Pomodoro egiziano ai pesticidi: svelata la marca incriminata per la maxi frode

Nonostante i Carabinieri non abbiano reso nota la marca, sta circolando sul web il nome dell'azienda incriminata per la frode sul pomodoro

Emergono nuovi particolari sulla vicenda del sequestro di pomodoro egiziano contaminato da pesticidi. Sembra infatti essere trapelata la marca incriminata per la maxi frode. 

Come ormai saprete, è successo di nuovo: dopo lo scandalo Petti, ieri è stata resa nota una nuova maxi truffa relativa al pomodoro, questa volta contaminato da alti livelli di pesticidi che, se non ci fossero stati i dovuti controlli e il relativo sequestro, sarebbe finito sulle nostre tavole.

I Carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare (RAC) di Salerno, della Sezione Operativa Centrale del Comando per la Tutela Agroalimentare, hanno condotto l’indagine (Scarlatto Due) che ha portato al sequestro di ben 821 tonnellate di semilavorato di pomodoro contaminato da alti livelli di pesticidi (fuori dai limiti di legge). Dei prodotti dunque che rischiavano di essere pericolosi per i consumatori. 

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A differenza di quanto era avvenuto per Petti, però, stavolta i Carabinieri non hanno svelato l’azienda o la marca incriminata, un’indicazione importante che invece i consumatori in questi casi vorrebbero conoscere.

Abbiamo provato a contattare i Carabinieri che hanno svolto le indagini, proprio loro ci hanno spiegato che non si può entrare nel merito della vicenda, dato che vi è il segreto istruttorio che impedisce di rivelare ufficialmente la marca. 

Il nome comunque sta circolando lo stesso. Sembra si tratti dell’azienda Attianese, di Nocera Superiore, in provincia di Salerno, che produce le conserve del marchio Anna e di cui sono titolari due fratelli, Pasquale Attianese e Daniele Mara, soci al 50%.  

A rivelare l’azienda incriminata ci ha pensato Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE – GIFT – Food Times) ed Égalité che l’ha definito “il segreto di pulcinella”.

In effetti, dal comunicato diramato dalle autorità competenti dopo il sequestro, non era poi così difficile individuare di quale azienda si stava parlando, mettendo insieme i dati e facendo “due più due”.

Una nuova vicenda che ci invita ancora una volta ad autoprodurci in casa le nostre passate di pomodoro con ortaggi a km0. L’alternativa è acquistarle da un contadino o produttore di fiducia. 

Fonti: Carabinieri / Great Italian Food Trade

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