Teff: proprietà, benefici e utilizzi del seme africano senza glutine

Teff, tanto piccolo quanto sconosciuto ai più. Si tratta di un alimento tipico della cucina africana, in particolare etiope ed eritrea ma poco diffuso nel resto del mondo. Non si tratta in realtà di un cereale (anche se si utilizza come tale) ma di un seme privo di glutine.

Teff, tanto piccolo quanto sconosciuto ai più. Si tratta di un alimento tipico della cucina africana, in particolare etiope ed eritrea ma poco diffuso nel resto del mondo. Non si tratta in realtà di un cereale (anche se si utilizza come tale) ma di un seme privo di glutine.

Il significato di Teff è “perduto” e non è un caso, i granelli di cui è composto sono talmente fini (meno di 1 mm di diametro) che facilmente, se tenuti nel palmo di una mano, possono andare perduti. I semi sono facilmente riconoscibili perché hanno un colore che può variare dall’avorio al marrone scuro, mentre per quanto riguarda il sapore può essere paragonato ad un mix tra amaranto e quinoa.

Il Teff è un seme antico appartenente alla famiglia delle Graminacee ed è sopravvissuto nei secoli senza subire trasformazioni o ibridazione. La maggior parte dei grani e dei semi antichi mantengono un alto profilo nutrizionale fatto di vitamine e minerali preziosi, soprattutto se confrontati con il grano moderno sbiancato che è alla base dell’alimentazione della maggioranza delle persone nel nostro paese e non solo.

PROPRIETÀ

Il Teff esiste nella variante bianca e in quella rossa dalle quali vengono ricavate farine di colore un po’ diverso. Al di là della vista, però, nutrizionalmente i semi contengono sostanzialmente le stesse proprietà.

Sono ricchi in carboidrati ma forniscono anche una buona dose di proteine (tra i 12 e i 14 grammi per 100 grammi di alimento), inoltre contengono minerali tra cui calcio, ferro e magnesio, oltre che vitamine, in particolare quelle del gruppo B. I semi di questa pianta sono poi poveri di grassi ma ricchi di fibre, si tratta quindi di un alimento saziante e utile al benessere dell’intestino. Tra l’altro sembra avere anche un vero e proprio effetto probiotico sulla flora batterica intestinale.

Anche se ancora poco diffuso, il Teff ha buone potenzialità per diverse ragioni, innanzitutto essendo senza glutine, può essere una valida alternativa per chi è celiaco o segue una dieta gluten free. Si può variare così maggiormente la propria alimentazione inserendolo ogni tanto al posto di riso, miglio, grano saraceno, quinoa, ecc.

Ma c’è anche un altro motivo per cui il Teff è interessante. Si tratta della grande resistenza di questa pianta anche in condizioni climatiche difficili e della sua grande capacità di adattamento a diversi terreni e altitudini, anche se le condizioni ideali lo vedono crescere rigoglioso sugli altipiani (1800-2000 metri).

COME UTILIZZARLO

Anche se non avete mai sentito parlare di Teff prima, se vi è capitato di mangiare in un ristorante etiope o eritreo probabilmente l’avrete assaggiato sotto forma di injera, quella grande simil focaccia spugnosa sopra la quale vengono serviti lenticchie, verdure e altri cibi. Ecco l’injera è fatta proprio con farina di Teff fermentata ed è per questo che ha un sapore leggermente acidulo.

Per utilizzare i grani di Teff in cucina, si devono innanzitutto cuocere: c’è chi si serve di due parti d’acqua e uno di “cereale” e chi invece preferisce cuocerli in acqua bollente per poi scolarli. Il Teff è al pari della quinoa e dell’amaranto in cucina e sono tante le ricette in cui si può sperimentare anche se è possibile mangiarlo semplicemente aggiungendo della verdura e dell’olio o altri ingredienti di vostro gradimento.

Prendete come spunto ad esempio QUESTE ricette con l’amaranto che è facilmente sostituibile con il Teff.

Per quanto riguarda la farina, invece, si può mischiare ad altre per fare pane, dolci, pasta oppure a quella di mais per realizzare un’originale polenta.

DOVE TROVARLO

Se il Teff vi ha incuriosito e volete provarlo, cercatelo nei più forniti negozi bio oppure negli shop online dove potrete acquistare sia il Teff in grani che sotto forma di farina integrale, realizzata semplicemente macinando i piccolissimi semi. Mentre prima era quasi impossibile trovarlo, negli ultimi anni si è affacciato più frequentemente anche nel nostro paese, si tratta però ancora di una rarità.

Francesca Biagioli

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