“Tremare senza paura”: la Via Francigena in bici per sfidare il Parkinson, l’impresa di Paolo Muzi

Paolo Muzi, affetto dal Parkinson, non vuole farsi fermare e ha deciso di fare oltre 1.000 km in bici lungo la Via Francigena per incoraggiare chi sta lottando contro la malattia come lui

Paolo Muzi, un ciclista affetto dal morbo di Parkinson dal 2019, ha intrapreso una straordinaria avventura: percorrere in bicicletta oltre 1.000 chilometri lungo la Via Francigena, dal Colle del Gran San Bernardo fino a Roma. Questo viaggio, che si snoderà in circa venti giorni, non è solo una sfida personale, ma vuole anche dare un messaggio di speranza per chi convive con questa malattia.

Dopo aver ricevuto la diagnosi, Muzi ha deciso di non lasciarsi limitare dalla sua condizione e di continuare a vivere pienamente. Con il pensionamento avvenuto a maggio, ha sentito la necessità di trasformare la sua esperienza in un’iniziativa che potesse aiutare altri nella sua situazione.

Così è nata “Tremare Senza Paura”, un progetto mirato a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’attività fisica nella gestione del Parkinson e a sostenere le persone colpite da questa malattia. L’iniziativa è concepita per incoraggiare la mobilità e l’azione, due elementi fondamentali per affrontare i sintomi del Parkinson.

L’obiettivo è combattere gli effetti psicologici negativi del Parkinson

Muzi desidera dimostrare che, nonostante le sfide, è possibile mantenere uno stile di vita attivo e positivo. Il suo viaggio è anche un’opportunità per incontrare e coinvolgere altri ciclisti e persone che condividono la sua battaglia. Con il motto “Tremare Senza Paura”, Muzi intende ispirare gli altri a non arrendersi e a reagire alle difficoltà generate dalla malattia.

Il percorso che Muzi ha pianificato è articolato in 15 tappe e prevede un dislivello totale di 9.800 metri. La partenza è avvenuta il 6 settembre e il suo obiettivo è quello di arrivare a Roma, in Piazza San Pietro, il 26 settembre. Durante il tragitto chiunque sia interessato potrà unirsi a lui, sia per un breve tratto che per l’intero viaggio oppure semplicemente per scambiare due chiacchiere durante una pausa caffè.

Paolo vuole anche combattere gli effetti psicologici negativi associati alla diagnosi di Parkinson, che spesso portano a isolamento sociale e a un abbassamento del morale. Per questo motivo la sua avventura lungo la Via Francigena cerca di creare una rete di supporto per tutti coloro che lottano contro questa malattia, incoraggiandoli a rimanere attivi e a non sentirsi soli nella loro battaglia quotidiana.

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