta?

In un mondo in cui, nonostante la crisi, milioni di persone si interrogano quotidianamente su quale modello di auto comprare, l’imminente arrivo della primavera mi ha spinta a dare una chance alla cara, vecchia bicicletta. È stato subito amore: con un piccolo sforzo quotidiano, infatti, mi sono liberata dalla dipendenza cronica dagli autobus perennemente in ritardo, ma soprattutto dai costi insostenibili dei parchimetri italiani.

Mi sono così documentata su Internet, alla ricerca di idee per migliorare la neonata storia d’amore fra me e la mia bici e mi sono imbattuta in un articolo scritto da Christine Grant. La giornalista ha trascorso sei mesi in alcune grandi città europee, dove ha imparato innumerevoli lezioni sul mondo a due ruote.

Le infrastrutture non sono un semplice accessorio

Generalmente le città sono dotate di rastrelliere e spazi per garantire un parcheggio comodo e sicuro per le biciclette. Ma troppo spesso ciò non accade. Le macchine parcheggiate a sinistra dei posti bici creano una barriera fra veicoli motorizzati e non. E ciò succede anche nelle città del Nord Europa, Danimarca compresa. Le città danesi sono però dotate di semafori pensati apposta per i ciclisti, per i quali il verde scatta leggermente prima che per le auto, garantendo maggior visibilità e di conseguenza maggior sicurezza. In Italia da qualche settimana si sta combattendo per aumentare le infrastrutture dedicate alla bici e diminuire i pericoli sulle strade per i ciclisti. Appoggiate la campagna #salvaiciclisti

Il Bike-sharing comporta solo vantaggi

I programmi di bike-sharing si stanno diffondendo in tutto il mondo. In particolare, questa tendenza si è diffusa a Barcellona, dove è anche diminuito il numero di incidenti su due ruote rispetto al 2005. Attualmente, il 46% delle persone che gira in bicicletta a Barcellona utilizza le bici rosse previste dal programma Bicing. Purtroppo in Italia nonostante la nascita di molti servizi anche nelle grandi città, il bi-sharing non ha ancora preso piede come dovrebbe. Proprio in questi giorni Legambiente ha diffuso un manuale per le amministrazioni locali affinché riescano a superare i limiti e migliorare il servizio.

La bici fa bene alla sanità pubblica

La vita sedentaria raddoppia il rischio di problemi cardiovascolari, diabete e obesità. Per combatterli bastano trenta minuti di esercizio moderato ogni giorno, unito a una corretta alimentazione: sempre più persone, infatti, non sono in grado di mangiare in modo sano. Almeno il 40% dei Danesi trascorre la sua mezz’ora quotidiana di esercizio fisico andando a scuola o al lavoro in bici. Il Dipartimento per la salute pubblica di Copenaghen ha inoltre calcolato che una mezz’ora di pedalata comporta un risparmio medio di 1 euro e 30 centesimi sui medicinali e la spesa sanitaria pubblica.

Pedalare aiuta la vostra autostima

I ciclisti permettono allo Stato di risparmiare sui provvedimenti contro l’inquinamento, per la riduzione del traffico e per il buon mantenimento delle strade. Molte città europee hanno compiuto piccoli gesti per mostrare la loro gratitudine; Copenaghen, per esempio, ha iniziato a disporre dei poggiapiedi agli incroci con la scritta: “Ciao ciclista! Riposa i tuoi piedi qui… e grazie per la tua pedalata per la città!“.

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Dimenticate gli autovelox: le strade assomigliano a cortili spaziosi

L’ingegnere tedesco Hans Moderman odiava i segnali stradali. La sua concezione della strada era molto semplice: molti autisti non guardano i cartelli; i semafori a tempo non ottengono grandi risultati, quasi tutti i conducenti accelerano per risparmiare tempo. Monderman ha così ripensato le strade della Germania affinché i conducenti si sentano come se stessero attraversando il cortile di qualcuno. Nel suo piano sono compresi cestini da picnic, panchine, alberi, vasi di fiori e tavolini da ping-pong. Gli autisti, inoltre, sono tenuti a rispettare le regole base di convivenza civile. Molte zone residenziali, in particolare in Svizzera, stanno attualmente seguendo il modello di Monderman. In Italia sarebbe possibile?

Una bici fa risparmiare

L’economista Donald Shoup è solito dire “Chi vuole comprare un’auto, non dovrebbe farlo nelle più grandi città del mondo“. Ed è vero: il parcheggio nelle grandi capitali europee si aggira sui 3 euro all’ora, per non parlare del costo della benzina o delle spese per assicurazione e bollo. E poi volete mettere l’investimento iniziale per acquistarla?

Pedalare non richiede indumenti particolari

È possibile andare in bicicletta senza fatica con gli stessi vestiti che indosseremmo per camminare o guidare. Le donne, in particolare, possono mostrare la loro eleganza anche in questa circostanza; parimenti, gli uomini possono benissimo pedalare in giacca e cravatta.

Una bici elettrica è per tutti

In futuro potremmo muoverci su bici elettriche – Una carrozzina con due bambini può rappresentare un ostacolo quando si cammina lungo una strada particolarmente affollata. È questo il motivo per il quale molti genitori a Zurigo, in Svizzera, utilizzano bici elettriche. Esse possono anche aiutare le persone che combattono contro l’obesità o che si stanno riprendendo da un attacco di cuore. A Zurigo sono attualmente in vendita biciclette elettriche particolarmente utili ai disabili, che altrimenti dovrebbero dipendere dai mezzi pubblici.

Stare a contatto con la natura è emozionante

Olfatto e tatto sono i sensi maggiormente collegati alle nostre emozioni. Migliaia di ciclisti provano un inaspettato senso di felicità nel connettersi alla natura attraverso una bicicletta. Trascorrere una parte della giornata all’aria aperta fa decisamente bene alla nostra salute e il procedere lento delle bici aiuta a notare elementi dell’ambiente circostante che in auto andrebbero perduti per sempre.

Utilizzare la bicicletta può aiutarvi a trovare un lavoro

Gli Olandesi sono la popolazione che utilizza maggiormente la bici: questo perché i suoi cittadini hanno permesso ai politici di comprendere quanto la presenza di infrastrutture per i mezzi su due ruote costituisca una priorità. Migliori infrastrutture spingono più persone ad andare in bici, il che significa più posti di lavoro necessari per costruirle.

Uno stile di vita del genere sostituisce inquinamento, rumore e pericolo con eleganza, attività fisica e stile. Alcune città europee rappresentano un perfetto esempio di assetto urbano pensato per le due ruote… perché non prendere esempio anche nel Belpaese?

Serena Baronchelli

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