Il metano dà una mano (all’ambiente e alla salute)

Uno studio dell'università Bocconi, quantifica i benefici all'ambiente e alla salute apportati dall'adottre il metano come carburante

È ormai riconosciuto da molto tempo che le auto a metano hanno emissioni inquinanti di molto ridotte rispetto alle motorizzazioni tradizionali e il crescente interesse del pubblico è accolto con favore da molte voci “ambientaliste”. Adesso il supporto al metano per autotrazione ha una solida base scientifica su cui basarsi: uno studio del Certet (Centro di economia regionale, dei trasporti e del turismo) della Università Bocconi di Milano, che ha quantificato gli impatti ecologici, economici e sulla salute legati all’utilizzo dei carburanti alternativi.

Il gas naturale ne esce vittorioso su tutti i campi, in particolare sugli effetti nocivi per la salute legati alle emissioni di particolato. Qualche cifra: se nel triennio 2009-2011 le auto alimentate a metano circolanti in Italia raggiungessero il 3,3%, ci sarebbe una diminuzione annua delle cause di morte (tumori delle vie respiratorie, infarti, ictus, malattie cardiovascolari e respiratorie) dell’1,3%. E se i veicoli a metano salissero al 10% la diminuzione annua della mortalità per cause analoghe risulterebbe poco inferiore al 4%.

In particolare ci sarebbero per la popolazione infantile una diminuzione pari a 197 casi di bronchite e 2641 casi di “lower respiratory symptoms” nelle principali metropoli. Per gli adulti le diminuzioni più sensibili ci sarebbero per i casi di asma (4.197 casi in meno), con 10.101 giornate giornate di lavoro perse in meno. Nello scenario che ipotizza un 10% di circolante a metano si stima che per la popolazione infantile ci sarebbe una diminuzione pari a 617 casi di bronchite e 8252 casi di “lower respiratory symptoms”; 13.115 casi di asma in meno e 31.567 giornate di lavoro perse in meno è la stima per quanto riguarda gli adulti.

Grazie a un risparmio del 25% rispetto alle emissioni di anidride carbonica degli altri carburanti e tra il 96% e il 98% di quelle di monossido di carbonio (CO), ossidi di azoto (NOx) e idrocarburi non metanici (NMHC), il risparmio in termini di costi sociali è quantificabile in circa 15,2 milioni di euro, di cui 7,13 milioni di euro derivanti dalle minori emissioni di particolato e 4,46 milioni di euro dalla riduzione di CO2.

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