La rosa dei venti: che cos’è, la storia, la simbologia e come interpretarla

Origine e come interpretare la rosa dei venti, il diagramma della mappache riassume le informazioni sul vento in una particolare posizione e per un periodo di tempo specifico.

Origine e come interpretare la rosa dei venti, il diagramma della mappache riassume le informazioni sul vento in una particolare posizione e per un periodo di tempo specifico.

La rosa dei venti è una rappresentazione grafica che riassume le provenienze dei venti che soffiano in una determinata zona del mondo in un certo periodo di tempo. Prima dell’avvento della bussola, la rosa dei venti era anche la guida presente sulle carte nautiche per mostrare le direzioni degli otto venti. La moderna rosa dei venti utilizzata ancora oggi dai metereologi fornisce la percentuale del tempo che il vento soffia da ogni direzione durante il periodo di osservazione, la forza, ma anche la percentuale di tempo in cui si osservano aria calma o venti leggeri.

Questa rosa dei venti di solito ha otto linee radianti, le cui lunghezze sono proporzionali alla frequenza del vento, mentre lo spessore delle linee, o le piume attaccate ad essa, ne indica la forza. La frequenza dell’aria calma o quasi calma è data invece da un numero al centro.

La rosa dei venti è da sempre uno degli strumenti più utili per i marinai e ora la troviamo rappresentata soprattutto durante le previsioni meteorologiche. Ogni vento ha un nome e un’origine molto interessante da scoprire.

Storia e significato della rosa dei venti

In passato, quando la navigazione era solo a vela e non esistevano ancora le bussole magnetiche, consultare la rosa dei venti era molto importante per poter conoscere la direzione dei venti e dunque orientarsi in mare aperto. Ancora oggi la rosa dei venti è considerato uno degli strumenti più preziosi per i marinai.

Gli otto venti della rosa erano già noti addirittura ai greci, che generalmente facevano coincidere ogni vento con la direzione da seguire per una particolare rotta. Successivamente, lo studioso romano Plinio, esperto di navigazione, riprese gli studi ellenici e realizzò una rosa dei venti a 8 punte, fatta apposta per i naviganti.

Le prime rose dei venti conosciute apparvero sulle carte di navigazione utilizzate nel XIII secolo da marinai italiani e spagnoli. La sua diffusione in Italia avvenne, infatti, nel periodo della nascita delle Repubbliche Marinare, quando il simbolo era posizionato al centro del Mar Mediterraneo, per l’esattezza sull’isola di Zante. Gli otto punti erano contrassegnati con le iniziali dei venti principali; a volte il punto est aveva una croce e il punto nord aveva un giglio. In queste raffigurazione, non c’era alcuna differenziazione tra le direzioni cardinali e i venti che soffiavano da quelle direzioni. Il nord era raffigurato con un fleur de lis , mentre l’est era rappresentato come una croce cristiana per indicare la direzione di Gerusalemme dall’Europa

Quando la bussola magnetica iniziò ad essere utilizzata nella navigazione, la rosa dei venti fu combinata con essa e usata come carta dei venti .

La più antica rappresentazione della rosa dei venti giunta fino a noi risale al 1375 e oggi è custodita alla Biblioteca Nazionale di Francia. Gli storici hanno attribuito questa raffigurazione, inserita nell’Atlante catalano, al cartografo spagnolo Abrahm Cresques.

Come viene usata oggi la rosa dei venti?

grafico rosa dei venti

Grafico della rosa dei venti per il Fresno Air Terminal, Fresno, California, aprile 1961

La rosa dei venti non è mai diventata obsoleta e, al contrario di quanto si pensi, rappresenta ancora oggi uno strumento molto utile in meteorologia. Il grafico della moderna rosa dei venti  permette, infatti, di rappresentare in maniera sintetica la distribuzione delle velocità del vento per direzione di provenienza in uno specifico luogo. La lunghezza di ogni “raggio” attorno al cerchio è correlata alla frequenza con cui il vento soffia da una particolare direzione per unità di tempo. Ogni cerchio concentrico rappresenta una frequenza diversa, che emana da zero al centro a frequenze crescenti nei cerchi esterni.

Un grafico della rosa dei venti può contenere informazioni aggiuntive, in quanto ogni raggio è suddiviso in bande colorate che mostrano gli intervalli di velocità del vento. Le rose dei venti utilizzano tipicamente 16 direzioni cardinali, come nord (N), NNE, NE, ecc., Anche se possono essere suddivise in 32 direzioni.

La compilazione di una rosa dei venti si rivela oggi preziosa anche nell’ambito della progettazione delle piste degli aeroporti per assicurare delle  migliori condizioni di decollo e atterraggio.

Gli 8 venti della rosa

rosa dei venti copia

Ognuno degli otto venti della rosa ha un’origine e un nome particolarmente interessanti. Scopriamoli tutti.

Tramontana

La tramontana è un vento freddo proveniente da Nord. Il vento di tramontana può presentarsi sia quando il cielo è sereno sia quando è nuvoloso. In quest’ultimo caso si parla di tramontana scura. In Liguria esiste il proverbio: “Tramontana scura, pioggia sicura”. L’origine del nome tramontana non è associata al tramonto, come di solito si pensa. Potrebbe invece derivare dalla locuzione latina “trans montes” che significa al fatto che questo vento spira dal cuore delle Alpi, cioè dal punto che gli antichi Romani identificavano con il Nord.

Un’altra ipotesi dice invece che considerando il punto di riferimento tradizionale della rosa dei venti, cioè l’isola di Zante nel Mar Ionio, il termine “tramontana” indica i monti dell’Albania e del Nord della Grecia, posti nella direzione dalla quale spira il vento.

Grecale

Il vento grecale si chiama così perché dall’isola di Zante, punto di riferimento della rosa dei venti, soffia da Nord-Est in corrispondenza della Grecia. In inverno il grecale è un vento freddo e secco. In estate il vento di grecale soffia come brezza di terra lungo le coste del Tirreno e come brezza di mare lungo il litorale adriatico.

Maestrale

Il maestrale, o “mistral”, dall’antico provenzale, è un vento che spira da Nord-Ovest. Si chiama così probabilmente perché è il vento “maestro” cioè il principale di tutti i venti. Il maestrale soffia quando le correnti di aria polare o artica arrivano alle coste della Provenza e raggiungono il Mediterraneo. Le correnti di maestrale possono giungere fino alle coste della Corsica o della Sardegna. L’arrivo del maestrale nel Nord Italia può coincidere con le nevicate, anche in pianura.

Levante

Il levante è un vento che soffia da Est verso Ovest. Nell’antichità si chiamava Apeliote o Euro. In Italia il vento di levante si fa sentire soprattutto sul Tirreno e sulla parte centro-meridionale dell’Adriatico. È un vento fresco e umido che porta nebbia e precipitazioni. Verso Gibilterra può provocare mare agitato e trombe marine. Durante l’inverno il levante è spesso accompagnato da piogge forti.

Ponente

Zefiro o Espero sono gli altri nomi del vento di ponente, un vento del Mediterraneo che, al contrario del Levante, soffia da Ovest verso Est. Di solito si tratta di una brezza marina presente durante la stagione estiva lungo le coste tirreniche, in particolare della Toscana e del Lazio e nell’entroterra corrispondente. In inverno lo troviamo anche in Campania e in Calabria, dove indica la fine di una perturbazione e l’arrivo del bel tempo.

Scirocco

Lo scirocco è un vento caldo che proviene da Sud-Est. Secondo la rosa dei venti il nome scirocco è legato alla Siria. Soffia più di frequente in autunno e in primavera e di solito la presenza dello scirocco si prolunga per almeno tre giorni. Lo scirocco non dura mai un giorno solo e spesso le giornate in cui soffia sono seguite da un giorno di vento freddo.

Porta verso l’Europa un clima caldo e umido ed è il responsabile della polvere che arriva fino a noi dalle coste dell’Africa. Lo scirocco fa aumentare le temperature nel nostro territorio. In Sicilia, soprattutto a Palermo, lo scirocco può arrivare anche in inverno portando delle raffiche di vento caldo. Le giornate di vento caldo sono frequenti anche in Liguria.

Ostro o Mezzogiorno

Si chiama ostro o vento di mezzogiorno. Ostro deriva dal latino “Auster” che significa “vento australe”. È un vento che soffia da Sud nel mar Mediterraneo. Non va confuso con lo scirocco o con il libeccio. L’ostro è un vento caldo che porta con sé le piogge e che in Italia richiama aria calda da Sud, con umidità e innalzamento delle temperature, ma solo temporaneo.

Libeccio

Il libeccio talvolta è chiamato anche garbino o africo. È un vento che spira da Sud-Ovest. Il suo nome potrebbe derivare dal greco “libykos” (cioè “dalla Libia”) oppure dall’arabo “lebég” (vento portatore di pioggia). Durante la stagione estiva, il vento di libeccio soffia generalmente come brezza di mare lungo le coste occidentali della penisola italiana e come brezza di terra lungo quelle orientali. Porta con sé la sabbia dall’Africa.

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