Reducetariani: mangiare meno carne ma di qualità per salvaguardare ambiente e salute

Nel Regno Unito sono sempre più numerosi i reducetariani, coloro cioè che hanno scelto di ridurre il consumo di carne e di acquistarla solo da allevamenti al pascolo. Una scelta meno drastica di quella vegetariana e alla portata di tutti secondo il fondatore del blog dei reducetariani Brian Kateman

Non se la sentono ancora di diventare vegetariani e probabilmente non faranno mai questa scelta, hanno però deciso di ridurre il consumo di carne e, quando la mangiano, la acquistano sempre di qualità. Si tratta dei reducetariani, termine coniato dal britannico Brian Kateman che ha fondato un blog sull’argomento, il Reducetarian blog che sta avendo grande successo nel Regno Unito.

È un po’ lo stesso concetto del “meno, ma meglio” nel consumo di carne spalleggiato già dal 2013 da uno studio delle Nazioni Unite, dal titolo “Our Nutrient World”, in cui gli esperti avevano caldamente consigliato alle popolazioni del mondo ricco di diventare “demitarian”, ovvero di dimezzare la quantità di carne a beneficio dell’ambiente.

Kateman è convinto che questa sia una scelta alla portata di tutti e importante da fare a livello etico, di difesa dell’ambiente ma vantaggiosa anche salutisticamente parlando. Sul suo blog si legge:

È SALUTARE: mangiando meno carne e più frutta e verdura, i reducetariani vivono più a lungo, in salute e felici.

È FACILE: i reducetariani fissano obiettivi facilmente raggiungibili per imparare a mangiare in maniera graduale meno carne.

È ETICO: mangiare meno carne è importante per il benessere degli animali e dell’ambiente.

I consigli pratici di Kateman per chi si vuole avvicinare a questo stile di vita sono di iniziare subito a ridurre il consumo non solo di carne ma anche di pesce e prodotti caseari. Come? Partendo da un primo mese in cui si sceglie un giorno della settimana in cui non si consumano proteine di origine animale e negli altri giorni si evita di consumare carne a cena se lo si è già fatto a pranzo. Essenziale poi acquistare esclusivamente carne prodotta da allevamenti in cui gli animali sono nutriti al pascolo e ridurre le porzioni.

Superato questo primo mese, che potrà sembrare difficile, Kateman è convinto che la strada sia poi tutta in discesa dato che non si tratta di una scelta drastica a differenza invece di chi diventa completamente vegetariano (dalle statistiche sembra infatti che l’84% delle persone nel giro di poco tempo torni sui propri passi ricominciando a mangiare carne e dunque fallendo nei propri buoni propositi).

Cosa ne pensate di questa teoria? Se vi siete riconosciuti nel profilo dei reducetariani o stavate pensando di fare anche voi la stessa scelta, potete condividere pensieri e foto sui social network utilizzando l’hashtag #lessmeat.

Francesca Biagioli

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