La bicicletta in città: elogio alla lentezza

Nonostante il ritardo rispetto al resto d'Europa, anche in Italia comincia a diffondersi e ad incentivarsi l'uso della bicicletta in città.

Chi non ha mai fischiettato il famoso motivetto anni ’80 di Cocciante trovandosi a fare una bella e salutare passeggiata in bici? Diciamocela tutta, spostarsi in bicicletta non solo è un’ottima cura contro le maniglie dell’amore, miei cari maschietti, o i celeberrimi cuscinetti, miei adorate femminucce, ma infonde allegria e un gradevole affrancamento dalla costrizione del traffico in auto. Inoltre, c’è da mettere in conto anche il basso impatto ambientale che tutto ciò comporta.

A questo punto, quello che c’è da auspicarci è di non ricordarsi di pompa e caschetto solo la domenica mattina, ma sempre, quotidianamente e ad ogni spostamento. Questione di cultura ed educazione che in gran parte di Italia mancano, ma se guardassimo un po’, guarda caso, quello che succede nel resto d’Europa…

A Strasburgo, per esempio, si contano 330 vie a senso unico solo per i ciclisti (fonte: Fiab), o a Parigi, Berlino e Barcellona, dove abitanti e turisti possono affittare una bici in qualsiasi ora del giorno e in qualunque punto della capitale, o ancora Londra, dove il sindaco Johnson sta mettendo a disposizione 6 mila biciclette su 200 di collegamento tra diversi punti chiave della città.

Ma non demoralizziamoci! Anche in Italia, nonostante il ritardo culturale, ci sono numeri positivi grazie a città che hanno scommesso sulla lenta e salubre vita a due ruote. Sono ben 74 quelle che hanno aderito a “C’entro in bici“, un sistema di bike sharing, col quale ci si registra e si riceve in dotazione una chiave che permette di prelevare una bici nella propria città o in un’altra del circuito.

E comunque, “per seguir virtute e canoscenza”, bisogna andare innanzitutto a Ferrara, prima in classifica in fatto di ecosostenibilità a pedali. Denominata “città delle biciclette”, qui il mezzo a due ruote è presente nel 90% delle famiglie e di media si contano 2 bici per nucleo familiare (fonte: Unità operativa statistica Comune di Ferrara ).

A Reggio Emilia la bicicletta fa parte del “Piano urbano di mobilità“, rientrante nell’Accordo di programma regionale sulla qualità dell’aria. In pratica, si calcola che in dieci anni la rete esistente arriverà a 300 chilometri. Mentre a Bolzano è ormai in funzione da poco più di due anni il primo “bicycle barometer” per misurare tutti i passaggi di ciclisti.

E, tanto per citare una chicca del sud, a Bari l’assessore alla Mobilità e al traffico ha conquistato il premio “Ambientalista dell’anno 2008“, modificando il capoluogo con isole pedonali e bike sharing.

Infine, c’è chi è pronto a giurare che, oltre all’ambiente, la bicicletta può giovare anche alle casse dello stato se solo si riuscisse a rendere più efficiente la macchina del cicloturismo, così come hanno fatto gli svizzeri. Il loro sistema “Cycling in Switzerland” rende, infatti, ogni anno 100 milioni di euro. Nel Belpaese, sono già molti gli stranieri pronti a pedalare in Maremma, lungo l’Adige o sulla neonata Treviso-Ostiglia, ma ancora molto c’è da fare.

Quindi, in sella signori! Con un bici vi sentirete di certo più giovani!

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