Funghi tutto l’anno! La stagionalità mese per mese

I funghi sono un alimento gustoso, privo di grassi e ricco di importanti proprietà nutritive. Si possono acquistare oppure raccogliere nelle radure e nei boschi, nel pieno rispetto della natura circostante e dei miceli stessi. Ogni specie è legata alla stagionalità e a un determinato periodo dell'anno. Qui di seguito un calendario in grado di guidarvi mese per mese alla scoperta delle differenti varietà.

I funghi costituiscono un alimento molto gustoso, ideale per essere consumato da solo o in abbinamento ad altre pietanze. Sono costituiti al 90% di acqua, non contengono grassi, ma sono ricchissimi di minerali essenziali, proteine e vitamine. Il regno dei funghi comprende circa 100 mila specie, di cui non tutte commestibili. Le specie non edibili presentano diversi gradi di pericolosità per l’uomo: dalla lieve tossicità passando per la velenosità fino ad arrivare alla mortalità.

Quando crescono i funghi

La crescita dei funghi è condizionata da una serie di fattori: climatici, geografici, territoriali. In linea generale si può affermare che le condizioni ideali per la loro proliferazione sono una temperatura compresa tra i 10 e i 25 gradi e un alto tasso di umidità.

Il periodo migliore per la loro raccolta è verso aprile e la fine di ottobre, in particolar modo nell’arco temporale compreso tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, fino all’arrivo dei primi freddi.

D’inverno i funghi vanno incontro a una sorta di letargo, per poi cominciare a rispuntare a ridosso della primavera, quando si registra un graduale aumento delle temperature.

Questo è l’andamento generale, ma ci sono molte eccezioni, perché le specie di funghi spontanei sono tantissime ed entrano in gioco diverse variabili.

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Funghi, la raccolta

Possiamo acquistare i funghi, che spesso vengono coltivati per poter essere commercializzati, oppure raccogliere personalmente quelli che crescono spontaneamente lungo i prati, nel fitto di boschi o in mezzo alle radure. In quest’ultimo caso sicuramente il gradimento risulterà ancora maggiore. La raccolta dei funghi può costituire un’attività divertente, in grado di coniugare il piacere di passeggiare immersi nella natura col gusto della ricerca e la soddisfazione della scoperta. Ci permette di entrare in contatto con l’ambiente boschivo, esercitando un ruolo attivo ma pienamente in sintonia con l’ecosistema.

Per coloro che volessero cimentarsi in quest’attività, ricordiamo che è necessario osservare alcune regole che variano da regione a regione. Innanzitutto, in alcune regioni la raccolta è subordinata all’osservanza di precisi regolamenti e restrizioni quantitative o addirittura al rilascio di un apposito tesserino che la autorizzi. È necessario informarsi bene al riguardo.

In secondo luogo, l’attività di raccolta deve essere svolta nel pieno rispetto dell’ambiente circostante, senza danneggiare i miceli. Ad esempio, per il trasporto bisognerebbe utilizzare una cesta in vimini o una cassetta di legno, in modo tale da consentire la caduta delle spore, garantendo così la preservazione della specie.

Bandite buste di plastica e contenitori chiusi, che oltre a danneggiare il fungo, non consentirebbero la propagazione delle spore nel bosco. È vietato inoltre utilizzare rastrelli o uncini o comunque effettuare manovre che potrebbero danneggiare il micelio.

In caso di dubbi sull’effettiva commestibilità dei funghi raccolti, onde evitare spiacevoli conseguenze, è buona norma rivolgersi alla Asl della propria città.

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Funghi: la stagionalità

Fatte queste doverose premesse, scopriamo insieme la stagionalità dei funghi, indicando quali specie popolano i nostri boschi in ciascun mese dell’anno:

GENNAIO

Le temperature rigide potrebbero dissuadere molti cercatori occasionali, ma in realtà anche il mese di gennaio può riservare delle gradite sorprese. Soprattutto se le temperature risultano più miti della media stagionale, le possibilità di trovare funghi che fanno capolino nel bosco sono ancora maggiori. Il vero nemico è il vento freddo di tramontana o maestrale, che può compromettere lo sviluppo fungino. In questo caso le zone privilegiate di raccolta saranno, ovviamente, quelle più riparate. La pioggia e la neve, al contrario, non costituiscono un problema, anzi favoriscono l’uniforme distribuzione di acqua nel terreno.

Le specie tipiche di questo mese sono : il Gelone ( Pleurotus ostreatus), l’Orecchio di Giuda (Auricolaria auricola judae), ma anche il Galletto (Cantharellus cibarius) e lo Steccherino ( Hydnum repandum)

2) FEBBRAIO

Febbraio è il mese più corto dell’anno, caratterizzato da un’estrema variabilità nelle temperatura e dalla presenza di nevicate anche in pianura. Nei boschi si possono incontrare ancora Pleuroti e Orecchie di Giuda, mentre nelle zone litoranee ci sono Leccini, Tricolomi, e Cantarelli.

Se la stagione è particolarmente mite, alla fine del mese si possono incontrare i primi Marzuoli (Hygrophorus marzuolus), funghi caratteristici del mese successivo, come lascia intuire il loro nome. Generalmente i Marzuoli spuntano sotto gli abetini bassi o vicino a foglie cadute, nei siti in cui si è appena disciolta la neve o irrorati da piogge abbondanti. Se non si è molto esperti, questi funghi sono difficili da individuare.

MARZO

Marzo è un mese di transizione; le giornate iniziano gradualmente ad allungarsi, le temperature si alzano, arriva la primavera. Il fungo tipico del mese, come detto, è il Marzuolo, che cresce nei boschi di faggi, di abeti e nei castagneti. Di colore grigio perla e con lamelle bianche, il marzuolo tende a nascondersi sotto una fitta coltre di fogliame, quasi volesse celarsi alla nostra vista.

Nei prati delle pianure, tra i biancospini e le rosacee cominciano a spuntare i Prugnoli e le Gambesecche (Marasmius oreades) . Nelle vallate riparate dal vento possiamo incontrare invece le Verpe e , nelle zone costiere, cominciano ad affacciarsi le prime Morchelle. In concomitanza con le Verpe spuntano le Mitrofore, simili nell’aspetto alle più pregiate Spugnole.

APRILE

Aprile è il mese in cui la natura porta a compimento quel processo di trasformazione cominciato alla fine di marzo. Ora tutto è verde e l’inverno sembra molto lontano. Dopo il transito nell’equinozio di primavera, il sole guadagna 3 minuti di luce al giorno. Il fungo tipico della prima metà di aprile è la Morchella Gialla (Morchella esculenta), col cappello simile a un nido d’ape, che spunta sotto gli olmi e i frassini del bosco.

Dalla metà di aprile, invece, il re incontrastato del bosco è il Prugnolo, (Calocybe gambosa o Tricoloma giorgii) ,detto anche Spinarolo o fungo di San Giorgio, dal nome della ricorrenza che cade il 23 Aprile. Cresce tra i cespugli di arbusti spinosi come il biancospino o la rosa canina (da qui il nome Spinarolo). Cresce anche ai margini del bosco, nel fitto della macchia mediterranea, o nei cosiddetti cerchi delle streghe, quei punti in cui l’erba, inspiegabilmente, assume una colorazione verde più intensa.

Si tratta di un fungo molto ricercato, al punto che in alcune zone d’Italia si svolgono sagre dedicate proprio al Prugnolo. È stata dichiarata specie a rischio, a causa dello scempio perpetrato da cercatori improvvisati e irresponsabili che lo hanno asportato col rastrello. Per raccoglierlo, invece, bisogna inginocchiarsi nei pressi del cerchio delle streghe, tastando accuratamente il terreno.

MAGGIO

Maggio è un mese molto prolifico, ma segnato dalla transizione tra specie primaverili (Spugnole e Prugnoli) e funghi tipici del periodo estivo-autunnale (Porcini). Proprio a maggio infatti fanno la loro comparsa i pregiati Porcini, il cui nome scientifico è Boleti, nella varietà Pinophilus ed Aestivalis.

Bisogna cercarli nelle zone collinari, sotto i mirtilli i primi e vicino a castagneti secolari i secondi. Nelle zone collinari, inoltre si possono avvistare le Russole (di solito la Russula vesca), funghi che segnalano la possibilità di incontrare qualche porcino nelle vicinanze. In ogni caso, i porcini durano pochissimo, e bisogna essere molto fortunati per intercettare il momento propizio.

Nei prati e pascoli situati in quota si possono incontrare ancora i Prugnoli e le Gambesecche e le ultime Spugnole gialle.
Nei prati di pianura gradualmente comincia a spuntare il Cantoniere ( Coprinus comatus), mentre nelle pinete si possono incontrare le prime Morette (Tricholoma terreum).

GIUGNO

Giugno è il mese del Porcino d’estate (Boletus Aestivalis), il più saporito e profumato dei 4. Nella prima parte del mese si incontrano soprattutto esemplari di qualità inferiori, abitati da larve e destinati a sparire in fretta. Nella seconda metà del mese, la produzione di Boletus aestivalis, comunemente chiamati Estatini, raggiunge l’apice, con esemplari integri e che durano di più nel tempo.

Il Porcino d’estate cresce soprattutto negli spazi aperti, quindi va cercato nelle radure oppure ai margini di castagneti. Spesso è annunciato dalla presenza di Prugnoli d’estate, che sono ottimi anche da consumare. In queste zone si trovano anche Russole (Russula vesca e Russula cyanoxantha).

A giugno continua a crescere anche il Porcino Rosso (Boletus Pinophilus), meno profumato rispetto a quello d’estate. Si trova sempre ai margini dei castagneti, tra il mirtillo nero o sotto l’erica. Salendo, intorno ai 700-800 m di altitudine, incontriamo l’Amanita rubescens e l’Amanita vaginata (rispettivamente Tignosa vinata o Amanita rossa e Bubbolina rigata).

LUGLIO

Generalmente il mese di luglio non è molto indicato per la crescita dei funghi, per lo scarso livello di piogge. Ma in caso di precipitazioni, potremo assistere ad abbondanti comparse di Estatini (Boletus aestiivalis), in collina così come in pianura. Altrimenti, se la stagione è molto secca, per qualche piacevole avvistamento bisognerà spostarsi a un’altitudine compresa tra i 1000 e i 1300 metri.

È il periodo dei Cantarelli, (Cantharellus cibarius e affini) che vivono nelle zone umide, lungo i torrenti, sotto il muschio delle vallate e il fogliame boschivo. Comincia a fare la sua comparsa anche l’Ovolo Buono, l’ Amanita caesarea. Cresce soprattutto nelle zone più calde e assolate di quercete e castagneti, in seguito a piogge non particolarmente intense.

La Mazza di tamburo (Macrolepiota procera), invece, è una specie ubiquitaria, nel senso che può trovarsi praticamente ovunque, sia in radure che in boschi di vario tipo. Se le condizioni climatiche sono particolarmente favorevoli, riesce a sopravvivere fino a dicembre.

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AGOSTO

Com’è noto, agosto è un mese in cui le precipitazioni sono scarsissime e le buttate di funghi abbastanza rare, soprattutto a bassa quota. C’è un detto molto esplicativo in merito : ‘Agosto, fungo mio non ti conosco’. Ma se piove, trascorsa almeno una settimana, potremo assistere a una vera e propria esplosione di funghi, anche nei prati di pianura e mezza collina.

Si potrà assistere a una notevole fruttificazione di Porcini Neri, Porcini d’estate, Ovuli buoni e Cantarelli ( rispettivamente Boletus aereus, Boletus aestivalis, Amanita caesarea e Cantharellus cibarius e simili). Nelle abetaie di alta quota, sopra i 2000 metri di altitudine, la proliferazione del Porcino comune (Boletus edulis) può durare fino a 2 settimane. Nelle alte quercete possiamo trovare invece Ovuli buoni e Porcini neri (Boletus Aereus).

SETTEMBRE

settembre è stato sempre considerato il mese da funghi per eccellenza. Oggi le cose sono leggermente cambiate, perché non sempre si verificano quelle piogge abbondanti che caratterizzavano la parte finale di agosto. Rimane comunque un mese molto prolifico, in cui si assiste a un’ottima buttata di funghi, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.

Incontriamo soprattutto Boleti, della specie aereus e asetivalis, mentre ad alta quota, nei boschi di aghifoglie, fa la sua comparsa la Finferla (Cantharellus lutescens).

In particolare, a settembre le faggete risultano essere l’habitat ideale per il Porcino. Se la fioritura non è particolarmente copiosa, conviene salire o scendere di quota, oppure spostarsi nei boschi più aperti e meno fitti, che ospitano piante più giovani.

Nei canaloni umidi possiamo trovare anche Cantarelli e Steccherini. In pianura molto diffusi i Galletti e le Russole, oltre al Boletus aereus e all’Amanita caesarea. Sempre presente la Mazza di Tamburo, così come le Morette (Tricholoma terreum).

10) OTTOBRE

Ottobre è il mese ideale per le fioriture appenniniche, anche se le buttate sono meno frequenti e meno durature rispetto a settembre. In quota, la diminuzione progressiva delle temperature tende a bloccare la crescita fungina, mentre in pianura e nelle zone collinari si raggiunge l’apice.

Si trovano ancora tantissimiPorcini, ma anche i Leccini, che vivono ai piedi di pioppi e betulle. Sempre presenti i Galletti e le Mazze di Tamburo e, in caso di stagione particolarmente mite, si possono trovare ancora gli Ovoli ( l’Amanita Cesarea). Ottobre è un ottimo periodo anche per che per Cantarelli, Russole, Chiodini, Steccherini e Trombette da Morto.

Nelle pinete e nelle abetaie troviamo i Sanguinelli (Lactarius). Tra i pini marittimi si assiste a una fioritura di Pinaroli (Suillus granulatus) e le Morette (Tricholoma terreum). Infine, a ottobre c’è la possibilità di scovare il Cimballo (Clitocybe geotropa) , un fungo davvero delizioso. Cresce dopo abbondanti piogge,nei rovi, tra l’erba dei prati o nelle radure boschive di latifoglie.

NOVEMBRE

A novembre i funghi iniziano lentamente a ridursi. Trovare qualche porcino diventa davvero difficile. In questo caso, molto dipende dalla temperatura notturna: se è sufficientemente alta, si potrà ancora imbattersi in qualche Boleto. Questo è il mese delle Trombette da morto (Craterellus cornucopioides) , che proprio a novembre conoscono il loro apice.

Nelle zone costiere prolifera il Leccinum lepidum, chiamato anche Porcino d’inverno, poiché nelle forme, ma non nel sapore, ricorda il suo più illustre parente. Abbondano anche Morette, Finferli, Lardaioli e Pinaroli, oltre alle Mazze di Tamburo. Novembre può essere un ottimo mese anche per Chiodini, Sanguinelli e Cimballi.

DICEMBRE

In questo mese si assiste a una sensibile riduzione della fioritura fungina. In presenza di forti venti di tramontana, lo sviluppo dei funghi si blocca definitivamente per poi riprendere a marzo. Comunque, in pianura e nelle zone costiere ci sono ancora possibilità interessanti.

Nelle pinete crescono ancora colonie di Leccini, così come Sanguinelli, Pinaroli e Morette. La macchia mediterranea ospita invece Mazze di tamburo, Trombette da morto e Lardaioli, oltre ai caratteristici Leccini. In pianura potremo incontrare qualche Pioppino (Agrocybe aegerita) o alcuni esemplari di Orecchie di Giuda.

Angela Petrella

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