Sciopero benzinai: da domani iniziano a chiudere, prima quelli delle autostrade e poi gli altri. A rischio merci essenziali

Da domani stop impianti a benzina. Si inizia con quelli della rete autostradale, dei raccordi e delle tangenziali. Seguiranno via via tutti gli altri

Le file che in questi giorni abbiamo visto nei supermercati prima e nei tabaccai poi, rischiano di ripetersi ora anche presso i benzinai. Da domani, infatti, inizia lo stop degli impianti a benzina. Si inizia con quelli della rete autostradale, dei raccordi e delle tangenziali. Seguiranno via via tutti gli altri, anche lungo la viabilità ordinaria.

Lo annunciano in una nota Faib (Confesercenti), Fegica (Cisl), Figisc/Anisa (Confcommercio), lamentando l’estrema difficoltà per la Categoria di garantire il pubblico servizio di distribuzione carburanti lungo la rete autostradale (e non solo), stante “il totale disimpegno dei sub-concessionari, affidatari del servizio, e delle società Concessionarie”.

L’annuncio sta facendo tremare l’Italia intera, perché uno stop dei benzinai metterebbe in forte difficoltà gli autotrasportatori (che pure hanno minacciato un blocco), e di conseguenza ne risentirebbe l’approvvigionamento alimentare, e non solo, di tutto il Paese. La serrata dei distributori mette alle strette tutti noi, anche se siamo a casa e non usciamo.

Le associazioni di categoria segnalano, da parte loro, la mancanza di ogni presidio atto a contrastare la diffusione del contagio (con rischi preoccupanti per i Gestori, gli addetti e clientela che per necessità inderogabili percorre l’autostrada) in evidente inadempimento delle norme introdotte per l’emergenza. Sottolineano che i Gestori si trovano nella condizione – nella loro situazione di micro imprese – di dover “presidiare 24 ore su 24 un sedime lungo il quale il traffico è sostanzialmente azzerato”.

I benzinai lamentano di essere i “dimenticati” di questa crisi, mentre le loro attività si sono ridotte dell’85 per cento.

“Noi, da soli, non siamo più nelle condizioni di assicurare né il necessario livello di sicurezza sanitaria, né la sostenibilità economica del servizio. Di conseguenza gli impianti di rifornimento carburanti semplicemente cominceranno a chiudere: da mercoledì notte quelli della rete autostradale, compresi raccordi e tangenziali; e, via via, tutti gli altri anche lungo la viabilità ordinaria”, spiegano.

La protesta riguarderà oltre 100.000 addetti in tutta Italia, che attualmente stanno garantendo la distribuzione di energia e carburante “senza alcuna menzione, senza alcun sostegno né di natura economica, né con attrezzatura sanitaria adeguata”:

“Queste 100.000 persone risultano essere letteralmente invisibili, presenza data per scontata, indegna persino di quella citazione che di questi tempi non si nega a nessuno. Noi non siamo certo eroi, né angeli custodi. Ma nessuno può pensare di continuare a trattarci da schiavi, né da martiri. Siamo persone con famiglie da proteggere, cittadini tra gli altri che sanno di dover assolvere ad una responsabilità di cui non si vogliono spogliare, ma a cui non può essere scaricato addosso l’intero carico che altri soggetti, con ben altri mezzi, disponibilità economiche e rendite, si ostinano ad ignorare”.

La replica dei trasportatori non si è fatta attendere:

“Il minacciato blocco da parte dei benzinai deve essere assolutamente evitato: a rischio il trasporto delle merci essenziali – l’allarme è del vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggè, che invita il Governo a fornire risposte alle richieste dei gestori degli impianti di rifornimento.

“Auspichiamo un immediato intervento del Governo perché, se le sigle dei gestori di carburante dovessero confermare il fermo, annunciato a partire da domani, si avrebbe come effetto il rischio della conseguente sospensione dei servizi essenziali già precari che oggi le imprese dell’autotrasporto stanno garantendo agli ospedali, alle farmacie, alle attività produttive e ai negozi di generi di prima necessità”.

Fonte: Figisc

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