Vegamaro: il primo vino ‘Negroamaro’ dedicato a vegetariani e vegani

Si chiama Vegamaro e il suo nome dovrebbe dire già tutto. È il nuovo vino dedicato a vegetariani e vegani prodotto dalla cantina Feudi di Guagnano, presentato nei giorni scorsi in occasione del ProWein di Düsseldorf, in Germania

Si chiama Vegamaro e il suo nome dovrebbe dire già tutto. È il nuovo vino dedicato a vegetariani e vegani prodotto dalla cantina Feudi di Guagnano, presentato nei giorni scorsi in occasione del ProWein di Düsseldorf, in Germania.

Una novità assoluta, il primo vino al mondo ottenuto da uve Negroamaro dedicato al mondo veg. Per il Vegamaro, infatti, non sono state usate sostanze di origine animale durante tutte le fasi del processo produttivo (dalla vinificazione al finissaggio, dall’affinamento all’imbottigliamento), tra cui l’albumina d’uovo e la caseina.

Sì, perché se vi state chiedendo, ma il vino non è vegano di per sé, dovete sapere che spesso per la sua produzione vengono utilizzate oltre ad albumina e caseina anche colla di pesce, gelatine ottenute dalla pelle di maiale e prodotti a base di chitina.

Grande attenzione anche all’ambiente. Non solo un buon vino ma anche un vino buono, come assicura Coldiretti Puglia. La cantina infatti ha realizzato anche un packaging ecosostenibile, dall’etichetta alla bottiglia, dal tappo alla scatola.

A settembre dello scorso anno, la cantina aveva annunciato la nascita del nuovo vino, assicurando che sarebbe stato uguale in termini di qualità agli altri vini prodotti dalla Feudi di Guagnano (gusto, aspetto, sapore e grado alcolico).

Il vino è stato presentato ufficialmente in occasione della fiera ProWein:

“La nuova etichetta di Negroamaro Vegan annata 2015 è stata “prodotta seguendo un rigido disciplinare che tende a escludere sia l’impiego di qualsiasi additivo o coadiuvante di origine animale al suo interno, che in tutto il processo produttivo fino all’imballaggio. Anche se la certificazione in questo ambito è volontaria, a controllare passo dopo passo tutto il processo produttivo, dalla raccolta delle uve fino al confezionamento nei cartoni, sarà ICEA”, consorzio che “certifica aziende che svolgono la propria attività nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente, tutelando la dignità dei lavoratori e i diritti dei consumatori”.

“È grazie ai produttori di così alto livello che la Puglia è diventata la capofila di questo “rinascimento del vino. Si tratta di un patrimonio di innovazione e competitività acquisite che va tutelato dagli attacchi dell’agropirateria che colpisce anche la Puglia ed i nostri vini sono a forte rischio imitazione. Ecco a cosa servono i marchi di qualità, a difenderci dagli attacchi dei falsari e a valorizzare la tipicità e la localizzazione del prodotto” ha detto Gianni Cantele, Presidente di Coldiretti Puglia.

Francesca Mancuso

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