La seconda compagnia petrolifera del Giappone punta sulle emissioni zero con questa piccola city car elettrica da 10.000 dollari

Uno dei maggiori colossi petroliferi giapponesi si converte alle auto elettriche: a fine anno una city car da circa 10.000 euro

Un giorno le stazioni di servizio che prima erogavano benzina e gasolio distribuiranno solo energia elettrica al posto dei carburanti tradizionali: come quelle della Idemitsu Kosan, famoso colosso petrolifero del Giappone. Un’istituzione per il paese del Sol Levante: fondata nel 1911, estrae, produce e distribuisce carburanti e prodotti derivati dal petrolio come plastiche ed è una delle maggiori aziende globali del settore oil&gas.

Idemitsu ha deciso che inizierà commercializzare una propria microcar elettrica, avviando la propria transizione verso attività più ecosostenibili o quanto meno, meno inquinanti, spinta anche dalla volontà del governo giapponese espressa lo scorso anno di far circolare solo auto elettriche entro la fine del prossimo decennio.

Una svolta importante, per il paese che è la patria del maggiore costruttore globale Toyota e di altri colossi dell’auto come Honda, Nissan e Suzuki.

Deve ancora essere battezzata con un nome accattivante per il mercato, ma Idemitsu sostiene che la sua auto cittadina sarà pronta alla fine di quest’anno e costerà circa 10.000 dollari.

Lunga quasi 2 metri e mezzo e larga poco più di 1 metro e 30, la citycar di Idemitsu promette di ospitare fino a quattro persone a bordo e farle viaggiare a propulsione elettrica per 100 km per una velocità massima di 60 km/h.

Sarà realizzata in collaborazione con la Tajima EV, costruttore di veicoli elettrici fondato dal campione di rally giapponese Nobuhiro Tajima e disegnata da una matita di lusso: Ken Okuyama, ex direttore dello stile di Pininfarina e designer per Ferrari (opera sua una delle Ferrari più importanti degli ultimi decenni, la Ferrari Enzo).

La vendita e l’assistenza avverranno attraverso le 6.400 stazioni di servizio Idemitsu in Giappone che già propongono in sharing le microcar elettriche di Tajima EV, in un’operazione che sembra anticipare mosse simili da parte del resto delle più grandi aziende compagnie petrolifere del mondo.

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