Fichi d’India: come coltivare i deliziosi frutti simbolo dell’estate, dalle mille proprietà

Soprattutto chi abita in Calabria o in Sicilia, zone in cui crescono rigogliosi, apprezza questi frutti dalle straordinarie proprietà. Scopriamo allora come coltivare i fichi d'India, tutti i loro benefici, gli usi e le calorie che apportano al nostro organismo.

I fichi d’India, noti anche come Opuntia ficus, sono piante succulente appartenenti alla famiglia delle Cactaceae, diffuse nell’area mediterranea, dove si possono trovare sia in forma selvatica che coltivata. Nonostante il nome, non hanno praticamente nulla in comune con l’albero di fico.

La pianta del fico d’India si distingue per la sua assenza di fusti, e i fiori sbocciano in successione dalla primavera fino all’estate, direttamente su cuscinetti di spine chiamati pale o cladodi, che si sviluppano direttamente dal fusto.

Il fiore si trasforma gradualmente in una bacca (frutto) completamente ricoperta di spine, inizialmente di colore verde. Quando il fico d’India raggiunge la maturità, assume varie tonalità, dal bianco al giallo, all’arancione e al rosso. Si tratta di un frutto commestibile dal gusto dolce, molto apprezzato nonostante la presenza di numerosi semi al suo interno. Le spine che ricoprono la buccia sono molto sottili, quasi invisibili, quindi è necessario maneggiare con cautela il fico d’India.

Come accennato in precedenza, il fico d’India è una pianta da frutto in grado di adattarsi a condizioni pedoclimatiche sfavorevoli, come temperature elevate durante il giorno e basse durante la notte, scarsa pioggia e terreni poveri di sostanza organica. Grazie alla sua struttura anatomica particolare, è in grado di trattenere l’acqua all’interno dei tessuti, evitando dispersioni e resistendo a periodi di siccità.

Varietà di fichi d’India

Il fico d’India presenta una forma ovale, con una scorza che è ricoperta da spine sottilissime, mentre la sua polpa è succosa e ricca di semi legnosi. Il suo sapore è dolce, intenso e tropicale. Questo frutto si declina in tre varietà, le quali si distinguono per i colori della buccia e della polpa:

  1. Sanguigna: caratterizzata da una buccia rossa e un gusto deciso;
  2. Sulfarina (o Nostrale): presenta una buccia gialla e un sapore saporito;
  3. Muscaredda (o Sciannarina): la buccia è bianca e il sapore più delicato.

Come coltivare i fichi d’India

Questo frutto affascinante è una pianta molto interessante che trova le sue radici nel sud Italia, in particolare in Sicilia. È estremamente vantaggioso coltivare i fichi d’India, sia per l’apprezzato valore dei suoi frutti, sia per la sua straordinaria capacità di adattarsi a climi particolarmente aridi e a terreni poco fertili che non sarebbero adatti ad altre piante coltivate.

Esploriamo dunque le caratteristiche di questo frutto e le metodologie per coltivarlo in modo ottimale. Dovremo prestare attenzione a diversi passaggi cruciali: dall’installazione dell’impianto, alla corretta potatura, fino ad alcuni suggerimenti su come raccogliere e maneggiare i frutti senza farsi male a causa delle sottilissime spine.

Se si coltiva il fico d’India in campo aperto, si adatta facilmente a qualsiasi tipo di terreno, che sia argilloso o sabbioso. L’unico aspetto che teme è il ristagno d’acqua, quindi è importante preparare accuratamente il terreno e garantire un buon drenaggio per evitare accumuli di acqua in eccesso.

Si consiglia di eseguire concimazioni organiche, se possibile, prima dell’impianto. Di solito, viene adottata una vasta distanza di impianto, che va da un minimo di 5 m x 5 m a un massimo di 6 m x 14 m. Il modo migliore per piantare questa pianta di cactus è di mettere i cladodi direttamente nel terreno.

Come coltivare i fichi d’India in vaso

I fichi d’India possono essere coltivati anche in vaso, sia all’interno della casa che sul balcone, a patto di scegliere un luogo luminoso e ben ventilato.

Per riempire il vaso, è consigliabile utilizzare terreni specifici per le piante della famiglia delle Cactaceae, facilmente reperibili in commercio. È importante eseguire dei rinvasi gradualmente man mano che la pianta cresce, in modo da favorire l’espansione del sistema radicale. Se si coltiva il fico d’India in un vaso all’interno della casa, è preferibile posizionarlo in luoghi ben illuminati e ventilati.

I vasi devono essere dotati di un buon sistema di drenaggio, poiché la pianta non tollera il ristagno d’acqua. Di conseguenza, è necessario evitare di innaffiare eccessivamente la pianta. Le piante di fico d’India devono essere annaffiate almeno una volta a settimana.

Come e quando fare la talea di fico d’India

La propagazione di questa pianta può avvenire sia per talea che per seme. La moltiplicazione per seme richiede tempo e segue diversi processi complessi e laboriosi, quindi si consiglia di optare per la talea, che è nettamente più rapida e semplice da realizzare.

La propagazione del fico d’India tramite talea è la tecnica consigliata per ottenere una pianta che entri rapidamente in produzione, rispetto alla semina. Per fare ciò, si piantano direttamente i cladodi nel terreno. Il momento ideale per eseguire questa talea è in primavera, prelevando i cladodi da una pianta già sviluppata.

È importante effettuare l’operazione di prelievo con un coltello ben affilato e disinfettato. È consigliabile utilizzare un cladode di almeno due anni, che presenti due o tre cladodi di un anno. Il cladode del fico d’India deve essere impiantato a una profondità di circa la metà della sua lunghezza. La tecnica da utilizzare è la stessa, sia per l’impianto in campo aperto che per la coltivazione in vaso.

La pianta propagata tramite talea dei cladodi, dopo aver sviluppato le radici, entra in produzione entro 2 o 3 anni dall’impianto.

Ogni quanto annaffiare i fichi d’India

Per gli esemplari giovani, è consigliabile effettuare annaffiature sporadiche una volta al mese da marzo a ottobre. Per le piante che sono state a dimora per un certo periodo di tempo, le piogge sono generalmente sufficienti, a meno che non si verifichino periodi prolungati di siccità.

Nel caso delle piante coltivate in vaso, è importante aspettare che il terreno si asciughi completamente tra un’irrigazione e l’altra. In generale, durante la primavera e l’autunno, è consigliabile annaffiare una o al massimo due volte alla settimana. Le piante che sono riparate all’interno durante l’inverno devono essere annaffiate ogni 30 giorni.

Come e quando potare il fico d’India

La potatura del fico d’India ha lo scopo di eliminare i cladodi danneggiati e quelli che si trovano a contatto tra di loro, per favorire lo sviluppo della pianta.

Una pratica consigliata è la “scozzolatura”, che consiste nell’eliminazione dei fiori e dei cladodi emessi in primavera, subito dopo il periodo di ripresa vegetativa della pianta. Questo metodo mira a ottenere frutti tardivi in una seconda fioritura, comunemente chiamati “bastardoni”. Questi frutti richiedono un’irrigazione più frequente, ma sono considerati di maggiore pregio.

Quali malattie e parassiti possono attaccare il fico d’India

Il fico d’India, se coltivato in campo aperto, può subire danni causati dalla grandine, neve e gelo. Pertanto, è consigliabile proteggerlo utilizzando coperture di reti antigrandine e, durante l’inverno, con tessuto non tessuto.

Oltre ai danni climatici, questa pianta può essere soggetta a diverse patologie, tra cui il cancro gommoso e la ruggine scabbiosa. In tali casi, è importante rimuovere prontamente i cladodi danneggiati. Evitare poi l’accumulo di acqua che può causare il marciume delle radici.

Per quanto riguarda l’attacco da parte di insetti, due sono gli esemplari che possono mettere a dura prova il vostro fico d’India:

  1. La cocciniglia del carmino (Dactylopius coccus), per la quale è possibile utilizzare il sapone di Marsiglia come rimedio casalingo efficace, oppure un macerato di felce. In casi più gravi, si può ricorrere all’uso di olio bianco.
  2. La mosca della frutta (Ceratits capitata).

Di solito, gli attacchi da parte degli insetti e le fitopatie non superano la soglia di danni significativi, il che rende il fico d’India una pianta molto resistente e adatta alla coltivazione biologica.

Quando e come si raccolgono i fichi d’India

I fichi d’India giungono a maturazione tra la fine di agosto e inizio settembre, ma avendo delle spine molto fini, per raccoglierli è necessario proteggersi indossando le protezioni adeguate. Indossate quindi dei guanti da lavoro resistenti, auccessivamente, i fichi devono essere posti in una bacinella contenente acqua tiepida, dove devono essere lasciati in ammollo per circa 45 minuti. Questo processo renderà le spine più tenere e quelle più sottili cadranno da sole. Dopo l’ammollo, sempre utilizzando i guanti da lavoro, è possibile spazzolare via le spine rimanenti.

Come pulire i fichi d’India

come pulire fico india

Per preparare i fichi d’India per il consumo, è importante seguire alcuni passaggi per pulirli correttamente. Innanzitutto, assicuratevi di indossare dei guanti da lavoro resistenti per proteggervi dalle spine presenti sulla pianta.

Prendete i fichi d’India maturi e posizionateli su una superficie di lavoro. Con l’aiuto di un coltello affilato, tagliate la parte superiore e inferiore di ciascun fico. Questo permette di creare una base stabile e di avere un accesso migliore alla polpa.

Successivamente, effettuate un taglio longitudinale poco profondo lungo la buccia del fico d’India. Questo taglio consente di aprire il fico senza danneggiare la polpa. Con le dita o un cucchiaio, aprite delicatamente il fico lungo il taglio e separate la polpa dalla buccia.

Una volta aperto il fico, potrete notare la presenza dei semi nella polpa. Per rimuoverli, potete utilizzare le dita o un cucchiaio. Raspando delicatamente lungo la polpa, i semi si staccheranno facilmente. Questo processo può richiedere un po’ di pazienza, ma vi permetterà di ottenere una polpa senza semi pronta per essere gustata.

Una volta completata la pulizia dei fichi d’India, saranno pronti per essere consumati freschi o utilizzati in diverse ricette.

Come si mangiano i fichi d’India?

fichi d'India

Il frutto del fico d’India è costituito da una polpa succosa e carnosa molto ricca di acqua, zuccheri, vitamine e sostanze minerali e nella quale si trovano numerosi semini.

I fichi d’India sono un ingrediente versatile che può arricchire una fresca insalata di arance, olive e formaggio, o dare vita a una deliziosa macedonia. Tuttavia, le potenzialità dei fichi d’India in cucina non si limitano solo a questo. Sono un ingrediente che offre molte opportunità creative.

Ad esempio, le bucce dei fichi d’India possono essere trasformate in chips croccanti. Dopo aver rimosso le spine, tagliate le bucce a listarelle e passatele in una pastella di uovo e pangrattato per poi friggerle fino a ottenere una consistenza croccante.

Con il frutto potrete realizzare una deliziosa confettura di fichi d’India senza zuccheri aggiunti

Ma non è finita qui, anche le pale del fico d’India sono commestibili, possono essere saltate in padella e condite poi a piacere, qui una ricetta ad hoc con aglio zenzero e peperoncino.

QUI una raccolta di idee e ricette per gustare al meglio i fichi d’India, da preparare sia con il frutto che con le pale di questa pianta.

Valori nutrizionali dei fichi d’India

Ricco di fibre, vitamine e minerali, è noto per il suo contenuto di vitamina C, un potente antiossidante che rinforza il sistema immunitario. Altri nutrienti chiave includono vitamina A, vitamina K, e vari minerali come calcio, magnesio e potassio. Inoltre, il fico d’India contiene anche carboidrati, principalmente sotto forma di zuccheri naturali, e un modesto contenuto proteico. Ha un basso contenuto di grassi e un numero relativamente basso di calorie, rendendolo un’ottima scelta per una dieta equilibrata.

Tabella dei Valori Nutrizionali del Fico d’India (per 100g e per Porzione Giornaliera Consigliata)

Nutriente Per 100g Per Porzione Giornaliera Consigliata (1 o 2 frutti, ~300g)
Calorie 41 Kcal 123 Kcal
Proteine 0.7 g 2.1 g
Carboidrati 9.6 g 28.8 g
Fibre 3.6 g 10.8 g
Zuccheri 3.4 g 10.2 g
Grassi 0.5 g 1.5 g
Vitamina A 43 μg 129 μg
Vitamina C 14 mg 42 mg
Vitamina K 4 μg 12 μg
Calcio 56 mg 168 mg
Magnesio 85 mg 255 mg
Potassio 220 mg 660 mg

Quante calorie ha il fico d’india?

I fichi d’India sono frutti poco calorici, 100 grammi apportano infatti al nostro organismo circa 41 calorie. C’è da considerare però che un singolo frutto sbucciato pesa intorno dai 100 ai 300 grammi , quest’ultima considerata la porzione giornaliera media

Proprietà dei fichi d’India

Le proprietà dei fichi d’India sono davvero molte. Questi frutti sono ricchi di vitamine, soprattutto vitamina C e minerali tra cui potassio e magnesio. Contengono inoltre molte fibre che aiutano la peristalsi intestinali contrastando il problema della stitichezza. Chi consuma regolarmente questi frutti, quando sono di stagione, nota infatti nel giro di poco tempo un netto miglioramento delle proprie funzioni intestinali:

Sempre grazie alla presenza delle fibre, i fichi d’India aumentano il senso di sazietà, sono utili inoltre per assimilare meno grassi e zuccheri tenendo a bada glicemia e sovrappeso. Ecco perché vengono spesso consigliati come spuntino per chi è a dieta e vuole perdere i chili di troppo.

Ma i vantaggi di mangiare fichi d’India non si esauriscono qui: questi frutti favoriscono la diuresi, riducendo il rischio di calcoli renali e in alcuni casi addirittura favorendo l’eliminazione di quelli già presenti; sono ricchissimi di antiossidanti, sostanze utili al nostro corpo per combattere i radicali liberi e l’invecchiamento cellulare.

Come usare i fichi d’India

Dei fichi d’India si utilizzano sia i veri e propri frutti che le pale, altrettanto buone e ricche di proprietà. Con i prodotti di questa pianta come abbiamo visto in precedenza si possono ad esempio preparare succhi, marmellate, gelati, granite, sciroppi, frittelle, risotti e molto altro.

Ottimo anche il gel di fico d’India estratto dalle pale da utilizzare non solo per uso interno ma anche da applicare sulla pelle come se fosse un vero e proprio cosmetico naturale viste cicatrizzanti e disinfettanti. Estratti di fichi d’India si utilizzano anche per arricchire creme e shampoo dato che sembra possano contribuire ad una maggiore crescita dei capelli.

Questo frutto può essere usato anche per preparare l’olio di fico d’India: un toccasana naturale per rigenerare la pelle e rinvigorire i capelli

L’olio in questione offre molteplici utilizzi benefici per diversi scopi:

  • Per il viso: può essere impiegato per contrastare le rughe e ripristinare l’elasticità della pelle. Inoltre, grazie alle sue proprietà cicatrizzanti, può aiutare a ridurre le cicatrici e attenuare i sintomi dell’acne.
  • Per i capelli: è ideale per ridurre la fragilità dei capelli e renderli più vigorosi. L’olio può contribuire a migliorare la salute dei capelli sfibrati, donando loro una maggiore lucentezza e vitalità.
  • Per il corpo: può essere utilizzato come prevenzione per le smagliature, in quanto aiuta a mantenere l’elasticità della pelle. Inoltre, può contribuire a contrastare la cellulite e combattere la secchezza cutanea, mantenendo la pelle idratata e morbida.

L’olio di fico d’India rappresenta quindi un prezioso alleato per la cura e il benessere del viso, dei capelli e del corpo in generale. Sfruttando le sue proprietà rigeneranti e idratanti, è possibile ottenere numerosi benefici per la bellezza e la salute della pelle e dei capelli.

Il fico d’India, però oltre che ad essere commestibile e ad avere molteplici proprietà, è anche una pianta molto resistente, tanto che è stata usata per la realizzazione di un tessuto vegetale, un materiale simile alla pelle per consistenza e texture, economico e soprattutto vegan friendly.

Controindicazioni

È sconsigliato consumare fichi d’India a chi soffre di diverticoli, i piccoli semini di cui sono composti questi frutti, infatti, potrebbero andare a depositarsi nelle anse intestinali creando infiammazione e aggravando eventuali sintomi giù presenti. Meglio sempre inoltre non eccedere nel consumo di questi frutti per non avere effetti collaterali indesiderati di tipo gastrointestinale.

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