Controllare la pressione delle gomme fa bene all’ambiente

Dimenticarsi di gonfiare gli pneumatici della propria auto, o non rispettare un periodico controllo della pressione, può costare caro. Molto caro. Addirittura 4 miliardi di litri di carburante sprecati, o se vogliamo 5,2 miliardi di euro. Quanto alle emissioni nocive nell'atmosfera, non è che le cose vadano meglio: 9,3 milioni di tonnellate di CO2. In media, ogni vettura circolante disperde 3,47 g/km di anidride carbonica. Tutto questo perché non sempre ci si ricorda di controllare l'esatta pressione delle gomme.

Dimenticarsi di gonfiare gli pneumatici della propria auto, o non rispettare un periodico controllo della pressione, può costare caro. Molto caro. Addirittura 4 miliardi di litri di carburante sprecati, o se vogliamo 5,2 miliardi di euro. Quanto alle emissioni nocive nell’atmosfera, non è che le cose vadano meglio: 9,3 milioni di tonnellate di CO2. In media, ogni vettura circolante disperde 3,47 g/km di anidride carbonica. Tutto questo perché non sempre ci si ricorda di controllare l’esatta pressione delle gomme.

È il risultato di una lunga inchiesta, condotta dalla Bridgestone (uno dei maggiori Gruppi di pneumatici al mondo) in una serie di controlli di sicurezza operati nei parcheggi dei centri commerciali e nelle aree pubbliche di sosta per tutto il 2009.

L’iniziativa, che rientrava nella campagna di educazione alla sicurezza stradale “Think before you drive” promossa dalla Federazione Internazionale dell’AutomobileFIA e portata avanti in collaborazione con i Club automobilistici nazionali, potrà essere, in un certo senso, “parziale”, ma rivela che molti automobilisti in Europa viaggiano con un errato gonfiaggio alle gomme dell’auto.

Addirittura il 26,5 per cento dei 52400 automobilisti che in 15 Paesi si sono sottoposti al controllo, come dire uno su quattro e oltre, non si cura del fatto che la vettura utilizzata quotidianamente ha la pressione delle gomme troppo bassa (almeno 0,5 bar rispetto alla pressione consigliata dal Costruttore).

Quali sono le conseguenze di questa “distrazione”? Essenzialmente di due tipi. La sicurezza (viaggiare con pneumatici a pressione molto inferiore, o con il battistrada usurato a meno di 1,6 mm di spessore è causa di problemi di stabilità del veicolo, dunque di sicurezza per il conducente, i passeggeri e, indirettamente, gli altri veicoli).

E una cattiva attenzione nei confronti dell’ambiente. È stato, infatti, calcolato che gli pneumatici a pressione eccessivamente bassa, siccome provocano una eccessiva resistenza al rotolamento (fattore che indice per il 20 – 25 per cento della forza totale esercitata su un veicolo), subiscono una usura precoce. Il 3 per cento delle gomme controllate nella campagna “Think before you drive”, infatti, andava incontro ad un 50 per cento di riduzione della percorrenza. Tradotto in numeri: 28,5 milioni di pneumatici che vengono sprecati a causa di una usura precoce.

Inoltrre, in termini di consumo, questo vuol dire 4 miliardi di litri di carburante sprecati, e una media di 3,47 g/km di CO2 di emissioni in più liberate nell’atmosfera.

Un approccio eco friendly nei confronti dell’ambiente, perciò, inizia dalle piccole cose, quegli accorgimenti ai quali spesso non si fa caso. Ma che, tirate le somme, risultano essere i fattori più nocivi per l’ambiente.

Piergiorgio Pescarolo

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