Batterio Killer: c’è connessione tra E. Coli e agricoltura biologica?

È guerra tra Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e l'AIAB riguardo all'E-Coli e all'agricoltura biologica

Si scatena la polemica sul batterio E.Coli e prodotti biologici. Ad accendere la scintilla è stato Silvio Garattini direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, che sull’ultimo numero del settimanale Oggi ha lanciato qualche dubbio sull’agricoltura biologica.

Senza schierarsi né contro né a favore, Garattini ha tentato di spiegare la propria posizione riguardo alle ultime notizie riguardanti i germogli, venduti dal negozio Jardiland di Villenave d’Ornon dalla ditta britannica Thompson & Morgan, ma acquistati in Italia.

Queste le parole di Garattini:Forse non è una coincidenza o un caso che il prodotto fosse biologico. Senza voler condannare nessuno, questi prodotti biologici, che si giovano solo di sostanze naturali, si arrogano meriti spesso indebiti. Sono infatti i produttori coloro che garantiscono la purezza dei prodotti e quindi la salute, mettendoli in contrapposizione con i prodotti industraoli che invece sarebbero il frutto della chimica“.

Immediata la replica di Andrea Ferrante, presidente nazionale dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB), che ha risposto così all’intervento di Silvio Garattini: “Siamo stufi di questo gioco al massacro con dichiarazioni fondate sul nulla, la sicurezza alimentare è in cima alla nostra attenzione e non possiamo accettare che affermazioni fondate sull’ignoranza continuino a provocare ingiustificati allarmi e criminalizzazione di un intero settore, oltre che incidere sui consumi alimentari.

A tal proposito, Ferrante spiega perché l’agricoltura biologica non abbia nulla a che vedere con l’epidemia legata all’Escherichia Coli:È noto, per altro, che il problema non sono le sementi, ma che, secondo le ultime evidenze raccolte dalle autorità sanitarie, sta emergendo un problema legato alla contaminazione delle fonti idriche e quindi dell’acqua utilizzata. Va dunque affrontato e risolto questo problema e non va criminalizzata oltre la produzione”. Il problema dunque si sposterebbe all’acqua utilizzata.

Al di là di ogni ipotesi, continua il presidente dell’AIAB, ci sono comunque dei dati certi, e sono i controlli che ogni anno riguardano il settore dei prodotti biologici. “Garattini evidentemente ignora – continua Ferrante che da ben 20 anni esiste una regolamentazione europea sul biologico. Dal lontano 1991, infatti, l’agricoltura biologica è regolamentata in modo uniforme a livello europeo (Regolamento CE n.889/2008 del 5 settembre 2008 recante le modalità di applicazione del Regolamento n.834/2007, che sostituisce quello del CEE 2092/91) e per potersi definire biologica ogni azienda deve essere certificata, così come i prodotti biologici. Ciò significa che ogni azienda bio, sia italiana che europea, viene visitata da un tecnico di un ente di certificazione almeno una volta all’anno“.

Biologico scagionato?

Francesca Mancuso

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