Olio extravergine di oliva: etichetta illeggibile in 4 bottiglie su 5

La provenienza delle olive specificata sulle etichette delle bottiglie di olio extravergine in vendita nei nostri supermercati è praticamente illeggibile in 4 casi su 5. E questo nonostante l’obbligo di indicare l’origine delle olive, stabilito per legge dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario N.182 del 6 marzo 2009.

La provenienza delle olive specificata sulle etichette delle bottiglie di olio extravergine in vendita nei nostri supermercati è praticamente illeggibile in 4 casi su 5. E questo nonostante l‘obbligo di indicare l’origine delle olive, stabilito per legge dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario N.182 del 6 marzo 2009.

A mettere nero su bianco questa anomalia tutta Italia è la Coldiretti, che ha effettuato un’indagine sulle bottiglie di olio extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati della penisola.

A sollevare il problema è stato proprio Sergio Marini, Presidente della Coldiretti, che ha portato esempi concreti di bottiglie “incriminate” al Vinitaly 2011, in occasione di un incontro promosso dal Corpo Forestale dello Stato sul tema “Sulle tracce dell’olio deodorato, a difesa della qualità e del territorio“, allo stand del Ministero delle Politiche Agricole.

Come ha sottolineato lo stesso Marini, in 4 casi su 5 è sostanzialmente impossibile leggere le scrittemiscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” richieste obbligatoriamente dalla legge. Nella gran parte dei casi infatti, le scritte sono nascoste o esposte in carattere minuscoli, quindi quasi illeggibili.

I consumatori – ha detto Marini – dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente. L’inganno dell’extravergine straniero che si vuole fare intendere come italiano è particolarmente rilevante in un Paese come l’Italia dove nel 2010 le importazioni di olio di oliva sono state pari a 564 milioni di chili, superiori alla produzione nazionale di 500 milioni di chili. In altre parole è a rischio inganno più di una bottiglia di olio su due”.

Per questo, la Coldiretti chiede un intervento immediato ed efficace per rendere più visibile l’indicazione sull’origine delle olive, stabilendo ad esempio poche e semplici regole sulla grandezza dei caratteri da adottare e il contrasto necessario tra scritte e sfondo delle etichette.
Un modo per garantire il made in Italy, che aiuterebbe anche a difendere il nostro olio extra vergine di oliva dall’olio deodorato per il quale la Coldiretti chiede che venga fissato un limite di contenuto di alchil esteri inferiore o pari a 25 mg/kg. (Sull’argomento leggi anche l’articolo su come riconoscere l’olio deodorato).

Verdiana Amorosi

Scarica la nostra guida per leggere le etichette

 

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