Sai cosa mangi? Greenpeace analizza il DNA delle scatolette di tonno

Greenpeace ha analizzato il DNA di 165 scatolette di tonno, provenienti da 12 Paesi europei ed extraeuropei, tra i quali il nostro, avvalendosi di appositi test condotti da un laboratorio spagnolo indipendente. Dai risultati delle analisi genetiche emerge che una scatoletta su tre contiene specie diverse di tonno, spesso mischiate tra loro e comunque non compatibili con quelle indicate dall’etichetta.

Greenpeace ha analizzato il DNA di 165 scatolette di tonno, provenienti da 12 Paesi europei ed extraeuropei, tra i quali il nostro, avvalendosi di appositi test condotti da un laboratorio spagnolo indipendente. Dai risultati delle analisi genetiche emerge che una scatoletta su tre contiene specie diverse di tonno, spesso mischiate tra loro e comunque non compatibili con quelle indicate dall’etichetta.

Spesso infatti il tipo di tonno contenuto nella scatoletta varia a secondo del lotto da cui proviene. E la cosa colpisce ancora di più se consideriamo che le scatolette analizzate dal laboratorio spagnolo provengono da aziende molto note, come Nostromo, Mare Aperto STAR, Riomare e la catena di supermercati Carrefour.

Nella gran parte delle etichette apposte sulle scatolette di tonno infatti, la scritta è piuttosto generica: alla voce ingredienti corrisponde soltanto la parola “tonno”; un’informazione inaccettabile, che non fornisce alcuna garanzia sull’origine e la qualità del cibo inscatolato.
Ma non è tutto, perché – secondo le analisi effettuate per conto di Greenpeace che, dopo le campagne “Rompiscatole” torna a far luce sul mercato del tonno in scatola, – alcune delle scatolette controllate contengono non solo specie di pesci diverse da quelle indicate sull’etichetta, ma anche alcune famiglie ittiche che non dovrebbero esserci affatto.

“Quando un consumatore mette nel carrello della spesa una scatoletta di tonno non sa realmente cosa compra. Purtroppo, la maggior parte dei prodotti presenti sul mercato – spiega Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace – non offrono sufficienti garanzie né sul tipo di tonno che portiamo in tavola né sulla sostenibilità dei metodi con cui è stato pescato”.

Per questo l’associazione ambientalista chiede che l’industria del tonno in scatola e le catene di distribuzione garantiscano informazioni certe e attendibili, impegnandosi a commercializzare solo scatolette contenenti tonno pescato in modo sostenibile.

Verdiana Amorosi

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