CAR-puccino, l’auto che “beve” caffè

Di auto che funzionano a carburanti alternativi ne sono stati presentati molti esempi. Ma che una vettura sia alimentata a caffé, questa ancora mancava. L'idea è stata sviluppata dallo staff editoriale del programma televisivo della BBC1 Bang Goes The Theory, che intendeva sperimentare come qualsiasi materiale in grado di sviluppare calore possa far muovere un veicolo.

Di auto che funzionano a carburanti alternativi ne sono stati presentati molti esempi. Ma che una vettura sia alimentata a caffè, questa ancora mancava. L’idea è stata sviluppata dallo staff editoriale del programma televisivo della BBC1 “Bang Goes The Theory”, che intendeva sperimentare come qualsiasi materiale in grado di sviluppare calore possa far muovere un veicolo.

Chicchi di caffé compresi, che emanano potere calorico quando vengono tostati, partendo dallo stesso principio delle comuni caffettiere, come ha spiegato Nick Watson, produttore della trasmissione televisiva: Possiamo utilizzare il caffé come un carburante, allo stesso modo del legno e del carbone, rispetto ai quali il caffé possiede un più elevato potere calorico, cuoce ad una temperatura più alta e libera meno cenere. L’importante è che sia ben secco, in modo da far penetrare l’aria in maniera efficace e permettere l’esplosione della miscela“.

Per questa prova, i tecnici sono partiti da una vecchia Volkswagen Scirocco del 1988, acquistata per 400 sterline. La vettura, ribattezzata “CaRpuccino”, ha già avuto il suo momento di notorietà. Prima di essere esposta alla rassegna scientifica “Big Bang Science Fair”, che si è svolta a Manchester nei giorni scorsi, è stata infatti provata su strada da Londra a Manchester: un raid di 340 km.

Carpuccino2

Il viaggio, fra l’altro, è servito a dimostrare due fattori importanti. Il primo: la conversione dell’alimentazione dalla comune benzina al prodotto della tostatura del caffé è possibile. Il secondo: si è trattato di una sperimentazione utile, per il momento, solo in via teorica, perché il consumo di caffé (circa 70 kg) è stato tale che il costo del “carburante” si è rivelato in netta perdita rispetto alla benzina.

Carpuccino4

Il funzionamento finale della Volkswagen Scirocco “CaRpuccino” avviene al termine di quattro fasi. Nella prima, i chicchi di caffé vengono fatti cadere all’interno di un grande cilindro, un gassificatore per legno in grado di sviluppare una potenza di 20 kWh, che li riscalderà fino a 700°.

La risultante di questo primo passo è la liberazione di idrogeno e monossido di carbonio. Il gas che è stato prodotto viene, a sua volta, fatto passare all’interno di una serpentina, per raffreddarsi. Da qui, avviene il trasferimento in due filtri. Il primo ha il compito di depurare la sostanza da qualsiasi materia solida. Il secondo elimina il catrame. Nell’ultima fase, il gas depurato arriva all’interno della camera di scoppio.

La vettura, dunque, funziona, e secondo i tecnici che ne hanno sviluppato il principio, è in grado di mantenere una velocità di crociera di 65 miglia orarie (105 km/h). Il problema per la realizzazione pratica di questo esperimento sta nei costi: per il tragitto da Londra a Manchester sono stati necessari 70 kg di caffé, che nei supermarket inglesi viene venduto a cifre che vanno dai 15 ai 30 euro al kg. In sostanza: il raid è costato 1000 – 2000 euro: come dire, 25 – 50 volte di più rispetto ai 40 euro circa richiesti dalla copertura della tratta con l’alimentazione a benzina.

Inoltre, ogni 70 km circa è necessario fermarsi, rifornire il cilindro gassificatore con del caffé, levare l’acqua, cambiare i filtri ed eliminare la cenere.

Tuttavia, il sasso è stato lanciato. Rispetto alle “vecchie” alimentazioni a gasogeno, che erano salite a una certa fama negli anni immediatamente precedenti la Seconda guerra mondiale, almeno ha il vantaggio di un potere calorico più elevato.

L’idea delle vetture alimentate… ad alimenti sembra che negli ultimi tempi stia prendendo piede. Solo pochi mesi fa era stata presentata la World First Racing, una monoposto completamente green: scocca ricavata dalle patate, sedile di soia e volante… dalle carote: un bolide costruito da un gruppo di studenti dell’Università di Warwick.

Piergiorgio Pescarolo



Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook