Cosa si nasconde dietro al miele di Manuka?

Vi abbiamo già parlato del miele di Manuka, un prodotto naturale che arriva da lontano ed è molto costoso. Negli ultimi anni, grazie alle sue proprietà, si è guadagnato una buona fetta di mercato ma cosa si nasconde davvero dietro la sua produzione?

Vi abbiamo già parlato del miele di Manuka, un prodotto naturale che arriva da lontano ed è molto costoso. Negli ultimi anni, grazie alle sue fantastiche proprietà, si è guadagnato una buona fetta di mercato, ma cosa si nasconde davvero dietro la sua produzione?

Questo miele proviene esclusivamente dalla Nuova Zelanda in quanto solo lì crescono spontanee le piante di Manuka (Leptospermum scoparium) dai cui fiori le api estraggono un prezioso nettare. Grazie ad una serie di enzimi presenti nella saliva di questi insetti, le sostanze estratte vengono trasformate e nel corso di alcuni passaggi diventano il vero e proprio miele che tutti conosciamo.

Per produrre un cucchiaino di miele di Manuka le api operaie impiegano tutta la vita e per realizzare mezzo chilo di questo prodotto hanno necessità di estrarre il nettare da circa 2 milioni di fiori.

Ma perché è così famoso? Indubbiamente per le sue proprietà che derivano da quelle delle piante di Manuka di cui diverse ricerche scientifiche hanno confermato il potere antibatterico, antisettico, digestivo, antiossidante, antinfiammatorio e stimolante nei confronti del sistema immunitario.

Il miele di Manuka è attualmente utilizzato come dolcificante e integratore alimentare ma viene inserito come ingrediente attivo in alcuni prodotti cosmetici, ad esempio saponi, creme, shampoo, deodoranti, ecc. Ma cosa si nasconde dietro la sua produzione?

Ecco alcune cose che probabilmente non sai:

  • Le api sono manipolate per ottenere miele e altri prodotti come cera e propoli
  • Per la produzione di miele le api possono essere scambiate in tutto il mondo e se questo avviene in condizioni inadeguate potrebbe dar luogo a stress, sbalzi termici, annegamenti e in generale sofferenza per gli insetti.
  • Durante i tanti lavori che gli apicoltori compiono all’interno delle arnie alcune api vengono schiacciate per errore
  • A volte viene utilizzato del fumo che si spruzza sulle api per calmarle e poter agire così in maniera più semplice all’interno delle arnie
  • Gli apicoltori alimentano le api con sostituti artificiali del polline e sciroppo di zucchero e ciò diminuisce la longevità dell’alveare. Questi insetti dovrebbero infatti nutrirsi, come vuole la natura, di miele e polline che essi stessi producono.
  • Spesso si tagliano le ali all’ape regina in modo che rimanga fissa nell’alveare e lo tenga sotto controllo.
  • Le regine vengono inseminate artificialmente e le si lascia vivere solo per un periodo determinato dopo il quale vengono sostituite in quanto diminuisce la loro capacità di produrre uova e l’alveare quindi comincia a diventare meno redditizio.
  • Spesso gli apicoltori usano pesticidi e antibiotici per prevenire i parassiti e questo può far male alle api ma anche contaminare il miele.
  • Molte api vengono uccise deliberatamente. Si stima che negli Stati Uniti viene distrutto tra il 10% e il 20% degli alveari ogni inverno e in molti casi questo accade perché, dopo aver estratto il miele, le api abbandonate muoiono.
  • Spesso le famiglie di api sono divise ma in altri casi due famiglie sono combinate, si uccide dunque l’ape regina più debole.
  • Viste le condizioni in cui sono mantenute, le api possono ammalarsi a causa del superlavoro, dei pesticidi utilizzati, del cibo inadeguato e dello stress.
api manuka

Tutto questo ovviamente non è etico né sostenibile a livello ambientale: le api sono essenziali per la riproduzione della maggior parte delle specie vegetali e anche per gli animali che si nutrono di esse. Il 75% delle colture del mondo dipendono dall’impollinazione, ma attualmente questi insetti stanno morendo a un ritmo del 30% all’anno a causa dell’inquinamento, il riscaldamento globale, i pesticidi e altri fattori. La responsabilità è ovviamente sempre degli esseri umani.

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Abbiamo davvero bisogno del miele di Manuka e delle altre tipologie di miele (se prodotte con le stesse modalità)? Quando possibile scegliamo, dunque, miele locale, prodotto da piccoli apicoltori etici o miele biologico. In alternativa, per dolcificare, possiamo optare per lo sciroppo d’acero, il malto d’orzo, la melassa e lo zucchero di canna da commercio equo e solidale.

Francesca Biagioli

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